Una storia d’amore e d’amicizia, il perdono come forza trainante, la speranza che guarda al futuro.
Inizio proprio con uno stralcio del libro di Cosimo Mirigliano
«In quel preciso istante, per assurdo, si sentivano più difesi dentro casa che fuori. Davanti un futuro aleatorio, dietro il passato indubbio. Decisero così di fare retromarcia, e con passo lento e raccolto presero nuovamente il fosco andito che li riportava in stanza.»
Sono stata assorbita, letteralmente, dalla lettura di questo romanzo dell’autore Cosimo Mirigliano, precisamente il suo secondo libro, e, caro iCrewer, mi sento di consigliartene la lettura; mi sento di invitarti a leggere questo libro perché ti coinvolge, ti commuove e ti lascia quella sensazione alla quale non puoi non continuare a pensare anche dopo qualche giorno che la lettura è terminata: per intenderci, è uno di quei libri che, in un modo o nell’altro, ti restano dentro per lungo tempo.
E’ la storia di tre ragazzi, precisamente una ragazza e due ragazzi, che decidono di festeggiare la fine della maturità, prima di dare inizio a quella fase della loro di vita che li additerà come persone mature, e che porterà a quelle scelte che inevitabilmente segneranno l’inizio della vita da adulto, in una città che non si può non aver desiderato di visitare almeno una volta nella vita: Londra.
Londra è come una calamita, ti attrae al pari di un magnete, con le sue peculiarità, con il suo accogliere etnie diverse, con la sua cultura e il suo profumo di città straniera, ed è proprio quello che accade ai nostri tre protagonisti.
Questo libro racconta la storia di Gabriel, Samuel e Carlotta: i primi due, amici da tempo immemore, quelle amicizie fraterne che pensi non debbano mai avere fine, Gabriel e Carlotta fidanzati storici, e Carlotta e Samuel che in comune hanno solo Gabriel, che mal si tollerano, ma che per amore dello stesso si trovano ad accettare l’uno la reciproca presenza dell’altro.
Si scrutano da lontano: in particolar modo Samuel non riesce a mandare giù il fatto che lei, proprio lei, si sia intromessa di prepotenza nella sua vacanza, pensata nei minimi dettagli, con l’amico, rovinandola irrimediabilmente, ma a conti fatti, può fare ben poco se non accettare, per l’appunto, la presenza della ragazza e cercare di godersi, per quanto possibile l’amico, e la città che li attende.
Cosa accadrà a questi tre ragazzi una volta giunti nella città londinese? Sarà davvero la vacanza che hanno tanto agognato? Londra saprà essere all’altezza delle loro aspettative? E Carlotta e Samuel riusciranno a trattenere questa mal celata, ed apparente, antipatia per il bene di Gabriel? Caro iCrewer, non mi sento di aggiungere altro, voglio che sia tu, leggendo il libro, a scoprire cosa accadrà, dovrai vivere tu stesso, con i tuoi occhi, la storia di questi tre ragazzi, sognare e piangere assieme a loro… posso solo dirti che ne varrà la pena e che la storia prenderà delle pieghe inaspettate e che, per certi versi, ti terrà con il fiato sospeso.
Ho letto questo libro d’un fiato, più leggevo più sentivo quella voglia di andare avanti, di proseguire, pagina dopo pagina, parola dopo parola, fino a giungere, inaspettatamente, alla fine: un libro che mi ha coinvolta, e che mi ha commossa tanto da non potere fare a meno di trattenere le lacrime che, senza che me ne rendessi conto, hanno preso a rigarmi il volto.
Andando nel dettaglio, o agli aspetti tecnici del libro in questione, questo è suddiviso in due parti, precisamente due periodi di tempo che si distanziano di dieci anni; il primo viene raccontato a mo’ di incipit, il secondo è la parte nella quale si snoda l’intera vicenda seguita dalla parte finale del libro, e proprio quest’ultima viene raccontata come una digressione. La storia, tra l’altro, si mostra dinamica verso l’inizio dove alcuni accadimenti ci regalano una dose di suspense che faranno accelerare i battiti del tuo cuore (perlomeno, per me è stato così), poi, man mano che si prosegue diventa più lineare, con colpi di scena, per poi riacquistare quella dinamicità iniziale verso la fine.
