NO Dieci racconti per un nuovo immaginario novarese
Caro iCrewer00k è un piacere parlarti oggi di questa raccolta di racconti dal titolo molto curioso “NO. Dieci racconti per un nuovo immaginario novarese” edita da Effedì edizioni.
L’antologia, come dice anche il suo titolo, raccoglie dieci racconti scritti da scrittori professionisti di età differente, ma connessi con qualche legame alla città di Novara.
Ma partirei con il presentarvi i vari autori.
Alessandro Barbaglia
Alessandro Barbaglia è un libraio, nato a Borgomanero e vive a Novara. Nel 2017 ha pubblicato per Mondadori “La locanda dell’ultima solitudine“, finalista del premio Bancarella, vincitore del premio “Adotta un esordiente” e secondo classificato al premio Kihlgren opera prima. Nel 2018 ha pubblicato “L’atlante dell’Invisibile“, il suo secondo romanzo.
Luca Colombo
Luca Colombo è nato nel 1986 vive e lavora a Oleggio. Ha pubblicato “Caccia al morto” per Graphofeel edizioni e il racconto “Verbena” inserito nell’antologia “L’essenza del Natale“.
Roberto Conti
Roberto Conti è nato a Novara nel 1982, è un giornalista collabora con testate piemontesi e lavora come responsabile di un ufficio stampa della Pubblica Amministrazione.
Gabriella Contu
Gabriella Contu è nata nel 1974 a Novara, dove ancora risiede, si è dedicata alla sceneggiatura di storie a fumetti per Sergio Bonelli Editore, tra cui “Zagor”, “Tex” e “Dylan Dog”.
Antonio Mesisca
Antonio Mesisca è nato a Novara nel 1975, ha pubblicato per Cento Autori il noir “Serial photo” e per Scrittura & Scritture il noir “Nero Dostoevskij“.
Luca Ottolenghi
Luca Ottolenghi è nato a Novara nel 1983, ha fatto il giornalista, scrivendo per giornali locali e nazionali. Nel 2017 è uscito il suo romanzo “Questa Terra” edito da Iemme edizioni e vincitore del bando Sillumina di Siae e Mibact, primo volume di una trilogia. Ha scritto il racconto contenuto in questa raccolta con Dembo Djabi nato a Bira nel 1998 e residente a Novara.
Marco Pellegrino
Marco Pellegrino è nato a Novara nel 1984, ma vive a Milano. Nel 2012 collabora alla realizzazione di un disco de “I Quartieri” e incide un brano dal titolo “9002″, selezionato come colonna sonora della serie televisiva “Suburra“. Tra il 2008 e il 2018 realizza diversi cortometraggi come regista e sceneggiatore. Nel 2018 pubblica “Il figlio delle rane” scritto a quattro mani con Giulio Beranek.
Elia Rossi
Elia Rossi è nato nel 1986 a Borgomanero e vive a Novara. Ha pubblicato diversi racconti brevi su riviste letterarie come Nuova Prosa, articoli di critica letteraria su blog come La Balena Bianca e due romanzi: “L’anno dei cavoli a merenda” 2014, edito Alcheringa e “Fortunale” 2016 L’Erudita edizioni.
Simone Sarasso
Simone Sarasso è nato nel 1978 vive a Novara scrive storie nere per la narrativa, i fumetti, il cinema e la tv; insegna scrittura creativa, sceneggiatura e semiotica alla Naba di Milano. Ha pubblicato diverse opere tra cui: La “Trilogia sporca dell’Italia- Confine di Stato” 2007, Marsilio; “Invictus” 2012, Rizzoli; “Colosseum“, 2012, Rizzoli. E’ autore con Daniele Rudoni della Graphic Novel “United We Stand“, 2009, Marsilio.
Carlo Tirinanzi de Medici
Carlo Tirinanzi de Medici è nato a Novara nel 1982 è saggista e traduttore. Ha pubblicato diversi lavori di teoria della letteratura e di critica letteraria, tra cui “Il vero e il convenzionale” Utet, 2012 e “Il romanzo italiano contemporaneo dalla fine degli anni Settanta a oggi” Carocci, 2018.
