Tanti punti di vista per un mistero da far accapponare la pelle
Caro iCrewer, ho da poco terminato la lettura di un appassionante thriller, pubblicato qualche mese fa dalla Newton Compton e che vi abbiamo presentato in anteprima: Nel silenzio della notte dello scrittore inglese Graham J. Minett.
Il romanzo si apre con la presunta sparizione di una giovane donna da una stazione di servizio. Julie non è stata però ripresa dalle telecamere di sicurezza e la polizia locale ipotizza che la sua scomparsa sia tutta una farsa del suo accompagnatore, Owen Hall. È facile credere ciò, date le difficoltà che ha Owen con il relazionarsi con gli altri e col fatto che è il principale indiziato in un omicidio avvenuto qualche mese prima. Il suo ex compagno di scuola Callum Green è stato infatti trovato senza vita, proprio quando Owen aveva appena accettato un lavoro di restauro a casa sua. La polizia non aveva allora le prove necessarie per incriminarlo, tuttavia l’ipotetica sparizione di Julie può fornire un nuovo pretesto per continuare le indagini.
Nel silenzio della notte è un thriller che si distingue da tutti quelli che ho letto fino ad ora. Parto dal suo punto forte: la struttura del racconto. La narrazione non segue la canonica linea temporale, ma alterna capitoli ambientati prima della morte di Callum a quelli dopo la sparizione di Julie. Il gioco di incastri che si crea fra le due cronologie all’inizio è spiazzante, ma ci si abitua dopo alcuni salti e i continui spostamenti non fanno che aumentare la suspence e invogliano a continuare la lettura, alla ricerca del prossimo indizio.
Altra particolarità dei capitoli è che sono corali. In ognuno si prende infatti in analisi punti di vista di diversi personaggi. È una tecnica che ho trovato molto azzeccata per questo thriller, perchè l’indagine presenta varie insidie e vedere come interagiscono i vari personaggi nella stessa situazione è stato interessante, ma anche divertente. Unica pecca è che volendo dare voce a tanti personaggi non tutti vengono approfonditi come meritano ed a volte risultano come casi isolati nella narrazione. Nel complesso, l’esperimento è riuscito e sono rimasta soddisfatta da come l’autore lo ha gestito.
L’ultimo punto di cui voglio parlare è relativo ai personaggi. Come ho già detto sopra, alcuni sono stati trattati velocemente per il meccanismo di avere più punti di vista all’interno di un capitolo e questo è un peccato. Ai protagonisti è stato dato però ampio spazio, soprattutto ad Owen, che risulta il più affascinante e contorto di tutto il romanzo. Con la sua caratterizzazione particolare e deviante, Owen lo ami o lo odi e nel mio caso vale la prima opzione.
Questi sono i dettagli che mi hanno convinto di più del romanzo Nel silenzio della notte di G. J. Minett e che lo rendono a mio avviso uno dei thriller più interessanti e avvincenti che abbia letto ultimamente. Lo consiglio caldamente a chi piacciono le storie intricate, in cui non è possibile prevedere il finale fino all’epilogo.