Da Mirca Ferri uno spaccato di ricordi, testimoni di un tempo incantato che vive dentro ognuno per sempre.
Infanzia magico mondo, incanto che scrittori e poeti hanno cantato e cantano, in mille teoremi di forme, da che letteratura esiste. Un eden perduto, questo appare l’infanzia agli occhi adulti di chi si gira indietro a guardare il suo passato. Lo ha cantato nella sua poetica il buon vecchio Pascoli (uno fra i tanti), lo canta in questo romanzo breve Mirca Ferri, lo cantano e canteranno ancora un’infinità di altre penne scriventi.
Volenti o nolenti che sia stata felice o meno, l’infanzia vive immortale dentro ognuno. Il bambino che siamo stati, le esperienze vissute hanno il potere di interferire con la vita adulta, consapevolmente o inconsapevolmente. E, a questo meccanismo, non sfugge neanche la scrittrice: un’infanzia, la sua, fatta di amicizie vere, di avventure, di esplorazioni, in una terra che sente profondamente nel cuore e nell’anima, infanzia fatta di piccole e grandi “magie” ma anche di paure. Perchè, nel vissuto di un qualsiasi bambino, c’è sempre un qualcosa, piccolo o grande, reale o immaginario che ne turba lo scorrere sereno.
Episodi dai contorni poco netti, fatti inspiegabili e quasi fiabeschi, paure ancestrali rafforzate dai racconti più o meno veritieri degli adulti, colpiscono la fantasia, la sensibilità e la psiche di un bambino. In [amazon_textlink asin=’8867432907′ text=’Radici di infanzia, ali di vita’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’92d72472-c169-11e8-be47-b7cb16c256d5′], l’autrice vive un episodio di questo genere che occupa la quasi centralità del testo. Sembra che, la stessa autrice, ne sia ancora in qualche modo impressionata. I contorni del racconto, nella sua memoria e agli occhi del lettore, assumono lo scenario del mistero, del soprannaturale, del magico, quasi. Un magico che inquieta l’autrice che, pur essendo ormai donna e madre razionale, di quel mistero sembra ancora essere, in qualche modo, inconsapevolmente condizionata: l’inconscio e la memoria di donna adulta non hanno dimenticato il forte turbamento, l’inquietudine, la paura che la bambina di un tempo ha vissuto e, per certi versi lo conservano ancora intatto.
Radici di infanzia, ali di vita, non è altro che il ricordo di un vissuto neanche troppo lontano (quel tempo in cui tablet, cellulari ed internet non interferivano con la vita reale), con flash e considerazioni su quanto sia cambiata la vita individuale e collettiva, nel giro di pochi decenni. Un infanzia incantata da conservare e tramandare alla memoria di quelli che verranno dopo e avranno altre e diverse infanzie.
Pur nella validità della tematica, le radici e la loro importanza e nella scorrevolezza del testo, data anche la brevità, si legge infatti in pochissimo tempo, il romanzo manca di mordente, di pathos. La compartecipazione emotiva è legata esclusivamente agli “eventi inspiegabili” che l’autrice bambina vive, probabilmente perchè ancora li percepisce come paurosi e inspiegabili.