Caro lettore, ho finalmente terminato la lettura del libro Il ritorno del centurione di Harry Sidebottom. È un romanzo storico, ambientato nel 146 e 145 a.c. in Puglia, mescolato con una serie di omicidi, che attribuiscono un’aura di mistero, di giallo da risolvere.
Trama di Il ritorno del centurione
Gaio Furio Paolo ha combattuto per anni nel nome di Roma e, ora, è finalmente tornato a casa, dove ad attenderlo c’erano la madre, la sorella e il cane Niger. La vita, in questi anni lontano da casa non è stata semplice: ha dovuto uccidere numerosi nemici sul campo di battaglia, quindi, la sua speranza, adesso, è di lavorare come agricoltore, gestendo la fattoria di famiglia. Alcuni giorni dopo il suo rientro iniziano nel paese degli efferati omicidi, di cui viene accusato il protagonista.
Recensione del romanzo di Harry Sidebottom
Voglio iniziare questa recensione partendo dal titolo: in inglese il libro è intitolato The return, non capisco perchè la traduzione italiana abbia aggiunto due parole non presenti nel titolo originale; posso comprendere che venga fatto quando il titolo riprende una forma idiomatica presente solo nella lingua in cui il testo è stato scritto, ma non quando esiste una parola in italiano che consente la traduzione letterale del libro.
Il protagonista, sul campo di battaglia, è un soldato, non un centurione. I suoi amici gli attribuiscono scherzosamente il grado di centurione per il coraggio dimostrato nello scovare gli assassini degli efferati delitti che avvenivano in città. Secondo me, quindi è presente un doppio errore nel titolo italiano, perchè appena arrivato a casa non è il capo di una centuria, ma un legionario, un elemento dell’esercito dell’Antica Roma.
Inoltre, la copertina della versione italiana rappresenta dei militari romani con scudi che sono stati utilizzati circa 50 anni dopo, rispetto all’ambientazione del racconto.
Il racconto è caratterizzato da un’alternanza di flash-back e di vita del protagonista, questo crea poco scorrevolezza durante la lettura, rendendola poco piacevole.
Lo stile di scrittura consente al lettore di catapultarsi nel passato, di vivere una piacevole rievocazione storica, ma al tempo stesso, fa vivere empaticamente le lacerazioni sul campo di battaglia, le mutilazioni perpetrate da un personaggio misterioso su alcuni abitanti del paese e, forse per me le scene più crude, l’uccisione di animali, spesso senza uno scopo alimentare.
Ammetto che è una recensione difficile da scrivere: ci sono sicuramente dei punti di forza, legati alla capacità descrittiva dello scrittore, appassionato di questa epoca romana. La narrazione offre al lettore un’idea di quello che era la vita negli anni della Repubblica Romana: basata sull’agricoltura e la pastorizia, con una netta distinzione tra le classi sociali, ma una descrizione troppo scolastica può consentire un’ottima preparazione, ma non rende piacevole la lettura.
Harry Sidebottom, da laureato in Storia antica, ha sicuramente dedicato molto tempo allo studio delle fonti bibliografiche, in quanto, come da lui stesso affermato al termine del libro, ha usato citazioni e riferimenti di Cicerone, Plauto, Ernest Hemingway e molti altri, ma personalmente ho trovato la lettura di questo romanzo un po’ lenta, poiché l’unico elemento coinvolgente è il mistero da scoprire.
Leggete… con la lettura volerete! Buona lettura!