Oggi, caro iCrewer, ti parlo di Poetry slam, il libro scritto a sei mani da Paolo Agrati, Davide Passoni e Ciccio Rigoli, uscito nei primi giorni di luglio per Editrice Bibliografica. Un libro che si è rivelato il compagno perfetto per i miei ultimi giorni di vacanza, una lettura davvero molto interessante condita con la giusta dose di brezza marina e la freschezza di una birretta sotto l’ombrellone.
Un testo che ho avuto il piacere di ricevere dalle mani di uno degli autori – con tanto di simpatica dedica personalizzata – durante uno degli eventi di poesia a cui ho preso parte come concorrente. Quando riesco, infatti, amo molto partecipare a queste battaglie per poeti, principalmente per incontrami con altri autori che condividono la mia passione e l’interesse per questo mondo.
È questo lo spirito che caratterizza i raduni poetici: la gara è al servizio dello spettacolo ma la vera vincitrice è sempre la poesia. Nel manuale scritto da tre dei più conosciuti esponenti della scena lombarda – brianzola – ma direi anche nazionale, si sottolinea ampiamente questo aspetto che fa del poetry slam una vera festa del testo poetico messo al servizio di uno show per intrattenere il pubblico.
Poetry slam: il manuale dedicato ai poeti e ai performer
Poetry slam è un vero e proprio manuale dedicato agli appassionati di questa disciplina che mette insieme la scrittura, la poesia, il teatro e lo spettacolo da fare davanti a un pubblico, anzi, per meglio dire, con il pubblico.
Chi assiste a un poetry slam, infatti, è sempre parte attiva della serata (considerando che la maggior parte degli eventi sono serali). L’mc, ovvero il maestro di cerimonia, colui che presenta la serata e detta i tempi dello spettacolo, infatti, dopo la presentazione dei poeti in gara, sceglie tra il pubblico cinque giurati. Anche questo, grazie alla bravura del conduttore, diventa spesso un momento di intrattenimento molto divertente.
La giuria di un poetry slam è quindi scelta sempre a caso tra il pubblico accorso per assistere allo spettacolo. Ogni giurato, dopo aver ascoltato la performance di ogni poeta, da un giudizio che va da zero a dieci.
Per ogni votazione, in modo da mantenere un giudizio equilibrato e non far finire la competizione sotto le grinfie di qualche colpo di testa da parte dei giurati, vengono presi i tre voti centrali, ovvero vengono scartati il più alto e il più basso. Più facile da vedere che da spiegare.
Coinvolgere il pubblico rende lo spettacolo molto entusiasmante e molto interattivo. Nel libro Poetry Slam sono ben spiegate le dinamiche che si innescano e il motivo di questa regola che prevede una giuria popolare e non, per esempio, una di qualità o di esperti del settore.
Il libro si apre con la storia del poetry slam: dalla creazione allo sviluppo che ha portato al boom di questi ultimi anni, passando per il suoi primi passi, per il suo arrivo in Italia e per la creazione di una vera lega nazionale, la LIPS. Si elencano dettagliatamente i vari campionati regionali, nazionali, europei e mondiali e, cosa molto interessante, si segnalano tutti i collettivi presenti sul nostro territorio italiano.
Scoprire che c’è un movimento culturale poetico che brulica per tutto lo stivale mi ha dato un forte senso di sollievo. Mi son sentito rinfrancato nel sapere che in ogni angolo del nostro paese c’è un performer che si mette alla prova con i suoi versi davanti a un pubblico più o meno numeroso.
Perché quello di mettersi alla prova è un altro aspetto ben affrontato nel testo di Davide Passoni, Paolo Agrati e Ciccio Rigoli. Un’intera sezione dedicata all’aspetto tecnico e creativo della performance poetica. Consigli, condivisioni di esperienze vissute e trucchetti per migliorare la propria vita da performer.
Pagine che ho letto come se le stessi studiando.
Non mi ritengo, infatti, per nulla un performer. Nelle mie poche esibizioni in un poetry slam mi sono sempre reso conto che i miei testi, magari anche validi, perdevano di efficacia per via della mia non eccelsa capacità recitativa.
Leggere questo manuale mi ha aiutato di sicuro, anche se per la prova del nove bisognerà aspettare la prossima occasione in cui salirò su un palco.
E poi, ancora, il contributo di tanti slammer, tra i quali anche Guido Catalano, che attraverso un’intervista o anche solo a un aneddoto legato allo slam, dimostrano che nella grande famiglia di questo spettacolo, che mette al centro i poeti e la poesia, c’è un grande affiatamento.
Come dicevo in apertura il bello del poetry slam è che si tratta di una gara tra poeti che però non si mettono realmente in competizione tra di loro. Ci si sente attori dello stesso spettacolo che deve elevare la poesia e metterla al servizio della gente accorsa per sentirla. Poi è chiaro che chi vince magari va a casa più felice di chi è arrivato ultimo.
Infine, Poetry Slam prevede anche una sezione che comprende tutti i regolamenti della disciplina, i format che ne possono derivare e molti consigli pratici per organizzare un evento.
Perché tutti possono buttare in piedi uno slam, ma soprattutto qualsiasi luogo è adatto per farlo. Basta avere molta creatività. Virtù che a un poeta non dovrebbe mancare per definizione.
Concludendo, leggere Poetry Slam mi ha trasmesso un grande entusiasmo. Una grande voglia di mettermi in gioco e di migliorare la mia scrittura anche in ottica teatrale e recitativa. Nel mio piccolo – davvero piccolo – mi ha fatto sentire parte di un movimento che merita tutta la ribalta che passo dopo passo si sta guadagnando nel nostro paese. (Poetry Slam è stato anche un format televisivo andato in onda su Zelig TV)
Ma soprattutto mi ha fatto venire una gran voglia di spettacoli dal vivo. Di incontrarsi, di scambiarsi idee e di fondere versi. Di tornare a usufruire della genialità degli artisti, per ricominciare a dipingere questo mondo che diventa sempre più grigio.