Tommaso Fusari: Da Tempi duri per i romantici a Quello che non siamo diventati
Alla presentazione di Quello che non siamo diventati è stata posta a Tommaso Fusari una domanda che tempo fa gli feci pure io in un’intervista. Vorrei ripartire da lì per riproporre la recensione di Tempi duri per i romantici in attesa di terminare la lettura del suo nuovo libro.
Mondadori – Fusari nasce da una chiamata in pieno agosto mentre ero a lavare la macchina. Mi chiamò un signore dalla Sardegna (Frank seduto al suo fianco sorride n.d.r) un editor freelance che si occupava di cercare nuovi potenziali scrittori e vedere se si potesse ricavare un qualcosa. Non lo ringrazierò mai abbastanza per la fiducia che ripose in me, ci mettemmo subito a lavoro per costruire almeno lo scheletro del romanzo. La chiamata di Mondadori arrivò successivamente, mi invitarono a Segrate, fu uno scambio di chiacchiere, dopodiché mi proposero un contratto. E’ stata una delle giornate più esaltanti della mia vita, e anche delle più ansiose perché in mano non avevo ancora nulla di preciso e definito, ma loro mi diedero fiducia, mi sentivo con un peso eccessivo sulle spalle, come se ci fossero troppe aspettative.
La mia recensione di allora suonava più o meno così
Per essere un romanzo d’esordio è veramente un lavoro interessante. Naturalmente non conoscevo Tommaso Fusari e quello che è ruotato attorno a questo libro ancor prima che fosse stato pensato. Sì, perchè non vivo molto il mondo dei social ed invece è stato il popolo della rete, leggendo le brevi storie che Fusari pubblicava, ad insistere con #escistolibro affinché questo libro prendesse vita.
E’ proprio così che prende vita la storia di Stefano e Alice, tra Roma e Torino, tra famiglie e amici. Inizialmente è la quotidianità di due ragazzini dirimpettai che vivono tra i problemi degli adulti poi è l’avventura di due ventenni che si ritrovano per costruirsi un futuro.
Gli incipit sono tantissimi, forse troppi, per poter ben riflettere su tutto il bagaglio di emozioni che si riversa dalle pagine di questo libro. Questa potrebbe essere la nota non proprio positiva che si può trovare, oltre alla quantità eccessiva di lunghi dialoghi.
Gli ambienti sono Roma e Torino, due grandi città con delle peculiarità molto diverse; Tommaso Fusari riesce a far vivere Stefano in entrambi gli ambienti caratterizzandoli benissimo, si capisce immediatamente in quale location si trova. Forse il segreto sta proprio nel fatto che lo stesso Tommaso si ritrovi molto in Stefano e che racconti i luoghi della sua quotidianità.
I personaggi sono ben delineati, potresti chiudere gli occhi e “vedere” Alice con i suoi capelli rossi e le lentiggini. Le problematiche affrontate dalla giovane, il coraggio che la contraddistingue e la leggerezza che comunque traspare la fanno percepire come la ragazza della porta accanto. E penso che l’autore volesse proprio questo.
Le emozioni e le avventure che capitano a loro e ai loro amici, in alcuni casi coprotagonisti, sono sempre dosate nel modo giusto, senza troppo evidenziare ciò che non è fondamentale per il racconto. Questo fa sì che non si perda mai di vista il tema principale.
Ma nulla, in quel preciso istante, fece più rumore della collisione dei nostri due universi.
La storia è ben proposta, correttamente bilanciata tra Alice e Stefano, non troppo articolata ma con un finale che… fa sì che questo libro non sia un romanzo rosa.
Caro iCrewer di tutto ti puoi aspettare ma non questo finale.