Ovunque per te, l’ultimo capitolo della saga sulla vita di Futura, Patrick e i loro amici scritto da Elena Genero Santoro – La recensione
Caro iCrewer eccomi oggi a parlarti di questo romanzo, Ovunque per te, l’ultimo capitolo di questa telenovela scritta da Elena Genero Santoro che ci racconta l’evoluzione delle vite di vari protagonisti, primi tra tutti Futura e Patrick
Ho usato il termine telenovela perché è questa l’impressione che mi ha dato leggere tutti i vari accadimenti raccontati dalla scrittrice che riguardano molteplici personaggi e che vengono presentati all’inizio di questo romanzo, il che da parte mia non vuole essere né un’accezione negativa né una positiva ma solamente la definizione del feedback che ho ricevuto appunto da questa lettura: non conoscevo i precedenti capitoli ma non ho trovato alcuna difficoltà a memorizzare le diversità di ogni protagonista e a seguirne le trame dedicate. Le storie si avvicendano tra Italia, Inghilterra e Spagna e gli attori si ritrovano ad affrontare questioni lavorative, sentimentali, etiche e morali.
“La crisi economica tocca proprio tutti: Patrick, ingegnere informatico residente a Londra, reduce da una convalescenza, viene licenziato in tronco in seguito a una ristrutturazione dell’azienda. La moglie Futura, che lo vede depresso e insofferente, cerca di spronarlo in ogni modo, affinché lui ampli i suoi orizzonti professionali. Così lui accetta un incarico in un ateneo di Barcellona, ma sarà proprio Futura a farne le spese. Ljuda, moglie di un ex seminarista, incinta del terzo figlio, perde il suo amato lavoro da commessa. Per ovviare accetta di collaborare con un telefono erotico. Manuela, spiantata e sfruttata dall’avvocata presso cui svolge il suo praticantato, decide di subaffittare il suo alloggio a uno studente che si rivela presto strafottente e dedito alle droghe leggere. Intanto cerca di portare avanti la sua relazione con Giovanni, che vive a Bruxelles per uno stage. Persino Mac, attore di Hollywood all’apice del successo e senza problemi di liquidi, è depresso: il suo matrimonio sta andando a rotoli e la sua carriera ha smesso di dargli soddisfazioni. Solo Daniela, estetista di paese, non risente della recessione, ma per trovare un equilibrio con Stefano dovrà comprendere quanto è difficile per un disabile vivere in un mondo pieno di barriere architettoniche.”
La scrittura è fluida e i dialoghi ben costruiti, non vi sono refusi o descrizioni confusionarie né dei luoghi né dei personaggi, tutto viene collocato in spazi ben definiti e si voltano le pagine con piacevolezza. Ho notato l’uso di termini come ad esempio “stronza” e “trombare” che mi hanno fatto storcere un po’ il naso, ma non per mero bigottismo, ci mancherebbe, io sono toscana e il termine “trombare” si usa ogni quattro parole, ma perché essendo vocaboli usati più nel parlato che nello scritto potevano essere sostituiti con definizioni più ricercate che avrebbero trasmesso ugualmente il significato, visto che la scrittrice doti descrittive ne ha. Magari è una scelta voluta, visto che l’ironia fa parte dello stile, apprezzato, dell’autrice. A parte questo comunque nient’altro di anomalo da segnalare. Le vicende sono gradevoli da seguire: non ci sono eventi traumatici, scioccanti o roboanti e si prosegue fino alla fine del romanzo come per inerzia, curiosi di sapere cosa succederà ai nostri personaggi. Una lettura leggera quindi, che non ti toglie il sonno di notte ma che si fa apprezzare per la sua scorrevolezza e che ti permette di trascorrere piacevoli momenti davanti al pc o scorrendo le pagine. Il finale presuppone un to be continued, e avrei preferito vi fosse inserito un qualche elemento in più di suspense atto ad invogliarti a conoscere l’eventuale seguito: per quanto mi riguarda non è un capitolo che non perderei per niente al mondo, ma specifico che questo è un mio parere personale e quindi assolutamente opinabile.
Consigliata quindi la lettura (magari partendo dalla prima uscita per sentirsi più partecipi delle vite e delle psicologie dei personaggi) a chiunque abbia voglia di una parentesi piacevole e indiscutibilmente ben scritta.
L’AUTRICE