Oggi, per la rubrica Leggiamo per i piccoli, parlerò di un libro, edito da Salani Editore, che non ti sarà nuovo perché lo avevo segnalato come uscita editoriale interessante per i ragazzi e le ragazze. Di che volume sto parlando? Mezzamela di Matteo Bussola. L’autore e illustratore ritorna a scrivere rivolgendosi ai lettori adolescenti con il seguito di Viola e il blu.
Ma immergiamoci meglio nel racconto con la mia recensione!
Mezzamela di Matteo Bussola: la mia recensione
Dire che Mezzamela sia un libro accattivante è poco: bellissima la copertina di un colore caldo e accogliente in cui emergono due ragazzi spensierati al tramonto arrampicati sopra un albero a scrutare l’orizzonte innamorati l’uno dell’altra; bellissimo il sottotitolo che rivela un incipit di quello che Bussola vuole spiegare a chi legge (la bellezza di amarsi alla pari) e infine splendide le illustrazioni che accompagnano il racconto arricchendolo di sfumature empatiche.
Ma non è solo questo Mezzamela.
Mezzamela è un libro rivolto – a mio parere – a un pubblico eterogeneo, che siano genitori, nonni, ragazzi e ragazze perché è una storia da cui ogni generazione può trarre insegnamento e una lezione di vita. Rivolto ai genitori per aiutarli a capire l’universo in subbuglio dei loro figli, che stanno subendo una trasformazione importante, quella della crescita.
Un periodo non facile, in cui i figli abbandonano l’essere bambino abbracciando l’inizio dell’adolescenza tra crisi esistenziali, primi sfoghi di rabbia, prime voglie di ribellarsi.
L’adolescenza e i cambiamenti di Viola e Marco
«Il segreto, che Tommy e gli altri non hanno ancora capito, è che quando riveli a una ragazza o a un ragazzo i tuoi sentimenti non sei la parte debole, sei quella forte. Perché ci vuole un bel coraggio a stare lì, di fronte a una persona che tu piace, solo con la forza delle tue parole.
E sai una cosa? Le ragazze, anche quelle a cui poi magari non piaci, quel coraggio lì lo rispettano. Quasi tutte, almeno».
É quindi l’adolescenza il tema portante di Mezzamela in cui troviamo i due protagonisti Viola e Marco: migliori amici da quando frequentavano le elementari, si accorgono che l’amicizia sta facendo piano piano spazio a qualcosa di più importante, l’amore reciproco.
Nel raccontare le emozioni vissute da entrambi Matteo Bussola è stato egregio; il suo stile inconfondibile emerge anche in questa sua nuova opera: delicato, mai banale, sognante, limpido. Uno stile di scrittura chiaro e senza fronzoli in cui decide di alternare in ogni capitolo il punto di vista di lei e di lui dando un bel ritmo vivace a tutto quello che accade.
Riuscirà Viola a esternare i suoi sentimenti a Marco? E Marco come affronterà questo cambiamento? Uno degli aspetti del libro che ho adorato è l’attenzione posta riguardo alla parità dei sessi: più volte ho potuto constatare con piacere che l’autore cerca di mettere alla pari i comportamenti maschili e femminili: esternare i propri sentimenti invece che nasconderli è simbolo di forza non di debolezza; l’unione tra due persone che scoprono l’amore è sullo stesso livello.
Mezzamela e il mito delle due metà di Platone
Il titolo di questo libro fa emergere un tema di fondo importante: la ricerca dell’anima gemella, la cosiddetta metà della mela. Un tema che rimanda al mito descritto da Aristofane nel Simposio di Platone, secondo cui, un tempo l’uomo e la donna erano una cosa sola, individui assolutamente perfetti ma anche arroganti secondo il parere di Zeus.
Fu proprio lui a decidere di dividerli in due per renderli deboli e insofferenti. Un destino che avrebbe portato l’uno alla ricerca dell’altro per ritrovare l’antica perfezione ormai perduta nei secoli.
Ma la ricerca dell’anima gemella serve per colmare i nostri difetti e cercare la perfezione? Oppure in realtà non dobbiamo seguire il mito e pensare invece che siamo esseri unici e insostituibili e che l’amore sia un valore aggiunto per elevarci e mostrare senza paura anche le nostre debolezze?
Gli sguardi, gli approcci e il corteggiamento non hanno regole definite: tutto nasce in modo spontaneo e sincero aprendosi e lasciandosi andare senza paura del domani o di mostrare le proprie fragilità interiori.
«Be’, magari possiamo imparare una lingua nuova tutti insieme» ha proposto Simone, «da usare solo quando ti piace davvero tanto qualcuno. Tipo, boh, il frapponese?»
«Ahahaha, e come si direbbe voglio stare con te in frapponese? Possibilmente senza farsi ridere in faccia?»
«Va be’, mica possiamo deciderlo noi qui. E poi secondo me non si dice in un unico modo, perché gli amori sono tutti diversi. Ciascuno trova il suo».