Se la settimana scorsa ti avevo parlato di un weekend trascorso a guardare una serie TV, Lupin per l’esattezza, questa volta, caro iCrewer, ti devo trascinare nel mio entusiasmo per un fine settimana passato quasi interamente con un libro in mano. E che libro! Sto parlando di XY di Sandro Veronesi, a mio avviso un vero e proprio capolavoro.
Un romanzo che mi è piaciuto tantissimo, che mi ha coinvolto e che mi ha fatto provare tante emozioni differenti. A partire dalla sensazione di essere davanti a un testo che, grazie alle oltre quattrocento pagine, poteva sostituire, nelle mie scelte, qualsiasi altro tipo di intrattenimento. Quindi, come detto, niente film, niente serie TV e soprattutto niente calcio. E se non basta questo per far comprendere la portata di questo libro cos’altro serve?
Per esempio partire dallo scoprire perché l’ho letto.
XY di Sandro Veronesi
Partiamo dunque proprio da lì, dal perché ho scelto di leggere questo libro datato 2010 e uscito in questa nuova edizione per La nave di Teseo sul finire del 2020.
Ho visto l’autore, Sandro Veronesi, presentare XY in un programma mattutino nel mese di dicembre. Le sue parole mi hanno molto colpito, i suoi pensieri riguardo la pandemia sono arrivati come musica alle mie orecchie e il fatto che la trama di questo romanzo, in un certo senso, potesse sembrare un parallelismo con la condizione che stiamo ancora vivendo nel nostro paese mi ha convinto a farmelo regalare per Natale. Del resto c’è sempre quel parente che ti chiede “cosa vuoi di regalo a Natale?”
In aggiunta, portando ancora dentro di me tutta la bellezza provata leggendo Il Colibrì, era inevitabile, e lo sarà anche nei prossimi mesi, che io recuperassi i titoli persi di questo straordinario autore.
XY inizia col botto. Un fatto inspiegabile sconvolge la quiete e le abitudine di un piccolo paesino immaginario del Trentino Alto Agide: Borgo San Giuda. Una quarantina di abitanti e nessun apparecchio tecnologico funzionante. Una comunità chiusa e introversa che si trova a fare i conti con un evento tragico e macabro che avviene nel bosco alle porte del paese.
Un evento che ha del soprannaturale e al quale nessuno riesce a dare una spiegazione
I fatti vengono narrati da due punti di vista: quello di Don Ermete, il parroco in carica e quello di Giovanna Cassion, una giovane psichiatra che si trasferisce in questo paese più per scappare da sé stessa che per cercare risposte all’ignoto.
I due punti di narrazione si differenziano anche nel modo di scrivere: quello del sacerdote, che è colui che racconta i fatti in prima persona, fatto di precisa e appassionante narrazione; quello della donna, invece, spesso caratterizzato da dialoghi e discorsi diretti che rendono la lettura incredibilmente scorrevole, piacevole e coinvolgente.
Facile dunque pensare che la X e la Y del titolo, XY, si riferiscano alla visione maschile e a quella femminile della vita, del passato, delle ferite e del dolore, ma no, io ci ho trovato, magari sbagliando, una chiave di lettura più profonda: le due lettere stanno a indicare l’eterno confronto tra la scienza e la fede.
È infatti su quello che si basa il solido rapporto che si crea tra i due protagonisti: come si reagisce e come si accetta una tragedia a cui non si riesce dare risposte?
Ti vorrei dire di più, caro lettore, ma credimi, qualsiasi accenno a ciò che succede nel bosco ti rovinerebbe il piacere di leggere le prime pagine del libro. Sono una calamita. A fatica infatti sono riuscito a staccarmene, per dar retta ai doveri della giornata che mi reclamavano. Clicca sulla sinossi che qualcosa trapela 😉
XY: metafora della pandemia
Il parallelismo di XY con la pandemia sta proprio nel fatto che qualcosa di grande, di molto più grande rispetto alle capacità umane, si abbatte su una comunità e ne causa degli effetti, a livelli psicologici e sociali, devastanti.
Non è forse così? Non siamo forse tutti stanchi di vivere con il freno a mano tirato ormai da quasi un anno? Non vediamo forse tutti l’ora che questa tragedia finisca? Ma soprattutto, siamo stati tutti capaci di assimilare questa nuova vita senza aver sofferto di ripercussioni sul nostro equilibrio? Non lo so…
Il romanzo è diviso in tre parti, che mi piace paragonare alle tre fasi di quello che è successo nel mondo oggi: la fase uno, quella in cui l’evento succede e provoca i disastri, che nel romanzo equivale all’esplosione del caso nel bosco e ai cocci di tutta la valle che si infrangono; la fase due, per noi quella della cosiddetta convivenza con il virus e quella in cui si provano a mettere i cerotti, che in XY coincide con una serie di reazioni stravaganti che investono gli abitanti di Borgo San Giuda a cui sia il prete che la dottoressa provano a porre rimedio.
La terza, la più affascinante, quella in cui si prende atto di ciò che è successo e si prova a lasciarselo alle spalle. Non so se nella nostra realtà siamo già arrivati a questo punto, nel libro ci si arriva con un meraviglioso dialogo che incolla il lettore e che fa nascere tantissime domande.
Che un po’, lo ammetto, mi ha anche turbato. Ed è un peccato non poterti dire perché, visto che anche in questo caso la motivazione sarebbe uno spoiler che chi ama leggere non si merita.
Mi sono chiesto più volte, durante la lettura, come avrebbe fatto l’autore a trovare una strada per chiudere il romanzo, tanto è grande la matassa che si crea pagina dopo pagina. Devo dire che anche in questo esercizio Veronesi si è dimostrato un autore a cinque stelle. Anche se credo che abbia trovato alcune difficoltà, visto che nei ringraziamenti, è lui stesso a sottolineare la ricerca della strada per l’epilogo.
Il libro si chiude con un prezioso racconto di Arrigo Boito: l’Alfier nero. Se mai ce ne fosse stato bisogno, un valore aggiunto a tutto il romanzo.
Concludendo, XY è un libro che consiglio. Senza se e senza ma. Se sei un lettore che ama le storie che coinvolgono, che rapiscono e che emozionano, questo è un titolo che non può mancare nella tua libreria personale. Se poi hai anche voglia di fare un viaggio nella tua spiritualità e di farti domande sulla vita, beh…non aspettare altro tempo e corri a immergerti con l’anima e con la mente nella piccola piazza di Borgo San Giuda.