La postfazione è scritta da Francesco Mereta e l’opera è curata da Luca Ottolenghi, Roberto Conti e Alessandro Barbaglia.
NO dieci racconti per un nuovo immaginario novarese
Sono contenta che “NO dieci racconti per un nuovo immaginario novarese” abbia trovato il modo di raggiungermi, ho infatti trovato questa antologia in uno scaffale di una deliziosa biblioteca in cui ultimamente sto trascorrendo le mie giornate.
Il libro è stato regalato alla biblioteca dallo scrittore Elia Rossi e reca in prima pagina una carinissima dedica e alcune firme dei dieci autori.
Da novarese ovviamente non ho potuto rimettere sullo scaffale il libro e passare oltre, ma ho scelto di chiederlo in prestito e di leggerlo.
Ho trovato una raccolta molto curata che custodisce i racconti di scrittori più giovani e meno giovani, di genere differente che passano da toni più seri a racconti più giocosi, ma tutti collegati da un legame con la città di Novara.
Tra i racconti di “NO dieci racconti per un nuovo immaginario novarese” che ho preferito e non me ne vogliano gli altri autori, ce ne sono tre.
Il primo di cui vado a parlarvi l’ho scelto per la grande simpatia e la vicinanza con i miei gusti letterari che ho ritrovato ed è il racconto del giovane scrittore oleggese Luca Colombo, si intitola “La Vacca” .
Seppur questo scrittore abita nel paese proprio accanto al mio e talvolta le nostre strade si sono incrociate non mi era ancora capitato di leggere nessuna delle sue opere.
Il suo stile di scrittura è molto fluido e scorrevole e la storia assai curiosa, lo scrittore infatti posiziona una mucca proprio al centro di Novara tra i locali affollati del sabato sera. Potete solo immaginarvi quello a cui la mucca di razza Hérens assiste. Luca Colombo descrive con grande realismo i negozi, le vie di Novara e con una sottile ironia riesce a trasmettere sottili messaggi morali e a far sorridere il lettore.
L’ho veramente apprezzato molto.
Ma ora veniamo agli ultimi due racconti che ho scelto di raggruppare per la connessione che si manifesta tra le due storie, questi sono i loro titoli: “La Pacchia” di Luca Ottolenghi & Dembo Djabi e “Di là dal mare” di Simone Sarasso che tra l’altro è l’unico racconto che non è ambientato a Novara o provincia.
Di cosa parlano questi due racconti?
Di immigrazione e la raccontano in due modi diversi, ma complementari come due facce di una stessa medaglia, infatti se da un lato la storia di Luca Ottolenghi e Dembo Djabi narra il viaggio di un giovane che attraversa mille pericoli per raggiungere l’Italia, dall’altra abbiamo la storia di Simone Sarasso che racconta la nostra immigrazione fatta di quel medesimo viaggio disperato che ha portato non solo i nostri antenati, ma anche molti dei nostri amici a partire per l’America.
Ho trovato due racconti molto attuali e che donano al lettore punti di vista differenti di una medesima situazione e una buona dose di speranza.
Vorrei concludere questa recensione proprio con le parole del giovanissimo Dembo Djabi che ringrazierei per la sua testimonianza:
Mi chiamo Dembo Djabi, ho vent’anni e sono un sopravvissuto. Sono nato e cresciuto in Senegal, in un villaggio di campagna che si chiama Bira, tra la Casamance e Tambacounda.
Ho fatto le scuole elementari e medie, poi ho iniziato le superiori, il liceo scientifico. Purtroppo ho frequentato un anno su tre: sono stato promosso e sarei dovuto passare in seconda, ma sono stato costretto a interrompere i miei studi per cause più forti della mia volontà.
Mi piaceva giocare a pallone e andare in bicicletta, mi piaceva stare con gli amici, anche se ora molto probabilmente non li rivedrò mai più.
Ho deciso di partire non perché lo desiderassi, ma perché ero terrorrizzato, e vivere nella paura non è dignitoso…
Stare nel mio paese voleva dire morte certa, partire voleva dire morte probabile.
Io ho scelto di partire.