La decisione di leggere il libro Matrix di Lauren Groff è stata dettata in primo luogo dal titolo ridondante, che ricorda il famosissimo film di fantascienza (pillola blu o pillola rossa) dei fratelli Wachowski e in secondo luogo dalla sinossi che riecheggiava un passato medievale ai tempi della regina Eleonora D’Aquitania e delle canzoni d’amor cortese. Il romanzo storico è una delle novità freschissime della sezione narratori stranieri della casa editrice Bompiani e dato il genere che amo, mi sono approcciata alla lettura carica di queste due motivazioni e, sono sincera, piena di tante aspettative. Aspettative soddisfatte?
Te lo spiegherò meglio con la mia recensione!
La mia recensione di Matrix di Lauren Groff
Nel recensire questo romanzo vorrei partire per gradi: partiamo dal fatto che l’idea che ha avuto la scrittrice Lauren Groff nel scegliere il titolo e del personaggio principale è stata geniale. Groff aveva pochissimi riferimenti storici su Marie de France: si sapeva che è stata la prima scrittrice medievale a diventare la prima poetessa francese e che è vissuta alla corte della regina Eleonora D’Aquitania.
Eppure attorno a lei aleggiano tanti misteri che continuano a tormentare ancora oggi gli studiosi. Proprio perché i dettagli della vita di Marie sono ambigui, per l’autrice Groff la poetessa è stata la candidata ideale per ricostruire la sua vita tra riferimenti storici e pura fantasia.
Ecco un estratto con la sua descrizione:
Esce dal bosco a cavallo, da sola. Nella fredda pioviggine di marzo, viene dalla Francia, ha diciassette anni e si chiama Marie. È il 1158, sul mondo grava la stanchezza di una Quaresima ormai inoltrata. Il severo volto angioino non mostra alcuna bellezza, solo accortezza e una passione ancora indomita.
La prima pagina di Matrix ci porta subito di fronte all’Abbazia inglese che diventa la nuova casa di Marie de France, cacciata dalla sorellastra e regina Eleonora D’Aquitania che ormai ha già decretato il suo futuro dentro quelle mura fredde, scure tra lamenti, supplizi e preghiere. Come affronterà la gigantessa questa decisione, questo tradimento imperdonabile? Si rialzerà o cadrà negli abissi dei suoi tormenti interiori?
Lauren Groff e la sua idea di romanzo
Addentrandomi quindi nella lettura di questo romanzo, pagina dopo pagina, le mie aspettative altissime piano piano iniziano ad indebolirsi e si affievolano; per me è difficile scrivere mancanze e aspetti negativi di questo racconto in quanto Groff fa sentire attraverso le sue descrizioni minuziose e ricche, alcuni stralci in latino, i personaggi così diversi tra loro e l’utilizzo di alcune parole forti e crude la sua energia letteraria, una sorta di esplosione passionale che invade il lettore come le onde del mare.
Eppure qualche nota dolente si avverte: non esistono dialoghi in Matrix, la scrittrice ha preferito scrivere in terza persona attraverso il discorso indiretto libero, facendo perdere la vivacità dei fatti che si susseguono all’interno dell’abbazia.
Altra mancanza è sicuramente quella dei lai d’amore, anzi, specifico meglio, nel libro c’è un passaggio in cui Marie scrive furiosamente una canzone da inviare alla sua Regina nel tentativo di conquistarla e tornare alla sua corte ma poi la scrittrice non sviluppa più questo lato poetico della protagonista, lasciando invece spazio alle visioni mistiche e spirituali però poco credibili di una ragazza per nulla devota a Dio a ai Santi.
Un altro passaggio che lascia dubbi al lettore è la creazione di questo mondo fatto di sole donne, in cui l’uomo non è il benvenuto ed è visto come la malvagità in persona; apparentemente sembra un mondo idilliaco, perfetto ma a poco a poco svela delle crepe.
Si tratta quindi di un libro utopico, e quindi positivo oppure distopico, dove l’oscurità e l’incertezza hanno il sopravvento? Ecco Lauren Groff gioca continuamente con questi due generi, che sembrano mescolarsi all’interno del racconto, lasciando spazio a domande che inseguono il lettore e dando curiosità al racconto che, alla fine, si legge in modo scorrevole. Tornando al titolo Matrix, è possibile che la scrittrice abbia pensato a creare un’immaginario di doppia realtà, una vera ed una che rappresenta quella vera.
Intense inoltre le descrizioni che fa l’autrice nei confronti della Regina Eleonora D’Aquitania: una presenza che aleggia nel romanzo e che Marie sente pesantemente addosso, schiava del suo potere e dell’amore che nutre per lei.
Due giorni prima, la regina Eleonora è apparsa sulla porta della camera di Marie, con il suo seno abbondante e la chioma dorata, la pelliccia di zibellino a foderare la veste azzurra, i gioielli che pendevano da orecchie e polsi, un rosario luccicante e un profumo abbastanza forte da stendere una persona. Punta sempre a disarmare il prossimo per via di stupore.
In conclusione – e non ti svelo altro così lo leggerai per immergerti in questo labirinto di emozioni – Matrix è un romanzo da leggere perché svela la complessità e i vizi dell’animo umano e fino a che punto si può spingere l’ambizione dell’uomo.
L’ho appena terminato e non lo considero né utopico né distopico. Trovo invece che sia un modo per far conoscere Marie de France e per esaltare la capacità che hanno le donne di affrontare le avversità e di risollevarsi. Non mi ha convinta del tutto, avrei preferito un modo diverso di raccontare gli eventi, ma è chi scrive a decidere come narrare la storia.