Roberta Casasole pubblica il suo romanzo d’esordio, Donne di tipo 1, edito da Feltrinelli, che sfata i miti e le leggende (nonché i luoghi comuni) che ruotano attorno al ciclo mestruale e gli ormoni femminili. Un tema, che per quanto accompagna l’essere umano nella sua evoluzione, ancora è avvolto da una nebbia fatta di misticismo, mistero, ribrezzo e indignazione. Un argomento ancora troppo poco trattato, e non solo nella società, ma anche nelle famiglie.
Pregiudizi e stereotipi sul ciclo mestruale
Il ciclo mestruale è un processo biologico naturale che accomuna la maggior parte delle donne durante una significativa parte della loro vita. Nonostante la sua normalità, il ciclo è stato a lungo oggetto di pregiudizi, tabù e malintesi, soprattutto nella percezione maschile. Uno dei pregiudizi più comuni riguardanti le mestruazioni è la convinzione che le donne siano “impure” o “contaminate” durante il loro ciclo.
Questo stigma ha radici antiche e si manifesta in diverse culture con pratiche e credenze che isolano o limitano le attività delle donne durante il periodo mestruale. Sebbene queste credenze stiano diminuendo nelle società moderne, alcune tracce persistono ancora oggi, influenzando la percezione delle mestruazioni come un argomento da evitare o vergognarsi. Ma non solo gli uomini, anche tra le stesse donne si sono diffuse credenze e modi di fare che ancora oggi si ripetono tra le più giovani generazioni.
Ma lo stereotipo più diffuso è che le donne durante il ciclo siano emotivamente instabili o irrazionali. Questo pregiudizio non solo banalizza le emozioni delle donne, ma suggerisce anche che esse non siano in grado di prendere decisioni razionali durante il loro ciclo, rafforzando idee sessiste e discriminanti. In molti contesti lavorativi e sociali, questo pensiero può portare a trattamenti ingiusti o alla riduzione della credibilità delle donne.
Gli uomini hanno una percezione distorta del ciclo mestruale perché non hanno una formazione adeguata e c’è assenza di comunicazione. Molti non capiscono veramente il ciclo mestruale e sono esposti solo a storie o battute superficiali e ridicolizzanti. Le mestruazioni sono viste come estranee e talvolta ripugnanti, e sono viste come imbarazzanti o negative.
Gli uomini possono sentirsi a disagio o inadeguati quando parlano del ciclo mestruale, temendo qualsiasi potenziale offesa o parole confuse. Le mestruazioni sono un argomento tabù e il silenzio è ridotto al minimo. Nonostante ciò, è bello sapere che le cose stanno lentamente migliorando. Gli uomini sono interessati a conoscere il ciclo mestruale per aiutare le loro partner, amiche o colleghe e per diventare più rispettosi e consapevoli.
Parlare apertamente delle mestruazioni, includendo uomini e donne nel dialogo, può aiutare a normalizzare l’argomento e a ridurre il senso di vergogna o imbarazzo associato.
Roberta Casasole pubblica Donne di tipo 1
Graffiante, ironico, caustico: un romanzo trascinante e divertentissimo che mette a nudo, spingendoli al paradosso, i mali del nostro tempo, dalla questione di genere al precariato, dai rapporti di coppia alla salute del pianeta.
Al suo esordio Roberta Casasole ci regala l’epopea selvaggia di una donna scatenata che non ha paura di nessuno e fa a pezzi ogni tabù.
Giovanna J. Giò è una donna di straordinaria bellezza e micidiale crudeltà. Ritiene di essere affetta da Sindrome Premestruale Perenne di tipo 1, patologia che la porta a disprezzare chiunque. Se infatti le donne di tipo 3, per via degli estrogeni sono ben disposte nei confronti del genere umano e degli uomini in particolare, e le donne di tipo 2 tengono a bada il disordine ormonale con shopping compulsivo e pinte di prosecco, le donne di tipo 1 – ceppo al quale appartiene Giovanna – non hanno sbalzi di umore, perché sono sempre di pessimo umore. La loro è, per l’appunto, una sindrome premestruale perenne.
A intervalli regolari, Giovanna scrive lettere infuocate all’Inps perché questa “malattia” venga riconosciuta come invalidante: in tal modo lei potrebbe ricevere un assegno mensile, trascorrere il tempo leggendo i capolavori incompresi della letteratura americana e lasciare il suo posto di dottoranda mal pagata in un’università romana. Giovanna ha infatti due nemici giurati: il mondo intero e il professor Enrico Mazzetti. A 78 anni suonati, Mazzetti non vuole mollare la cattedra malgrado non sappia distinguere Bukowski da John Fante, per il quale Giovanna nutre un amore incondizionato e a cui racconta dentro di sé i propri piani di distruzione e di rinascita.
«E poi ci siamo noi, le donne di Tipo 1, con Sindrome Premestruale Perenne. L’amore ci sussurra all’orecchio dolci parole e noi gli gridiamo che non c’è campo. Donne che non hanno sbalzi di umore, perché sono sempre di pessimo umore. Noi siamo le elette.»
Chi è l’autrice
Roberta Casasole, anno 1979, lavora in una amministrazione pubblica, dove si occupa di comunicazione e formazione. Nel 1998 ha vinto la sezione Lazio del Campiello Giovani.
Ha pubblicato due racconti: uno per Fandango in una raccolta; l’altro nell’ambito del premio Subway, distribuito in 4 milioni di copie nelle metropolitane di Roma, Milano, Venezia e Napoli. E questo nonostante a Venezia non ci sia la metropolitana.