Il romanzo che recensisco oggi, iCrewer, è ancora una volta un libro che non rientra perfettamente in unico genere letterario (fermo restando che le categorie fisse funzionano bene in teoria, ma meno in pratica) e che rischia di essere eccessivamente semplificato da una singola etichetta. Sto parlando di La meraviglia di un gesto gentile di Jane Riley, pubblicato da Garzanti.
L’autrice, Jane Riley, ha iniziato la sua carriera lavorativa nell’ambito delle pubbliche relazioni, salvo poi virare verso la scrittura, sia di romanzi, sia di contenuti per il suo blog di desing.
Ecco, La meraviglia di un gesto gentile non intraprende quasi per nulla questa strada. Penso che a questo proposito, la prima a sottolineare soltanto gli spetti romantici della vicenda sia prima di tutto la trama ufficiale, che pare attribuire il cambiamento del protagonista alla comparsa del personaggio femminile, anche se non è così semplice.
La meraviglia di un gesto gentile di Jane Riley: la mia recensione
Direi che il presupposto giusto per iniziare la recensione sia dire che il romanzo di Jane RIley mi è piaciuto. L’ho trovato una lettura scorrevole, impegnata ma non troppo, riflessiva seppur con sprazzi ironici e divertenti. A mio parere l’autrice ha lasciato al personaggio principale lo spazio per evolvere con il giusto ritmo, senza affrettare eccessivamente cambiamenti che sarebbero facilmente potuti risultare troppo drastici.
E per tornare al perchè secondo me La meraviglia di un gesto gentile non è soltanto un romanzo rosa, vorrei soffermarmi prima di tutto sulla scelta del protagonista. Esatto, la voce narrante è quella di un uomo, Oliver, che alla soglia dei quarant’anni si ferma e guarda dietro di sé la strada percorsa fino a quel momento. Proprio scrutando nelle profondità della sua vita, si rende pian piano conto di non essersi mai dato la possibilità di essere veramente se stesso, di aver annotato per anni buoni propositi nel suo taccuino giallo, senza mai fare davvero qualcosa per attuarli.
Come ti dicevo poco fa, quello di Oliver è un cambiamento lento, prima di tutto una presa di coscienza interiore, che genera soltanto in seguito dei mutamenti nella sua quotidianità. Il suo essere profondamente riflessivo, fa sì che il lettore sia messo a parte di tutti i suoi pensieri, dei suoi ricordi, delle sue paure, del suo processo di guarigione. Oliver è un uomo normale, e come tutti soffre, gioisce, sta peggio per poi stare meglio.
In tutto ciò Edie non è che un tassello del mosaico; certamente decisivo e scintillante, ma di sicuro non l’unico. Non si può però negare che l’allegria della giovane e la novità rappresentata dal progetto delle sue candele siano una spinta nella giusta direzione, verso una vita meno idealizzata e più reale. Indispensabile è anche la presenza del miglior amico di Oliver, che gli fa da spalla e lo sprona, e di sua mamma, che rappresenta l’influenza del passato che il protagonista deve imparare a gestire e dosare.
L’unica avvertenza che mi sento di darti è questa: proprio per come è stato dipinto il personaggio principale, non aspettarti ritmi forsennati in questa narrazione. È una tranquilla passeggiata nel parco, con tanto di pausa gelato, non una corsa a perdifiato con la musica che risuona nelle orecchie.
Per quanto riguarda la cover dell’opera di Jane Riley, non posso fare a meno di pensare che, per quanto carina, centra molto poco con il romanzo. Mi sembra si focalizzi troppo sugli aspetti che riguardano Marie, il primo grande amore di Oliver, senza dare davvero spazio al vero protagonista e al suo futuro. Forse sarebbe bastato scegliere un libro dalla copertina gialla e aggiungere qualche candela, per catturare anche le altre sfaccettature della storia.
Per concludere, mi sento di consigliare La meraviglia di un gesto gentile di Jane Riley a tutti coloro che desiderano leggere una storia dai profondi risolti psicologici, che parla prima di tutto di un cambiamento, e poi anche di varie forme d’amore.