Lo avrai capito già da qualche recensione: amo i romanzi di formazione legati a dinamiche familiari e Parlami dello scrittore Francesco Zani è proprio uno di questi. Il titolo e la copertina di questo romanzo mi hanno attirato sin da subito nella lettura immersiva di questa storia che mi ha toccato nel profondo.
Ti chiederai perché e io piano piano ti spiegherò tutto nella mia recensione!
Parlami di Francesco Zani: la mia recensione
Ho deciso di inserire la recensione di Parlami di Francesco Zani, edito da Fabbri, nella rubrica Leggiamo per i piccoli perché ritengo sia una lettura che un genitore possa fare insieme al proprio figlio/a adolescente per le tematiche davvero interessanti che emergono in questo romanzo. Argomenti che possono avere un ruolo educativo e creare un momento di riflessione familiare.
Ma prima di inoltrarci in quello che emerge da questo romanzo, di che cosa parla il libro?
Zani ci trasporta scrivendo in prima persona nel mondo della riviera romagnola, precisamente a Cesenatico, dove si sente il profumo del mare, i pescherecci rimangono ormeggiati, l’odore del pesce si mischia a quello dell’acqua salata, gli anziani giocano a bocce litigando e la strada è ricca di colori e di cordialità emiliana. Ci troviamo negli anni Novanta, dove la spiaggia è animata di gente, sportivi, cantanti e attori come Lucio Dalla, Dino Meneghin, Gigi Riva e Giacomo Agostini per esempio.
Ma questo mondo così allegro e sorridente nasconde come tutti i luoghi del pianeta un racconto intimo, raccolto nella nostalgia e nella malinconia di un ragazzo che, il 25 febbraio 1990, diventa il fratello maggiore di Alessandro, o meglio di Gullit, il soprannome che decide di dargli come dedica al Tulipano Nero, l’ex stella della squadra del Milan.
Io facevo la seconda elementare e la mia persona preferita nel mondo era Ruud Gullit, l’attaccante del Milan. Le treccine lunghissime che portava erano magnetiche e quando scattava su e giù per il campo l’acconciatura non si muoveva.
Correva più veloce di tutti, come in volo su quelle sue gambe secchissime, e segnava certi gol che non si vedevano fare a nessuno. Non ero innamorato di lui, volevo essere come lui.
Quel giorno cambia totalmente la vita al protagonista del libro che diventerà il punto di riferimento per quel ragazzo speciale.
Tutta quella sensazione di abbandono era sparita in pochi secondi perché i tuoi occhi dicevano una cosa ben precisa: non mi sarei mai più sentito solo. Non mi importava più di essere rimasto a casa senza sapere nulla, perché adesso ero diventato tuo fratello.
«oh, ciao, Gullit», ti avevo detto.
Un bambino speciale
Il protagonista, in questo libro che sembra un diario, parla di Gullit come di un bambino speciale: quel legame così forte e intenso verso il fratello minore lo rende protettivo nei suoi confronti e appare un’attenzione particolare ben lontana da quella del padre, uomo burbero e distaccato che pensa sempre ai soldi, e alla madre, sofferente, alcolizzata e sempre indaffarata con le faccende domestiche e gli impegni lavorativi.
Ed è proprio il fratello maggiore che si accorge che Alessandro è diverso dagli altri bambini: parla pochissimo, balbetta, ha delle piccole fissazioni e non riesce ad avere degli amici. Riesce solo a confidarsi con lui in quel rapporto che diventerà importantissimo con il passare degli anni.
Il romanzo ci accompagna infatti nell’infanzia e nell’adolescenza di Gullit che cresce insieme a suo fratello maggiore nell’animata Cesenatico al Bagno Beatles, lo stabilimento balneare gestito dai loro genitori e da un personaggio ambiguo di nome Emidio.
Le tematiche di Parlami
Come avevo accennato prima ci troviamo di fronte a un vero romanzo di formazione, esordio narrativo di Francesco Zani, una delle voci più promettenti nel panorama letterario contemporaneo italiano. Una storia che segue l’evoluzione di un bambino che fa fatica ad ambientarsi nel mondo e a essere socievole con gli altri ma che grazie alla sua tenacia, alla volontà di affermarsi e all’aiuto costante del fratello, riesce a conquistare le tappe della crescita e della formazione personale, soprattutto in campo lavorativo.
Particolarmente toccante il legame dei due fratelli che rimane indissolubile in tutto il romanzo in contrasto con la mancanza di coesione familiare che ha poche basi solide.
Una tematica fortissima è quella del fenomeno dell’immigrazione che emerge sullo sfondo della città balneare e portuale: clandestini che per pochi euro al giorno lavorano per conto di Emidio e dello stabilimento balneare e vivono ammassati in un casolare abbandonato nella campagna emiliana senza acqua e corrente elettrica con pochissimo cibo a disposizione nel caos più totale. Sarà proprio Gullit, o Alessandro, a rendersi altruista e premuroso nei confronti di quei bisognosi che sono fuggiti disperati dalla guerra.
«Se vinci dei soldi cosa te ne fai?», ti avevo chiesto.
«Li porto ai ne-ne-ne-ri», mi avevi detto con la bocca piena mentre mangiavi una fetta di cocomero.
«Perché?», avevo subito ribattuto.
«Perché ne hanno bisogno. A chi li devo da-da-dare? Al babbo?»