Spare. Il minore del Principe Harry è una pubblicazione epocale che porta alla luce la storia personale del Principe dopo la tragica morte di sua madre, Diana, Principessa del Galles. Scritto con cruda onestà, il libro offre un’esplorazione approfondita di sé e della consapevolezza che l’amore può vincere sempre sul lutto. Il duca di Sussex si è affidato al romanziere JR Moehringer, che sa come scavare nelle memorie sparse ed estrarre i dettagli critici che rendono questa cronaca iper-personale un successo letterario imprevisto.
La recensione di Spare. Il Minore
Inoltre, ho apprezzato la capacità di Harry di raccontare la sua storia in modo intelligente. Nonostante le previsioni che il libro non avrebbe attirato molta attenzione a causa delle altre biografie reali già pubblicate.
Mentre leggevo il libro, sono entrato nel mondo della famiglia reale inglese, anche se in modo critico. Il libro dipinge una famiglia che non fa una gran figura, e mi dispiace persino per loro. La stampa scandalistica, che è amata dagli inglesi, viene dipinta come il vero cattivo della storia.
Complessivamente, Spare. Il minore è un libro ben scritto e coinvolgente. Anche se ci sono momenti in cui Harry può sembrare lamentoso e vittimista, è comprensibile data la sua esperienza. Ho apprezzato particolarmente il fatto che il libro affronta finalmente la morte di Lady Diana, causata dai paparazzi in cerca di sensazionalismo. Harry critica la stampa e l’informazione distorta che viene venduta, e apprezzo la sua sincerità su questi argomenti.
La costante presenza di Lady Diana
Il personaggio più potente della storia, Diana, non appare mai veramente, se non in sfuggenti scintille radianti. L’insopprimibile angoscia della perdita del dodicenne Harry diventa per Moehringer un potente e predominante dispositivo letterario. In cuor suo, Harry ha deciso che sua madre non era veramente morta.
Era “scomparsa”, aveva trovato un modo per sfuggire alla sua infelice e tormentata vita, e crearsi un “nuovo inizio” (forse a Parigi o in una baita nelle Alpi). L’aspettativa del suo ritorno congela il suo cuore e non gli permette di piangere, tranne una volta, quando la sua bara viene abbassata nella terra ad Althorp.
Il lutto e ciò che realmente accadde quella notte nel tunnel di Pont de l’Alma, relegano i ricordi personali di Harry in una cassaforte a cui nemmeno lui può accedere fino a una svolta nella sua metà dei trent’anni nell’ufficio di uno psicoterapeuta. L’unico aspetto della morte di sua madre che lui trova indimenticabile è l’identità di coloro che l’hanno causata: la stampa e i paparazzi, variamente definiti come avvoltoi, pustole, cani, donnole, idioti e sadici, che hanno “torturato” sua madre. La “nebbia rossa” della sua rabbia verso di loro non si dissipa mai. Il lettore è con lui fino in fondo mentre la folla di giornalisti umilia il principe senza bussola per ogni passo falso commesso in adolescenza.