“Tutta colpa mia”: è una frase che ricorre in questo libro. Un romanzo che usa parole crude, immagini forti, difficili, per descrivere il percorso di una ragazza di soli 17 anni per uscire dalla dipendenza dalla droga.
La prima immagine è devastante:
“Braccia e gambe sembrano disossate, molli come anguille di gelatina. Vomito o saliva incrostati sul mento e sulla guancia. Con grande sforzo, stacco il viso dal sedile.
Ho le labbra e la lingua asciutte come gesso. Apro gli occhi e la luce accecante del giorno li brucia direttamente nelle orbite.”
Lexi Volkov è una giovane ereditiera figlia del proprietario di una famosa catena di Hotels, i genitori sono separati, frequenta una scuola prestigiosa, ma quando incontra Kurt tutto cambia. Lui la porta in questo vortice che la risucchia e la fa “viaggiare” per pochi attimi per poi risputarla impietosamente sfatta e senza forze, ma in poco tempo non riesce più a farne a meno. E’ suo fratello Nikolai a costringerla a disintossicarsi in un centro di recupero su un’isola privata, il “Clarity”.
Le storie con cui Lexy si confronta sono storie di ragazze e ragazzi giovani come lei con disturbi dell’alimentazione, autolesionismo, dipendenza da alcool, dal sesso. Tutti accomunati dallo stesso immenso vuoto interiore colmato con qualcosa che alla fine li distrugge e basta.
Non c’è un personaggio che spicca in particolare, il vero personaggio è la dipendenza e le sue conseguenze che a volte sfociano in tragedia. Ed è proprio questa la colpa, coinvolgere altri nella propria dipendenza e vederli morire davanti ai propri occhi come è successo a Lexi con Antonella.
Ma per smettere ci deve essere la voglia e la forza di volersi bene, perdonarsi e ricominciare da sé stessi. Non è affatto facile e si può cadere ancora, ma, come arriva a scrivere Lexi stessa, ai futuri ospiti del Clarity:
“Sappi che niente è mai così rotto da non poter essere aggiustato.”
Questo libro mi ha brutalmente mostrato la realtà che vivono molti ragazzi che purtroppo cadono nella dipendenza, il difficile percorso verso la disintossicazione, la spinta all’autodistruzione che li porta a continuare a farsi del male, pur conoscendo le conseguenze dei loro gesti. La dipendenza diventa padrona del corpo e non è più il contrario.
Lo sviluppo della narrazione è discontinuo, ho trovato la prima parte del libro molto lenta, poi verso la metà la storia inizia ad avere un po’ più di ritmo con situazioni più coinvolgenti, infine di nuovo lento.
I personaggi sono tanti, ma quelli su cui mi voglio soffermare sono Lexi, Kurt, Brady e Sasha.
Lexi è la voce narrante, è totalmente dipendente prima da Kurt, il ragazzo che pensa di amare e poi dalla droga. È una ragazza debole o meglio sembra avere una strana doppia personalità perché lontano da Kurt è in grado di affrontare qualsiasi ostacolo, fa un percorso di recupero perfetto, quasi senza sforzo, e poi appena si avvicina a lui ricade nel vortice della droga senza esitare, senza farsi domande, senza pensare a tutta la fatica fatta per disintossicarsi neanche per un secondo.
Kurt è il tentatore, lo sfruttatore, l’aguzzino che usa parole d’amore per tenere legata a sé la sua debole preda. Non sapremo mai cosa è stato di lui.
Brady è il ragazzo che Lexy incontra al Clarity, anche lui combatte contro una dipendenza, è davvero un bel ragazzo e a lei piace molto; dopo diversi tentativi falliti per volontà di lui, passano la notte insieme e poi lui se ne andrà dal centro di recupero. Ha paura di non essere in grado di capire se si tratta di amore, non si fida di quello che sente e non vuole che Lexi soffra ancora per colpa sua.
Sasha è il personaggio che mi è piaciuto di più, quello secondo me più vero, più intenso, capace di tirare fuori veramente la sua rabbia, la sua frustrazione, il suo essere imperfetta generando anche una reazione in Lexi sempre così troppo lineare e monotona se non è sotto effetto di droga.
Anche sul finale ho delle perplessità, non mi è piaciuto. Ma non perché volessi o mi aspettassi un finale effettivamente diverso, non mi è piaciuto il tono della narrazione, sommesso, poco credibile, pur cercando di aprire uno spiraglio di speranza sulla storia d’amore tra Lexi e Brady.
Nel complesso mi sento di dire che anche se non è stata una lettura per me particolarmente avvincente, mi ha aperto gli occhi sul mondo oscuro e pericoloso delle dipendenze. Da questo punto di vista mi hanno colpito molto le descrizioni degli stati fisici e psicologici dei personaggi a seguito dell’assunzione di droghe, davvero “realistiche”, molto curate nei particolari. Per questo lo consiglio a chi ha voglia di addentrarsi in un argomento difficile come quello delle dipendenze giovanili.
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