Già quando ho iniziato a leggere non mi aspettavo certo di trovare un grande romanzo ma appunto una storia d’amore tormentata o che non riesce a nascere, un intreccio classico con lui, lei e l’altra. Così è stato. Protagonista la giovane Emma, occhi verdi e capelli rossi, che per cause non volute perde il posto di lavoro, una ragazza intraprendente, che cerca subito un’altra occupazione pur di non deludere la famiglia. Il coprotagonista è Simon, lo stereotipo del bel ragazzo: alto occhi e capelli scuri scuri e… niente altro.
L’altra, colei che muove le pedine, è l’amica storica di Emma che cova rancore nei suoi confronti da tempo e lo dimostra con un’azione riprovevole; la domanda è: perchè da questo atteggiamento lei ne ha tratto vantaggio? Questa una delle tante domande che non trovano una chiara risposta.
Mi spiace molto ma questo romanzo ha tantissimi difetti sia a livello strutturale che linguistico; doveva essere fatta sia una correzione di bozza sia un editing preciso per evitare questo scivolone. Non ho letto altri libri di Flora A. Gallert ma qui ci sono veramente tanti punti da sistemare, per dirne uno: Babbo Natale si scrive con la lettera maiuscola e comunque non un po’ maiuscolo e un po’ minuscolo. Ci sono frasi con soggetti o verbi sbagliati, concetti poco sviluppati, per non parlare delle ripetizioni. La lingua italiana ci permette di utilizzare un’infinità di parole, qui ci sono pensieri con lo stesso vocabolo utilizzato tre volte. Anche la punteggiatura lascia a desiderare. Non ultima la scelta di dividere il libro in due parti che sono troppo simili poichè i protagonisti non sono stati analizzati a fondo.
Mi spiace, romanzo completamente da rivedere.