Ruben Limardo Gascon un nome che, fino a qualche giorno fa, mi era totalmente sconosciuto. Quando poi ho letto la sua storia, oltre ad avermi commosso, ho pensato che fosse giusto e doveroso fartela conoscere. Perché? Personalmente sono sensibile a questo tipo di storie e tra l’altro, è giusto sfatare il pensar comune che un campione, per essere tale, debba essere arricchito da team e sponsor pronti a soddisfare qualsiasi esigenza.
Ruben Limardo, un rider con la medaglia al collo
In questo caso lo meriterebbe anche Ruben Limardo, olimpionico nella spada alle Olimpiadi di Londra del 2012 che ogni giorno sale in sella alla sua bicicletta e consegna cibo a domicilio a Lods in Polonia.
Hai letto bene! Ruben fa il rider! Per vivere e mantenere la sua famiglia il campione venezuelano gira la città consegnando per Uber Eats arrivando ad effettuare anche 12 viaggi ritagliandosi il tempo e gli spazi per continuare ad allenarsi.
Lui, nonostante tutto, va avanti, senza lamentarsi in un periodo come questo, il lavoro è un dono che non si può rifiutare. L’annullamento delle gare internazionali dettate dalla pandemia non hanno permesso agli atleti venezuelani di poter guadagnare qualcosa con gli sponsor nè di ricevere alcun rimborso spese.
“La grande crisi economica del Venezuela e poi quella generata dalla pandemia hanno ridotto all’osso i nostri rimborsi spese” Spiega Ruben “Inoltre gli sponsor che avevamo hanno interrotto da mesi i pagamenti dicendoci che riprenderanno a darci qualcosa il prossimo anno, visto che l’Olimpiade ci sarà nel 2021.
Senza rimborsi e senza sponsor dobbiamo inventarci qualcosa per tirare avanti e quello del rider è un lavoro come un altro. Non sono solo, praticamente lo fanno tutti i miei compagni di squadra. Quanto pedalo? Una media di 50km al giorno!”
Ruben si allena per cinque giorni consecutivi la mattina fino alle 13. Dopo una breve sosta, sale sulla sua bicicletta e si trasforma in un rider girando tutto il pomeriggio per la città. Gli ordini arrivano direttamente sul suo smartphon con la foto della vittoria conquistata a Londra e il suo è uno sguardo che parla di sacrifici ma anche orgoglio per i risultati ottenuti.
“Ogni volta che faccio una consegna dico a me stesso che anche questo mi aiuterà a ottenere la medaglia che sogno di conquistare ai Giochi di Tokyo“.
Nonostante nasconda il viso dietro la mascherina, sono in molti a riconoscerlo e a chiedergli di fare un selfie, un autografo o di raccontare la sua storia.
Ruben non si tira indietro, parla della sua vita, il trasferimento in Polonia da piccolo, la scelta di impegnarsi nella scherma perfezionandosi nella spada, il desiderio, pur lontano, di portare alto il nome del Paese.
Lui le promesse le ha sempre volute mantenere. Ruben ha vinto l’oro nella spada individuale ai Giochi Panamericani e ai campionati 2006 e 2008 in Polonia. In Venezuela è diventato famoso per la medaglia d’oro conquistata a Londra oltre ad essere il secondo atleta venezuelano ad avere conquistato il primo gradino del podio dopo il pugile Francisco Rodriguez, oro a Messico ’68. Si è presentato anche alle olimpiadi di Rio de Janeiro ma senza riuscire a conquistare una medaglia.
In attesa che passi l’emergenza, Ruben Limardo continua a lavorare e ad allenarsi, senza fermarsi mai. Lo fa per passione e per il suo Paese, in costante lotta per non essere sopraffatto dall’inflazione. La speranza è che il futuro riservi ancora sorprese, nel frattempo, lui fa di tutto per onorarlo.
“Ovunque vado, onorerò la bandiera al 100%, con molto orgoglio, con molto ardore”, ha dichiarato l’atleta sudamericano.
La storia di Ruben Limardo va letta e conservata gelosamente, come un piccolo gioiello, arricchisce l’anima, aiuta a comprendere che tutto può essere raggiunto se a guidare la passione è l’umiltà!
In bocca al lupo Ruben, ce ne fossero tanti come te!