L’isola dei battiti del cuore di Laura Imai Messina è stato un colpo di fulmine non solo per gli incredibili colori della copertina Limited Edition – ebbene si- in cui sembra quasi di immergersi in un mare tropicale dal colore verde acqua (tra rari pesci variopinti e di tantissime specie) ma soprattutto per ogni singola pagina e per tutto il significato che ne deriva.
Sei curioso/a di saperne di più? Addentriamoci allora meglio nella mia recensione!
L’isola dei battiti del cuore di Laura Imai Messina: la mia recensione
«E il suo cuore come sta?»
«L’altro, intende?»
Il cardiologo annuì.
«L’altro sta lì, fermo. Non si muove» disse Shuichi mentre si alzava.
Quando ho iniziato a leggere questo libro ho compreso subito che non era un romanzo come gli altri: era come un fiore di una bellezza unica e delicata che mostra il proprio splendore solo a coloro che ne sanno cogliere l’essenza e ne sanno avvertire il profumo intenso. Un racconto in cui la tematica del cuore è centrale e a mano a mano che ci si addentra tra le pagine si avverte un crescendo di emozioni che fanno bene all’anima ma soprattutto al cuore.
L’autrice illustra, attraverso la sua storia, quanto i nostri ricordi d’infanzia diventino a poco a poco nebbiolina e ci appaiono offuscati: i bambini e gli adulti sono due pianeti completamente diversi con un modo di vivere la vita agli antipodi; e allora perché non provare a scavare dentro di noi e a riprendere le sensazioni che abbiamo vissuto da piccoli magari sfogliando delle fotografie, guardando com’erano i nostri volti scolpiti dalla spensieratezza, dalla voglia di scoprire il mondo e giocare?
I bambini – e noi lo siamo stati tempo fa – hanno il dono dell’immaginazione mescolata alla voglia di ridere: un potere enorme che permette loro di creare rifugi che li tengono distanti dal nero di questo mondo, dalle sofferenze e dalle atrocità. È proprio questo che ci porta a comprendere che non dobbiamo abbandonare del tutto quel piccolo bambino che in fondo risiede in noi e che possiamo lasciarci andare, possiamo immaginare di poter essere felici per afferrare davvero quella felicità duratura.
Shuichi e Kenta
Ma addentriamoci nel racconto di questa favola moderna: la storia è ambientata in Giappone, vicino a Tokyo, luogo simbolo e amato dalla scrittrice che vive lì da due anni e il protagonista della Storia si chiama Shuichi, autore di albi illustrati per bambini e disegnatore affermato che ha una piccola anomalia al cuore e una cicatrice che solca il suo petto. L’uomo, alla soglia dei quarant’anni, vive la sua vita in modo silenzioso senza colpi di scena in modo assolutamente organizzato e preciso.
Eppure la perdita della madre Ono e alcuni fatti che accadono nella vecchia casa di lei (con alcuni oggetti che iniziano a sparire e un bambino curioso che si aggira intorno all’abitazione) incuriosiscono l’uomo che inizia una conoscenza con Kenta, un bambino di otto anni che inconsapevolmente lo aiuterà ad uscire dall’apatia che lo aveva pervaso fino a quel momento e, se dapprima i colori delle sue storie variavano dal nero seppia al grigio perla, l’amicizia con Kenta diventa qualcosa di prezioso nella sua vita trasformando anche i disegni dei suoi racconti in un caleidoscopio di colori.
Mi ha particolarmente colpito il significato dei kanji che accompagnano le vicende dei vari personaggi e che aiutano Kenta a crescere e a diventare più coraggioso; un altro aspetto particolare che da un tocco in più al racconto è l’utilizzo dell’autrice delle onomatopee, ossia quelle figure retoriche indispensabili per riprodurre al meglio il suono, un rumore o un’emozione e lo utilizza per riprodurre il battito cardiaco, che è rappresentato nel mondo in modi diversi. Battito cardiaco di cui Shuichi è quasi ossessionato e che lo porterà in un luogo che avrai modo di scoprire leggendo questo libro.
La signora Ono
Questo personaggio darà una chiave di volta rilevante al protagonista del romanzo che piano piano riuscirà a unire i tasselli della sua esperienza di bambino.
Per essere felici, serve innanzitutto immaginare di essere felici. La felicità inizia spesso da una bugia. E se si insiste a crederla vera, vera diventa.