Margherita cuore d’ortica è il titolo del libro di Rita Poggioli edito da Gribaudo che ho finito di leggere e che avevo deciso di prendere dallo scaffale dei libri di mia figlia perché oltre a incuriosirmi per il titolo, ero stata sorpresa dagli occhi e dallo sguardo perso di questa piccola protagonista che si avvolge e nasconde nei meandri delle foglioline di ortica come se nuotare nel suo mondo fosse davvero difficile. Margherita cuore d’ortica di Rita Poggioli è un libro per bambini pieno di speranza, che aiuta a comprendere meglio il mondo dell’autismo e ad abbracciarlo nella sua diversità.
Un altro motivo che mi ha spinto a leggerlo è il tema principale di questo racconto: l’autismo, argomento che ho trattato la settimana scorsa e questo libro fa emergere le sensazioni e i colori che Margherita vive e quello che i suoi compagni percepiscono.
Ma entriamo nella recensione vera e propria!
Margherita cuore d’ortica: ecco la mia recensione
Faccio una premessa. Questo racconto ha delle magnifiche illustrazioni, quasi ipnotiche e l’illustratrice di questo albo è Elena Pensiero, la cui caratteristica è quella di trasferire emozioni con colori vividi e con lo stupore dell’infanzia. Se Elena Pensiero ha saputo perfettamente descrivere attraverso il disegno il mondo di Margherita con le sue amate farfalle, la nebbia che sembra circondare la sua mente lontana da tutti e la distanza fisica dai suoi compagni, Rita Poggioli ha descritto in modo semplice, senza troppi fronzoli e diretto quello che vive ogni giorno una bambina autistica, il rapporto con la scuola e con la classe.
A volte fa lunghi viaggi nel suo mondo così piccolo che può entrarci solo lei. In quei momenti non c’è proprio per nessuno.
La scrittrice ha saputo usare delicatezza nell’affrontare la tematica dell’autismo rivolgendosi a un pubblico di piccoli senza mai eccedere con il giusto equilibrio delle parole.
Margherita cuore d’ortica è adatto per i bambini che hanno iniziato la scuola primaria e che si affacciano già nel mondo scolastico. Il racconto è narrato in prima persona dalla compagna di banco di Margherita, che la osserva e capisce che appartengono apparentemente a mondi diversi; Margherita è così fredda, distaccata, non ascolta, fa strani versi e gioca sempre da sola nell’intervallo ed è stata persino soprannominata cuore d’ortica da Mattia perché dice che nessuno può starle vicino e diventare suo amico.
Alcuni credono che sia come un piccolo robot, una macchina senza cuore.
Non farò spoiler promesso ma arrivati a questo punto le domande che sorgono sono molte: è l’atteggiamento di Margherita che deve cambiare? Sono i compagni di classe ad essere incompresi? Oppure ci deve essere un cambio di rotta, bisognerebbe accogliere i comportamenti di Margherita, comprenderli e entrare piano piano nel suo mondo piccolo e pieno di farfalle?
Uno degli insegnamenti che possiamo trarre da questo libro, anche se può apparire scontato, è di non fermarsi mai alle apparenze; gli atteggiamenti che noi percepiamo come strani e complessi possono celare qualcosa di profondo che dobbiamo solo cercare di capire e abbracciare. Margherita e i suoi compagni hanno lo stesso cuore, appartengono allo stesso mondo, semplicemente parlano due lingue differenti. E come si impara una nuova lingua? Studiando, entrando nella mentalità dell’altro. È un lavoro che richiede sforzi e impegno ma i risultati arrivano e se leggerai questo libro, lo vedrai.
Come un bruco che diventa farfalla.