Finalmente, dopo quasi 10 mesi dall’uscita del primo capitolo, è arrivato in Italia A Touch of Ruin di Scarlett St. Clair, edito da Queen Edizioni. Se A Touch of Darkness vi è piaciuto, allora non potete perdervi il secondo libro. L’autrice approfondisce sempre di più la travolgente e appassionante storia d’amore tra Ade e Persefone. Due divinità molto diverse: il primo è il misterioso dio dell’oltretomba, la seconda è la delicata dea della primavera.
Prima di entrare nel vivo della recensione e del mio personale giudizio, vorrei rinfrescarti la memora, se mai ce ne fosse bisogno. Nel primo capitolo, A Touch of Darkenss, Ade e Persefone si conoscono e stringono un accordo: la dea della primavera deve far nascere la vita nel regno dei morti. Ovviamente, ci riuscirà e conquisterà il cuore del tenebroso dio dell’aldilà. Demetra, come previsto, non accetta questa relazione e farà di tutto per impedirla.
Recensione di A Touch of Ruin: a volte il tuo destino ti porta alla rovina
Le due divinità dovranno affrontare alti e bassi a causa della mancanza di comunicazione, cosa che probabilmente accade alle nuove coppie. Ed è questo un tratto stilistico che mi piace dell’autrice: ha reso i sentimenti delle divinità ancora più umani rispetto a quello che già sapevamo dallo studio della mitologia greca.
I segreti non svelati e che mano mano prendono forma nella storia, hanno un ruolo fondamentale. Come anche la poca fiducia di Persefone nei confronti di Ade (eviterà sempre di seguire i consigli del dio, seppure siano buoni consigli). Un aspetto molto infantile per un personaggio che nel passaggio dal primo al secondo capitolo si è evoluto, ma che ha ancora bisogno di crescere.
In A Touch of Ruin, Demetra non resterà ai margini delle pagine a guardare impassibile la figlia tra le braccia dell’affascinante dio dell’oltretomba. La dea interverrà ogni volta che gli sarà possibile per togliere ad Ade l’amore di Persefone.
Una breve analisi dei protagonisti
Scarlett St. Clair, in A Touch of Ruin, questa volta non si sofferma nel delineare le caratteristiche dei personaggi principali, perché già ne ha parlato abbondantemente nel primo libro. Stavolta passa alle azioni e devo dire la verità, Persefone non fa una bella figura. Sebbene la giovane si dimostra forte e coraggiosa nel prendere alcune decisioni che incideranno sulle vite dei suoi amici, nei confronti di Ade sembra regredire con comportamenti infantili.
Molto spesso la dea della Primavera mi parsa estremamente mutevole: i suoi stati d’animo possono cambiare in un batter d’occhio. Un minuto è felice e innamorata di Ade, e quello dopo è arrabbiata e fa qualcosa per fargli dispetto. È anche troppo facilmente manipolabile dagli altri.
Questo comportamento di Persefone si riflette negativamente nella vita di coppia. Infatti i due, come già detto prima, mancano di comunicazione, ma Ade sarà sempre vicino a lei, per rimediare ai danno che lei crea.
Ade mi piace molto come è descritto, probabilmente la stessa autrice è innamorata del dio dei morti. Sarà il suo fascino tenebroso o il suo silenzio, ma Ade stuzzica molte fantasie proibite, ma anche meno proibite.
Come nel primo volume, anche nel secondo ho apprezzato e adorato Ecate, la dea della stregoneria. Come anche Ermes, che diventa sempre più pungente e divertente.
Scarlett St. Clair approfondisce le caratteristiche di altre divinità, come Apollo. Io da buona amante della mitologia greca lo trovavo un dio originale, ma l’autrice ha saputo renderlo molto più particolare di quello che già conoscete.
Bellissime sono state le descrizioni delle scene piccanti tra Ade e Persefone. I due amanti, nei momenti più intimi non si toccavano solo i corpi, ma anche l’anima. Così hanno imparato a conoscersi, sia fisicamente che caratterialmente.
Ho divorato il primo capitolo, non vedo l’ora di leggere anche A Touch of Ruin
Penso che Persefone non meriti l’amore di Ade
Secondo me alcune parti potevano essere tradotte meglio e rendere giustizia all’idea sviluppata dall’autrice, ma è un rischio che un buon lettore deve saper affrontare e accettare