Caro lettore, durante queste vacanze ho letto L’ora del te – Le (dis)avventure di Alice in Fashionland di Valentina Schifilliti. Come forse ricorderai, ero presente alla presentazione che la scrittrice ha fatto ad Asiago l’estate scorsa. La storia narrata mi ha appassionato fin dalle prime righe: racconta di cose reali, quali la perdita di un lavoro, la capacità e il desiderio di rialzarsi e reinventarsi dopo una “sconfitta”; la descrizione degli avvenimenti è scritta in maniera semplice, scorrevole, piacevole da leggere.
Alice viene licenziata il giorno della vigilia di Natale, nonostante il datore di lavoro le avesse promesso un contratto a tempo indeterminato. Dopo un primo periodo di sconforto decide di seguire la sua passione, trasmessa a lei dalla Nonna Bice, sarta in un atelier di negozi da sposa: cucire vestiti. Apre un suo profilo social, dove i follower iniziano a seguire le sue creazioni sartoriali. Quando la fama aumenta, viene contattata per promuovere una linea sartoriale non di propria creazione. All’inizio accetta questo tipo di lavoro che le permette di guadagnare bene, al fine di non pesare sull’economia familiare, ma questo comporta controllare cosa pubblica sulla sua pagina. Verrà ingannata sulla possibilità di creare una propria linea di creazioni sartoriali.
Lati positivi in L’ora del te di Valentina Schifilliti
Ora ti voglio raccontare cosa mi è piaciuto durante questa lettura: la lezione trasmessa dalla scrittrice. Alice inizialmente segue le indicazioni che le vengono fornite al fine di avere più “like” in pochi minuti: quali foto pubblicare, ogni quanto postare immagini e informazioni, cosa rispondere a eventuali hater. Quando capisce che non riuscirà mai a realizzare le sue creazioni con il suo nome, per quanto assecondi le informazioni fornitele, decide di tornare ad essere se stessa, di seguire le sue passioni, anche se questo le farà perdere alcuni “mi piace” e molti sostenitori.
La morale che ho imparato è che la fama e il successo non potranno mai compensare i legami di amicizia e di amore delle persone che ci circondano, quindi non devono essere trascurati. Meglio essere sinceri e reali, perché solo essendo se stessi si può vivere una vita migliore, con accanto coloro che amiamo che, in caso contrario, rischieremmo di perdere e… come dice un vecchio detto “Le bugie hanno le gambe corte”, quindi difficili da mantenere a lungo nel tempo e prima o poi si scopre la verità e quando viene a galla si perdono non solo i sostenitori, ma anche tutti gli affetti già allontanati precedentemente.
Mi ha dato la possibilità di riflettere sui personaggi famosi più o meno seguiti. La loro vita non è bella solo perché in tutte le foto sorridono e sembrano felici. Attraversano anche loro periodi di difficoltà e di paura. Ciò che pubblicano è solo ciò che l’essere umano vuole vedere, ma sono uomini e donne come noi. Siamo noi a decidere l’orientamento del mercato, che poi segue “l’autostrada del denaro”.
Ho apprezzato moltissimo anche il personaggio Margherita, la titolare del locale Mama Quilla, è un personaggio speciale: sostiene Alice con profonda e sincera amicizia, quasi materna, proprio come il nome del suo locale, dedicato alla protettrice delle donne sposate; ma è anche una donna con una profonda tristezza, che cerca di mascherare per non distrarre Alice dai suoi progetti. Proprio come una mamma dice alla protagonista ciò che pensa, anche quando questo rischia di incrinare la loro amicizia.
Lati negativi in L’ora del te di Valentina Schifilliti
Non ho riscontrato lati negativi in questo racconto, l’ho apprezzato, meglio divorato, dalla prima all’ultima pagina. Nonostante ci siano numerosi riferimenti ad una fiaba molto famosa, Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, il filo conduttore è la verità, il raccontare le paure e le fragilità dell’essere umano, anche quando questo fa molta paura.
Leggete… con la lettura volerete! Buona lettura!