Caro iCrewer, dopo la parola guerra, non potevamo non chiederci quale fosse l’origine della parola pace. Una parola tanto pronunciata ma tanto difficile da raggiungere, soprattutto in alcune zone e in alcuni contesti.
La parola pace
Pace è caratterizzata dalla presenza di condivisa armonia e contemporanea assenza di tensioni e conflitti. La pace che si instaura tra due nazioni in seguito a una guerra può trarre origine dalla cessazione del conflitto per comune accordo fra le nazioni coinvolte oppure essere imposta quando il suo mantenimento è possibile sotto il rispetto di condizioni dettate dalla nazione che ha vinto il conflitto o quando la superiorità di una delle parti è tale da scongiurare qualsiasi azione di rivolta da parte della nazione in condizione di inferiorità.
La parola deriva dal latino pax, che a sua volta si fa derivare dalla radice indoeuropea pak-, pag- fissare, pattuire, legare, unire, saldare; alla quale sono legate anche pagare e pacare. Come detto il suo contrapposto di bellum (guerra) in senso politico e sociologico, ovvero dello stato dei rapporti tra individui o gruppi di individui.
Nell’Antica Grecia
Nel mondo dell’Antica Grecia la pace era da intendersi, non tanto come astensione dal conflitto, ma nel buon governo e nella giustizia. La pace intesa come astensione dai conflitti militari era viva nella personificazione di Eirene o Irene; il buon governo è associato a Eunomia e la giustizia con Diche, tutte figure delle Ore, le figlie di Temi.
Secondo il filosofo Eraclito non può esistere una pace totale, assoluta ed eterna. Esiste una pace perché prima si è verificata una guerra, e la contrapposizione tra la pace e la guerra crea l’armonia nel divenire. La guerra, in quanto idea massima di distruzione, viene intesa come indispensabile strumento del divenire, e quindi del progresso: “Polemos (la guerra) è padre di tutte le cose”.
Gli antichi romani
Si inizia a parlare di pax con Cicerone. che all’inizio del I secolo a.C. la definiva come tranquilla libertas nelle Filippiche (II, 44, 113). Dunque secondo Cicerone la libertà (assieme alla securitas) era una prerogativa per il raggiungimento della pace. La definizione di Cicerone si sovrapponeva a quella platonica e a quella aristotelica per costituire il punto di vista romano in generale, ma in senso politico prevaleva il significato espresso dal celebre adagio: si vis pacem para bellum (se vuoi la pace prepara la guerra).