Eccoci qua con un nuovo appuntamento per la rubrica “Sogni di Carta”. Oggi abbiamo con noi Alfonso Pistilli, autore de “L’ultimo sorriso“. Ora conosciamolo meglio con qualche domanda!
Alfonso Pistilli buongiorno, parlaci un po’ di te. Cosa fai nella vita?
Nella vita faccio cose, leggo, scrivo, gioco a calcio, a tennis, viaggio e lavoro in un’azienda della Distribuzione Organizzata. Ma nella sostanza, ciò che è importante è che non so stare senza fare “cose”.
”L’ultimo sorriso” è il tuo primo esordio?
Si, “L’ultimo sorriso” è il mio esordio letterario, sofferto, letteralmente sudato, la cui totale stesura ha portato via più di due anni, dovuti alle tante nozioni che imparavo strada facendo e che mi portavano a cambiare e poi ancora a cambiare, fino alla scrittura dell’ultima parola “FINE”, non senza essermi commosso.
Cos’è per te la scrittura?
La scrittura per me innanzitutto è divertimento. Non mi prefiggo di insegnare niente a nessuno, mi piace raccontare storie e mi piace farlo mentre mi immergo in una vita di fantasia che non è la mia. Amo quei momenti di solitudine anche per questo, mi sembra di vivere vite di altri, quelle dei miei personaggi. Anche se poi nella vita di tutti i giorni sono tutt’altro che un tipo solitario, sarà per quello che i momenti di solitudine me li godo e scrivere è il miglior modo per farlo
So che hai frequentato dei corsi di scrittura creativa, sono stati utili per la tua crescita nel mondo della scrittura? Li consiglieresti?
Si, ho frequentato tre corsi di Scrittura Creativa e si, sono stati molto utili, ma li consiglierei solo dopo aver cominciato a masticare le tecniche di scrittura. Una volta conosciute le prime tecniche, il corso di scrittura creativa provoca la scintilla nella fantasia e ti aiuta svilupparne la creatività.
Li consiglierei anche perché in quei corsi nascono delle amicizie vere, persone accomunate dalla stessa passione che vivono e gioiscono per i progressi di ognuno dei membri della classe, amici che si scambiano letture, opinioni, consigli. Per me è stata un’esperienza fantastica.
Cosa consiglieresti ad uno scrittore emergente?
Sarà anche banale, ma l’unica cosa che davvero mi sentirei di consigliare è di studiare, leggere e non mollare mai, davanti alle porte chiuse.
Parlate con le persone, molto spesso le opportunità nascono così, semplicemente perché il destino aveva deciso così. Io credo di essere fatalista, nella sua accezione positiva, credo che le coincidenze accadano per farci pensare, per farci realizzare il nostro disegno, a me è successo proprio così.
Parlaci un po’ della storia “L’ultimo sorriso”, com’è nata? Oltre la tua evidente passione per lo sport.
La storia del libro non nasce dalla passione per lo sport, infatti ci tengo a precisare che non è un libro di calcio. La mia passione per il calcio però ha fatto sì che io sviluppassi in un preciso momento storico, un fortissimo sentimento di rabbia nei confronti dei fatti legati al calcio scommesse della mia squadra del cuore, il Bari. Quella rabbia ha fatto nascere in me la voglia di metterla su carta, ma non volevo che fosse protagonista della storia, quindi ho deciso di romanzarla, di inventare dei personaggi, e così sono nati Alessandro, Alessandra, Halina, Suela e altri ancora.
Oltre ad essere scrittore di gialli sei anche appassionato del genere come lettore?
Si, molto. Nasco come lettore di gialli, ho cominciato con Agata Christie da piccolo, poi tanti altri.
Quali sono le tue letture preferite?
I gialli come già detto mi interessano molto, mi interessa soprattutto capire l’architettura di chi scrive e come è in grado di tessere la tela, mi affascina perché è come un lavoro di ricamo. Mi sono appassionato anche al genere dei thriller finanziari, romanzi legati al potere del denaro e degli intrecci con il potere politico. Di questo tratterà il mio prossimo libro.
Mi piacciono moltissimo anche i romanzi molto introspettivi, che sono in grado di spaccare il pensiero umano dal profondo per ricomporlo come pezzi di puzzle.
Da bravo scrittore del giallo, ti immagini mai situazioni da romanzo quando stai vivendo la tua vita reale? Mi spiego meglio così facciamo sorridere i nostri lettori. Sei a far la spesa e a un certo punto ti immagini di assistere ad un omicidio, diventando tu stesso protagonista della “storia”.
Sì, molto spesso, e mi piace poi inventarmi anche il movente.
Più in generale credo sia vero che nelle fasi di scrittura si entra talmente tanto in “clima romanzo” che molto spesso ci si estranea dalla realtà, sovrapponendo immagini di fantasia a quelle reali. Sono in molti gli scrittori ad affermare questo e mi ci trovo pienamente concorde. Ad esempio durante questa estate appena trascorsa, ho volutamente preso una pausa dal secondo romanzo che sto scrivendo, perché sapevo che l’uscita di “L’ultimo sorriso” mi avrebbe assorbito molte delle energie e soprattutto del tempo libero. Ho deciso di fermarmi proprio perché non sarei riuscito ad entrare bene in clima romanzo.
Vorresti essere, meglio “vivere”, come i protagonisti dei tuoi romanzi?
No, al contrario credo che i personaggi vivano un po’ di me e della vita che vivo giornalmente. È dalla vita quotidiana che prendo spunto per i miei personaggi, non il contrario. Non costruisco i miei personaggi idealizzandoli, magari se scrivessi fantasy sarebbe più giusto farlo.
Che tipo di scrittore sei?
Già la definizione di “scrittore” mi spaventa. Esistono definizioni più o meno riconosciute della parola scrittore. C’è chi afferma che ci si può definire scrittore quando si è almeno arrivati alla prima pubblicazione, altri dicono che scrittore è anche chi lo fa ad esempio usando solo i social. Io credo di essere più d’accordo con questa seconda definizione, ma ciò non toglie che da grande lettore quale sono, ho sempre visto lo scrittore come uno in grado di far appassionare tante persone alle sue pagine.
Quindi per ora mi definirei uno a cui piace raccontare storie, vere o inventate. Mi piace farlo con il linguaggio immediato del parlato, credo arrivi più facilmente al lettore, soprattutto in un momento come questo, dominato dai social network, dove tutto si consuma alla velocità di un post. La risposta dello scrittore deve adeguarsi se non vuole rimanere solo una nicchia di amanti della lettura.
C’è un autore che stimi più di tutti?
Per la ragione di cui alla domanda precedente e, rimanendo sul genere giallo, credo che Joel Dicker sia l’esempio dello scrittore moderno. Ho avuto in passato uno scrittore preferito che però nel tempo ha perso molto dell’appeal che aveva verso di me, da quel momento non ho e non avrò mai più un autore preferito. Mi piace leggere, diversi generi e diversi autori, anche emergenti come me (li leggevo anche prima di cominciare a scrivere). Mi piace scoprire autori nuovi sempre.