In uscita il 20 gennaio, in anteprima mi è capitato quasi per caso tra le mani Per amore di Hudson, il sesto capitolo del Sensale misterioso di Ella Pointe, la saga romance storica autopubblicata da Tess Thompson e tradotta in italiano da Isabella Nanni. Pur intuendo di non rientrare nel target del romanzo, ho comunque voluto accettare la proposta narrativa della mia caporedattrice. Da una parte perché mi diverto a esplorare il panorama editoriale più vario, dall’altra ero incuriosito da una scrittrice come la Thompson, la quale si cimenta, con buoni risultati commerciali, nell’avventura dell’autopubblicazione. Vediamo ora che cosa ne ho tratto.
Lo stile di Per amore di Hudson
Da un punto di vista tecnico la scrittura risulta essere semplice e alla portata di tutti, come è proprio del genere. Un espediente interessante della Thompson è l’utilizzo di una prima persona alternata, con la vicenda raccontata sia dal punto di vista della tata Piper, sia da quello del padrone di casa Hudson. E quindi, non a caso, tutti i diciannove capitoli saranno intitolati o come “Piper”, o come “Hudson”. Un merito del romanzo è certamente la scorrevolezza del testo, infatti la Thompson è molto abile a far girare la pagina al lettore. In pratica, pur potendo notare altri tipi di difetti di cui parleremo dopo, non ci si annoia mai.
I personaggi e le atmosfere di Per amore di Hudson
I personaggi sono molti e tutti vanno a creare un immaginario più da gioco di ruolo che da vero romanzo. L’unico personaggio credibile è Bebe, la figlia di Hudson e di cui Piper si deve occupare. È credibile perché è giusto che la psicologia di una bambina di dieci anni non venga ritratta con particolari complessità, e che sia solo una dolce e innocente bambina, pur dal carattere vivace e a tratti impertinente.
Nonostante, o forse proprio grazie a questi elementi, si viene tuttavia a creare un’atmosfera avvolgente e rassicurante, in cui il lettore può immergersi e giocare di ruolo nella sua mente come partecipante attivo alla vita della villa e dei personaggi. Escludendo degli squarci di terribile realtà, in cui la Thompson ben descrive in maniera anche cruda momenti di violenza, il resto del romanzo risulta essere un enorme spettacolo di proiezioni psicologiche ideali, con cui il lettore può evadere dalla sua quotidianità e, eventualmente, svagarsi dando tridimensionalità ai personaggi tramite la propria fantasia, partendo dagli script che la narrazione mette a disposizione. Il tutto con delle tinte da racconto giallo, a seguito della scoperta di delitti di ieri e di oggi, ma che non prendono mai il sopravvento sulle tematiche più rosa della storia.
I temi di Per amore di Hudson
In parte credo traspaiano da quanto detto sopra, ma riassumendo si possono citare la ricerca del vero amore, lo sfuggire alle violenze del mondo, le famiglie disfunzionali, il timore di non essere bravi genitori, il riannodare i fili della propria vita e un ideale di vita semplice che pervade tutto il romanzo, in cui i giusti alla fine saranno felici e i malvagi pagheranno necessariamente le conseguenze delle loro nefandezze.