Prima tappa per il review tour della trilogia Pietre preziose
L’amore proibito di Giada e Vincent, nel romanzo erotico di Anna Chillon
Ah l’amore! Nell’immaginario collettivo racchiude tutto ciò che due persone possono e vogliono donarsi. O almeno così dovrebbe essere. L’importante che le regole del gioco siano sempre le stesse e che da queste non ci si allontani troppo. Insomma, tutto è bene se lui e lei rispettano i comuni canoni dettati dalle convenzioni morali come se i rapporti amorosi, con tutte le loro complicazioni, si possano rinchiudere in compartimenti stagni, al di fuori dei quali, non esiste accettazione.
E’ questo l’unico sentimento da provare? C’è un limite che è giusto non superare o tutto è ormai lecito? Mi chiedo ancora, ma la passione i sentimenti hanno un limite d’età? Probabilmente, se vogliamo dare a tutto una giustificazione, ogni rapporto ha la sua storia e da quella non si prescinde, di certo quella raccontata dalla scrittrice è una storia in cui tutto è provocato, cercato fino allo sfinimento, tutto è descritto senza remore, senza freni inibitori, senza trascurare il minimo dettaglio, neanche durante i momenti di sesso più scabroso che, pur se vissuto con violenza fisica ed emotiva, trasudano di grande sensualità e questo mi ha colpito.
L’attenzione è concentrata sui sentimenti ritenuti” sbagliati”, sopra le righe, eccessivi, e di fatto i personaggi lo sono. Giada e Vincent si provocano a vicenda in un gioco delle parti al limite dell’autolesionismo psicologico e fisico, vogliono e danno tutto, l’una appena diciottenne, con la curiosità morbosa di chi si affaccia alla vita alla scoperta di sensazioni sempre più forti, l’altro ormai maturo, forte di esperienze pregresse, non sempre felice, afferma la sua personalità contorta, spesso con violenza, detta le leggi della dominanza sessuale in una maniacale ricerca del controllo emotivo.
Insomma, a voler semplificare, ciò che doveva accadere accade, e senza pudori di nessun tipo, e fin qui tutto normale (insomma, diciamo che è una logica conseguenza) tuttavia, ritengo che il romanzo si faccia leggere per ben altri motivi. Anna Chillon, giustamente, ha pensato bene di mescolare, come in una partita di poker, le avventure sessuali dei due personaggi con i loro sentimenti, in un alternanza di pensieri e parole mai dichiarate, alla ricerca di qualcosa che giustifichi l’estrema ed esagerata passionalità.
“Ti voglio, qui, ora e sempre! Ti voglio come non ho mai voluto nient’altro in vita mia…”
La vita di Giada gira intorno a quella di Vincent ma, meno male, ha momenti di normalità, con un’amica fidata, un ipotetico corteggiatore, pusher, elevati a guardiani della sua verginità, e questo, ammetto, pur sembrando un controsenso, mi ha fatto sorridere (anche i giovani hanno le loro regole!). Comunque, al di la dei momenti di riflessione, a mio avviso, giusti e doverosi, quello che rimette tutto in discussione, come sempre, è l’amore! Ed eccoci arrivati al punto.
“Tienimi piccola, Ricordami sempre e quando vuoi odiarmi, ricordati che io ti amo”
Tra tanti sospiri e voglie inespresse, i sentimenti cominciano ad insinuarsi come deterrente ad una scelta di vita inconcludente, fatta di sesso sfrenato e senza speranza. In un continuo tira e molla, pur se nascosti nel tempo, si scoprono lati dei personaggi mai dichiarati, l’amore non è vissuto solo come scambio nel rapporto, ma come aiuto disinteressato, amicizia vera, riscalda gli animi. Se a questo si aggiunge qualche segreto celato per tanto tempo e ben difeso per troppa amicizia, con il contorno di abbandoni per gelosia e languide carezze dopo aver fatto la pace, la torta è pronta da portare a tavola.
Intendiamoci, il romanzo mi è piaciuto! Mi è piaciuta la capacità di rendere tutto accettabile: l’inevitabile, il desiderio di dare un senso ai rapporti anche se sbagliati, la ricerca di sé, il voler abbattere i muri dell’intransigenza morale, la scoperta di valori rinchiusi da un passato difficile, l’amicizia che aiuta a vedere la realtà da prospettive diverse ma… c’è un ma! Dopo tutto questo bel da fare, in effetti a farmi storcere un po’ il naso qualcosa c’è! Partendo dalla cover, forse più adatta ad un genere totalmente rosa, la scelta del finale, alla “Via col vento”, mi è sembrata troppo riduttiva, forse per accontentare tutti? Mi chiedo se anche nella realtà potrebbe accadere.