Con Certe fortune torna sulla scena allestita da Andrea Vitali il maresciallo Ernesto Maccadò in uscita il 21 febbraio.
Allarme rosso a Bellano: un toro, noleggiato per ben altri scopi, a causa di una maliziosa imprudenza semina feriti come piovesse.
“La bestia era… era…
Né il Piattola né la moglie riuscirono a trovare le parole giuste per descrivere la sorpresa.
Mai vista una bestia così insomma, così grossa e che emanava un senso di potenza pronta a esplodere.
«D’altronde si chiama Benito», riassunse il bergamasco con l’intento di spiegare tutto.
Milleduecento chili di peso, centosettanta centimetri al garrese.
Ma fosse stato solo quello!
Alle prime ore del 5 luglio 1928, come concordato, Gustavo Morcamazza, sensale di bestiame, si presenta a casa Piattola. Il Mario e la Marinata, marito e moglie, non avrebbero scommesso un centesimo sulla sua puntualità. Invece il Morcamazza è arrivato in quel di Ombriaco, frazione di Bellano, preciso come una disgrazia, portando sull’autocarro il toro promesso e due maiali, che non c’entrano niente ma già che era di strada… Il toro serve alla Marinata, che da qualche anno ha messo in piedi un bel giro intorno alla monta taurina: lei noleggia il toro e poi lucra sulla monta delle vacche dei vicini e sulle precedenze, perché, si sa, le prime della lista sfruttano il meglio del seme. Ma con un toro così non ci sarebbero problemi di sorta. Se non lo si ferma a bastonate è capace di ingravidare anche i muri della stalla. Almeno così lo spaccia il Morcamazza, che ha gioco facile, perché la bestia è imponente. Ma attenzione: se un animale del genere dovesse scappare, ce ne sarebbe per terrorizzare l’intero paese, chiamare i carabinieri, o solleticare il protagonismo del capo locale del Partito, tale Tartina, che certe occasioni per dimostrare di saper governare l’ordine pubblico meglio della benemerita le fiuta come un cane da tartufo. E infatti… “
Biografia:
Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo “La figlia del Podestà”; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway.
Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 “La leggenda del morto contento” e “Zia Antonia sapeva di menta”. Nel 2012 “Galeotto fu il collier” e “Regalo di nozze”. L’anno successivo escono “Le tre minestre”, lungo racconto autobiografico edito da Mondadori “Electa e Di Ilide ce n’è una sola”. Nel 2014 “Quattro sberle benedette”, “Premiata ditta Sorelle Ficcadenti” e “Biglietto, signorina!”; nel 2015 “La ruga del cretino”, scritto con Massimo Picozzi, “Le belle Cece”, “La verità della suora storta”, “Quattro schiaffi benedetti”, “Un amore di zitella” (tutti editi da Garzanti). Nel 2016 “Nel mio paese è successo un fatto strano” (Salani), “Le mele di Kafka” (Garzanti) e “Viva più che mai” (Garzanti).
Da ricordare che con il romanzo “Almeno il cappello” (edito nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei letterati ed è stato finalista al Premio Strega.
I suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone.
Mh. sembra interessante lo terrò d’occhio.