Spesso, anche nella lingua quotidiana, capita d’imbattersi in espressioni idiomatiche o modi di dire che lasciano perplessi o, peggio ancora, che rendono incomprensibile ciò di cui si sta leggendo o parlando. Oppure di cui si comprende il senso, ma non si conosce l’origine.
Nel caso di modi di dire dialettali, è normale non conoscere subito la storia di una data espressione, così come non comprenderla, soprattutto nel caso in cui vengano usate parole particolari o sia specifica di una determinata zona (io passo la vita a sentire gente che parla in dialetto e a dire: “Mmm… e in italiano cosa sarebbe?”, quindi i modi di dire per me rientrano in livelli di comprensione e padronanza molto elevati).
Le espressioni idiomatiche in italiano, invece, possono essere istintivamente comprese (a furia di chiedere cosa significa una certa frase, prima o poi il significato s’impara), ma la loro origine potrebbe essere al quanto nebulosa. Ecco perchè l’obiettivo di oggi è svelare…
…da dove arrivano alcuni modi di dire. Iniziamo con “Mangiare la foglia”
Partiamo dal significato. Quando si dice che qualcuno “ha mangiato la foglia” s’intende che ha capito subito un l’argomento del discorso, ha prontamente intuito ciò di cui si sta parlando, evitando così d’incorrere in tranelli o imbrogli.
Ovviamente, non c’è una data di nascita precisa per questo modo di dire, e tanto meno un creatore certo – come accade con tutti i detti popolari – ma si ritiene che possa derivare dal gergo e dalla vita contadina. La spiegazione di Ugo Enrico Paoli, infatti, prende in considerazione le abitudini alimentari degli animali vaccini, a causa della differenza nella loro dieta. Gli esemplari più giovani, i lattanti, si cibano appunto del latte materno, mentre gli esemplari adulti mangiano vegetali. Che possiamo quindi assimilare alle “foglie” del modo di dire.
Chi “mangia la foglia” sarebbe quindi qualcuno di adulto – o comunque non più estremamente giovane – che, forte di conoscenze ed esperienze racimolate nel corso della propria vita, ha raggiunto una saggezza tale da comprendere al volo dei concetti, e da non finire vittima di tranelli.
E “acqua in bocca”?
“Acqua in bocca” è tra i modi di dire che ricordo di aver sentito molto spesso da bambina, soprattutto nelle aule di scuola o tra amici. È un espressione che si usa con il senso di “è un segreto! Mi raccomando, non dirlo a nessuno!“. Tuttavia la storia della suo origine poco ha a che vedere con marachelle o promesse da non svelare.
Pare che una donna, prona al vizio del pettegolezzo e della maldicenza, abbia chiesto aiuto al parroco, durante la confessione. Il reverendo, per aiutarla a non peccare, le consegnò una boccetta d’acqua, con l’indicazione di mettere in bocca qualche goccia quando sentiva di star per cadere in tentazione. Visto che con dell’acqua in bocca risulta molto difficile parlare, la donna finì per avere risultati straordinari, tanto da arrivare a considerare quell’acqua miracolosa.
Finiamo con “alle calende greche”
Una volta superato lo scoglio lessicale costituito dalla parola calende, il senso è molto più chiaro di quanto possa sembrare: significa “mai”. Diciamo che potrebbe essere la versione aulica e garbata di “nel 2000 e credici” oppure “nell’anno del mai”. Insomma, chi usa questa frase lo fa per far capire che non intende fare qualcosa, o che il tempo entro cui potrebbe compiere un’azione è indefinito e molto vago – quindi mai.
Si dice che fosse uno dei modi di dire utilizzati dall’imperatore Augusto, soprattutto in riferimento a individui che non intendevano saldare i debiti.
Nel caso in cui i modi di dire risultassero estremamente ostici, per fortuna Zanichelli ha pubblicato un dizionario che ne contiene una grande quantità.