Caro Lettore, nella puntata di sabato 28 marzo di Romanzo Italiano, dopo aver esplorato la Campania, la Toscana, la Puglia, l’Emilia Romagna e la Sicilia, Annalena Benini ci ha accompagnato nel Lazio, e più precisamente a Roma, la città eterna.
Ma ciò che più ci sorprende di questa scrittrice è che ha sempre scritto scappando da Roma, il centro della sua vita: «La distanza è necessaria per capire quello che altrimenti io subisco». Scrivere nella Capitale è una sfida, è il centro di una frenesia che la distrae ma che allo stesso tempo nutre il suo immaginario. La scrittura è un qualcosa di irrinunciabile, senza la quale sarebbe completamente in balia di se stessa e del mondo.
Il secondo scrittore che incontriamo è Paolo Giordano, che con il suo romanzo d’esordio La solitudine dei numeri primi è divenuto il più giovane vincitore del Premio Strega. È nato a Torino, ma catturato dalla bella capitale, è ormai diventato romano. Ha lasciato la sua Torino perchè per lui luoghi diversi hanno la possibilità di aprire in noi altrettante diverse nature, un continuo rinnovamento che uno scrittore dovrebbe sempre ricercare. Sono proprio i luoghi ad avere un certo rilievo nella sua scrittura: «Sono quasi sempre partito dai luoghi di cui mi sono innamorato, in cui avevo voglia di tornare con l’immaginazione», ed è proprio quello che è accaduto con la Puglia, in Divorare il cielo.
La terza autrice che ci viene presentata è romana, ma la sua inquietudine e il suo bisogno di ricerca l’hanno portata
L’ultimo scrittore che incontriamo è un autore che come nessun altro ha saputo raccontare la borghesia nella sua vanità, con i suoi fallimenti e con le sue fragilità mascherate dal sarcasmo. Alessandro Piperno, vincitore del Premio Strega con Inseparabili, ha fatto delle idiosincrasie e dell’ironia un vero e proprio stile letterario, trovando una sua inconfondibile voce. Alessandro Piperno, nato da una famiglia per metà ebrea e per metà cattolica, ci racconta di come l’ebraismo sia un elemento importante per questa città e per i suoi romanzi. Ai suoi occhi c’è un grande legame tra Gerusalemme e Roma, due città eterne che si somigliano in un modo straziante e che condividono gli stessi colori e una certa magnificenza e solennità.
Il viaggio si conclude con le immagini estremamente suggestive di una città immensa nello spazio e nel tempo, raccontata da tante voci, ma sempre inafferrabile e stupefacente.