Caro iCrewer, in questi giorni ho avuto il piacere di conoscere attraverso i suoi versi un poeta contemporaneo e di leggere la sua prima silloge. Sto parlando di Mattia Pangrazi e la sua raccolta Una lucciola nel buio, edito da Letteratura Alternativa Edizioni.
Il giovane poeta, come scrive nella sua introduzione – presentazione, ha messo tutto se stesso e tutti i suoi sentimenti in ogni singola parola e in ogni verso.
Tutte le parole stampate su questa carta sono estratti del mio cuore.
Quando leggerete una poesia particolarmente triste è perché l’ispirazione è nata in un momento in cui stavo come un cane durante un temporale d’inverno, su una strada in cui non passa nessuno.
Possiamo definirlo come uno degli ultimi romantici, soprattutto se pensiamo alla sua giovane età, appartenente alla classe del 1991. Mattia riesce a trasmettere con poche e semplici parole, pensieri profondi e che sono facilmente attribuibili ad un’età più matura.
Leggere le sue poesie è stato come tuffarsi nell’anima di una persona. Quando parliamo delle poesie di Mattia, però, non dobbiamo pensare a rime, metafore, allitterazioni, assonanze e altri orpelli poetici, ma dobbiamo pensare ad un flusso di pensieri che viene scritto nero su bianco, senza filtri.
Alcuni versi sembrano essere piccoli estratti di una biografia, se non proprio di un’autobiografia. Su questo aspetto in particolare, mi ha fatto molto riflettere la poesia L’uomo che aveva (quasi) capito. Il verso che più ha attirato la mia attenzione è stato: Era solito tramutare problemi in perle e in dolci armonie, i frastuoni del mondo.
Dopo aver letto l’intera raccolta, quell’uomo che tramutava i frastuoni del mondo in dolci armonie, non poteva che essere Mattia Pangrazi.
Una lucciola nel buio: una silloge di sentimenti
Il ricordo mi tiene compagnia.
È il ricordo
che ancora gioca con me.
Mattia Pangrazi, con il semplice colore nero dell’inchiostro, riesce a ricreare i colori che dipingono l’anima. Alcune poesie erano dipinte in nero o in grigio. Esse trasmettevano malinconia, a volte anche un addio:
Lentamente ti lasci andare
e non esiste freno
quando riesce a penetrarti la malinconia.
Altre invece erano rosse, che evocavano immagini d’amore:
E il cuore cominciò a bruciarmi…
così da rendere cenere
ogni sbaglio antecedente,
antecedente a te.
Leggendo i suoi versi, ho percepito il bisogno di liberarsi da un peso interiore, un peso che opprime l’anima e la intrappola nella realtà. Un malessere che i giovani vivono quotidianamente, perché, crescendo troppo in fretta, non gustano le esperienze dell’immaginare e del sognare.
Mattia ha una visione malinconica della vita, e lo mostra attraverso la fragilità delle parole, che, in Una lucciola nel buio, fungono da specchio della sua anima.
Non esiste casa quando il cuore non si sente al sicuro, così leggiamo nella poesia Nessuna Casa: Autunno Dentro, dove scorgiamo il bisogno del poeta di cercare un angolo accogliente, dove poter far riposare l’anima, lontano dalla vita frenetica.
La raccolta può essere letta anche come viaggio: si scende nelle profondità tristi e malinconiche, per poi risalire verso la luce accecante dell’amore. E la penna di Mattia riesce a legare i due mondi, opposti, ma complementari: Tu sarai sempre, un ricordo di luce in mezzo a tante tenebre. Oppure:
E credo
sia normale
che dove
c’è una luce potente,
vi è pure ombra latente.
Continua il dualismo, presente sempre in ogni suo componimento e in ogni suo aforisma. È già molto maturo, perché ha ben capito che gli opposti non si escludo, ma vivono insieme.
Aforisticamente me
Nella sezione dedicata agli aforismi ritroviamo in sintesi le sue riflessioni filosofiche, che puliti da inutili giri di parole, ci chiariscono alcuni aspetti già ritrovati nelle sue poesie.
Ci ricorda qual è il posto dove ogni uomo ha la sua anima: L’anima resta nei posti dove l’abbiamo lasciata; fedele, sempre.
Ma chi è l’uomo per Mattia? Forse un essere che ha perduto l’anima o l’ha dimenticata in qualche luogo. Ma senza anima, l’uomo è crudele:
La cattiveria trascinerà il mondo nell’abisso.
Non esiste santo nè demonio. Solo, l’uomo.