In un mondo dove la magia è proibita, soltanto le parole possono fare la differenza
Dopo aver assistito all’uccisione della madre, la piccola Lark smette di parlare. Non è la conseguenza del trauma subito, ma è una maledizione scagliatale per impedirle di usare il suo potere: infondere parole negli oggetti per animarli e comandarli. Nel regno di Jeru la magia è infatti vietata e punibile con la morte: per questo Lady Corwyn impedisce alla figlia di parlare, salvandola così da un destino identico al suo.
Lark cresce dunque in sicurezza, sotto lo sguardo protettivo del padre. La sua pace viene però distrutta con la comparsa dei Volgar: mostri alati che spargono morte e distruzione al loro passaggio. I Lord delle province sono chiamati a fornire uomini all’esercito del giovane re Tiras, tuttavia Lord Corwyn si rifiuta di adempiere al suo dovere. Per convincerlo ad appoggiarlo in battaglia, il sovrano decide dunque di prendere in ostaggio sua figlia Lark e portarla con sé nella capitale del regno. Comincia così per la ragazza la sua prigionia a palazzo, che la porterà a riscoprire il potere delle sue parole.
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Per essere il primo romanzo fantasy pubblicato da Amy Harmon, acclamata scrittrice statunitense, L’incantesimo della spada non delude le aspettative degli amanti del genere. Ambientato in un mondo antico e misterioso, di stampo medievale, la sua peculiarità è la narrazione in prima persona. È vero che non è il primo né sarà l’ultimo fantasy ad avere questa caratteristica, tuttavia in questo caso è particolare, poiché la protagonista è muta e un punto di vista diverso dal suo non avrebbe reso questo romanzo così coinvolgente e appassionante. Costretta a non emettere alcun suono, seguire i pensieri di Lark per tutta la vicenda dona forza alla trama e permette una forte immedesimazione con il personaggio. L’eroina, che all’apparenza sembra fragile e indifesa, è in realtà una donna forte, che cerca di trovare libertà in un mondo che perseguita le persone che, come lei, possiedono la magia. La scelta del narrare in prima persona limita però la caratterizzazione degli altri personaggi principali, ad esempio Tiras, il quale si meritava uno sviluppo più approfondito.
La vera protagonista dell’opera è però la parola: è l’incantesimo più potente di tutti, perchè racconta la vera essenza del mondo che ci circonda, basta solo saperla interpretare, come fa Lark. Mediante essa si può creare, guarire e persino ferire più di una spada, se la si usa a sproposito e con leggerezza.
A parte questo, non c’è molto altro da dire su L’incantesimo della spada: la Harmon ha saputo intrecciare un buon fantasy medievale, che rispecchia i canoni del genere e al tempo stesso li svecchia, con un’eroina moderna e una trama fresca.
Consigliatissimo a tutti gli amanti del genere.