Antoine de Saint-Exupéry, nel suo Piccolo Principe, ha impresso nella mente dei suoi lettori che “L’essenziale è invisibile agli occhi”. L’essenziale è qualcosa che l’uomo ricerca continuamente, per catturare quell’attimo, quell’istante in cui tutto era al principio ma era bastante per il nostro animo tormentato.
Non c’è da stupirsi quindi se Michela Zanarella, astro nascente della poesia italiana, abbia deciso di dedicare la sua ultima raccolta di poesie, Recupero dell’essenziale, alla ricerca di queste piccole gioie dell’anima. Dal 2006, anno in cui pubblica la sua prima raccolta dopo un incidente stradale che l’ha fatta avvicinare a questo genere artistico, Zanarella ha creato un percorso artistico di ricerca e tensione verso ciò che c’è al di là delle nostre percezioni quotidiane, che ci porta appunto a questa ultima sua avventura nel mondo dell’essenziale.
Recupero dell’essenziale di Michela Zanarella
Le immagini che ricorrono spessissimo nelle sue poesie sono l’alternarsi del sole e della luna, il mutamento delle stagioni, la flora cangiante attorno alla voce narrante. Il mondo intorno a Zanarella, e al lettore, prende vita e la natura diventa spettatrice e attrice del nostro dramma interiore, diventa amica e consigliera, diventa madre e sorella. La descrizione di tutto ciò che circonda l’autrice è così densa di immagini da sembrare vera; il profumo dei fiori e dell’estate è presente nell’aria, il sole nel cielo terso riscalda la pelle e fa sembrare il gelo dell’inverno solo un ricordo molto malinconico.
L’elemento che più spicca in questa raccolta di poesie è il silenzio: Zanarella descrive il suo animo estremamente silente, come se fosse perennemente in ascolto per cercare di carpire l’essenziale senza però cercare di intaccare la ricerca con le proprie sensazioni. Di contro, il mondo floreale che lei descrive è in costante movimento, e prende metaforicamente parola diventando ancora una volta partecipante attivo del dialogo interiore tra la voce narrante e i gli elementali.
Zanarella in questa raccolta non solo parla con la natura, ma ricorda: il ricordo di ciò che è stato, delle calde estati e dei gelidi inverni, il ricordo di cos’era il suo animo, è lo strumento che usa per iniziare la sua ricerca e interrogarsi sul ritorno dell’essenziale.
Altro interessante elemento delle poesie di Zanarella è la sovente dedica a personaggi letterari di spicco: Pasolini, Fallaci, Alberti e Lorca sono alcuni degli animi affini a cui Zanarella dedica i suoi versi, e non sembra solo per omaggiarli, ma quasi come se lei fosse una studentessa che mostra ai suoi maestri ciò che è riuscita a fare, come per dire “se sono arrivata qui è anche grazie a te, ma adesso posso camminare da sola”.