Una vita per i libri… Con queste parole potremmo racchiudere la grande figura di Roberto Calasso, direttore della casa editrice Adelphi. Ma non solo, è stato un famosissimo e celeberrimo scrittore, narratore e saggista. È stata una figura di rilevante importanza, proprio perché il suo nome è legato a scelte di qualità, che hanno accompagnato i lettori.
Una notizia così tragica è, però, accompagnata, da una bella notizia. Calasso è scomparso nel giorno di uscita di due testi di carattere autobiografico.
Il primo è Bobi, dedicato ad un’amicizia e ad un rapporto intellettuale legato anche alla nascita della casa editrice. Il secondo è Memè Scianca, note sulla sua infanzia fiorentina in una famiglia di intellettuali di rilievo impegnati durante gli anni tragici tra guerra e dopoguerra.
Roberto Calasso, protagonista dell’editoria italiana
Roberto Calasso (Firenze, 30 maggio 1941) è morto a Milano, il 28 luglio 2021, all’età di 80 anni, dopo una lunga malattia. È stato direttore della casa editrice Adelphi, fondata a Milano nel giugno 1962.
A soli 21 anni riesce a far parte di un ristretto gruppo di persone che hanno intenzione di rinnovare l’editoria italiana. Il giovane gruppo è guidato da Luciano Foà e Roberto Olivetti. I loro collaboratori erano: Roberto Bazlen, Giorgio Colli, Sergio Solmi, Claudio Rugafiori, Franco Volpi, Roberto Calasso e Giuseppe Pontiggia.
Nel 1971, Calasso diventa direttore editoriale di Adelphi e dal 1999 ne è anche presidente. Ma non si limita ad amministrare, anzi è il primo che dà l’esempio lavorando instancabilmente. Traduce diverse opere, compresi Ecce homo di Nietzsche (1969) e Aforismi di Zürau di Franz Kafka (2004).
A partire dagli anni Ottanta si dedica alla stesura di un’Opera non organica in più volumi in cui affiorano miti e filosofia. Ecco allora La rovina di Kasch (1983), Le nozze di Cadmo e Armonia (1988), che diventa un bestseller internazionale, Ka (1996), K. (2002), Il rosa Tiepolo (2006), La Folie Baudelaire (2008), L’ardore (2010), Il Cacciatore Celeste (2016), L’innominabile attuale (2017).
Ha attraversato la loro opera, se ne è nutrito fino alle minime cadenze dello stile e della punteggiatura, solo per dimenticarli. Se tutto nella sua mentalità e nella sua educazione lo predisponeva ad essere un saggista filosofico, il caso, gli astri o altri libri hanno voluto che egli diventasse molto di più: uno scrittore.
Roberto Calasso è una figura incomparabile non solo dell’editoria, ma della cultura. Non solo editore, ma anche teorico dell’editoria. È stato un cultore dell’ecfrasi delle copertine, delle descrizioni minuziose delle opere che venivano pubblicate sotto il nome di Adelphi.
Adelphi: un libro unico
Il nome della casa editrice è palesemente di origine greca, e significa fratelli , sodali. Un modo chiaro per definire il legame che esisteva tra i fondatori.
Tra le fondamenta che sostengono in modo solido e sicuro la casa editrice milanese, ritroviamo l’idea di voler pubblicare libri unici, come li definivano i suoi fondatori. Roberto Bazlen aveva fermamente proposto: Faremo solo i libri che ci piacciono molto.
Calasso si è mostrato come il giusto erede di questa storica affermazione. Nel suo lavoro racchiude pienamente lo spirito della casa editoriale Adelphi. Riunisce, traducendo, scrivendo e scoprendo nuovi autori, tutti i lavori in un progetto che vuole essere definito un libro unico.
Unico perché racchiude testi e scritti unici nel loro genere. Unico perché ha la voglia di essere considerato un unico volume che raccoglie storie, saggi e racconti.
Il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi, ha dichiarato:
Roberto Calasso ha segnato profondamente la cultura italiana del Novecento e del nuovo secolo, come editore e come scrittore. Ha guidato per cinquant’anni la casa editrice Adelphi, pubblicando nel nostro Paese libri che sono pilastri della civiltà europea (e non solo) e ha contribuito in maniera fondamentale a promuovere la cultura italiana all’estero. In questo giorno di dolore, l’Associazione Italiana Editori si stringe alla famiglia e ai colleghi della sua casa editrice.