La storia, dal canto suo, viene vissuta – e narrata – attraverso gli occhi dei tre protagonisti, che la raccontano alternandosi: ho trovato molto intimo questo aspetto perché ho potuto toccare con mano ciò che erano i pensieri di Gabriel, Samuel e Carlotta. Preciso che i tre personaggi non vengono descritti fisicamente, ogni tanto si coglie qualche sfumatura, ma non sapremo il colore dei capelli o se i loro occhi sono il colore del cielo o delle castagne.
Anche la scelta della città, Londra, l’ho trovata azzeccata, la descrizione, così veritiera, soprattutto di talune località, ti ha fatto sentire come se fossi lì anche tu.
Il linguaggio utilizzato dall’autore Cosimo Mirigliano, è notevole, ricercato e mai banale, utilizza una terminologia non usuale, andando ad inserire nel corso della storia termini eleganti e raffinati, la sintassi è pressoché perfetta e non si ravvisano refusi.
Una cosa che ho molto apprezzato riguarda le similitudini utilizzate dall’autore per indicare determinate situazioni e/o stati d’animo, come ad esempio: «singhiozzava come una cascata in piena nella stagione delle piogge», o ancora «…il problema di Gabriel li colpì come la pallottola di un cecchino, dritta al centro della fronte»;
a fronte di queste espressioni non puoi non immaginarti di avere la scena dinanzi agli occhi o, addirittura, di percepire ciò che i protagonisti stanno vivendo in quel momento: insomma, la cosiddetta empatia tra lettore e personaggio del libro.
Questo romanzo mi ha coinvolta emotivamente, ma nonostante ciò le stelle che mi sento di assegnare sono solo quattro perché ci sono aspetti che non mi hanno convinta del tutto; ad esempio i dialoghi, alle volte mi sono sembrati un po’ adolescenziali, non adatti alla persone dalle quali vengono pronunciati e in particolare determinate esclamazioni, o ancora, nello specifico, quanto scritto a seguito della scena che più di tutti è intrisa di sentimento, dove il patos si tocca con mano, descritta quasi alla fine della storia: la dinamica e il dialogo tra i personaggi, in considerazione di questa scena e di quanto accaduto, io li avrei articolati in maniera più intensa, sentita.
Naturalmente sono solo minuzie, ed esterna ciò che è il mio umile punto di vista.
Ad ogni modo, il personaggio che ho apprezzato maggiormente è quello di Samuel, riservato, riflessivo, alle volte introverso, ma dall’animo puro. I tre ragazzi, difatti, presentano delle sfaccettature caratteriali che li rendono ciascuno diverso dall’altro ma una cosa accomuna tutti e tre: la grande amicizia che li lega, amicizia che li porterà a compiere determinate scelte.
«Davanti a sé aveva la grande cancellata del parco, un elemento che in qualche modo teneva custodito un sentimento che sarebbe esistito soltanto dentro di lei. Che nessuno, oltre a lei, al parco e a Gabriel, avrebbe mai saputo.»
In definitiva, caro il mio lettore, cosa aspetti? Corri ad tuffarti nella lettura di questo libro così come ti tufferesti nel mare blu di agosto.
Cosimo Mirigliano nasce in un piccolo centro della Calabria, precisamente Siderno, nel 1979, ma trascorre la sua adolescenza a Caulonia Marina in provincia di Reggio Calabria assieme ai genitori ed ai suoi sette fratelli. Frequenta gli studi accademici a Roma, si occupa di qualche collaborazione fra la stessa Roma, Milano, Barcellona e Toronto, si trasferisce poi a Londra che è la città, che lo ha formato più di altre realtà dal punto di vista lavorativo. Nel 2004, ottiene la pubblicazione della poesia La notte, inclusa in una raccolta, nel 2017, invece, sarà la volta di Stasera e 10 settembre 2005, entrambe edite da Aletti. E’ nel 2016 che esordisce con il romanzo Due corpi, una sola mente: il primo capitolo, presente in un blog, raggiunge diverse decine di migliaia di letture in pochi mesi. Nel 2019, pubblica il suo secondo romanzo, dopo il grande successo ottenuto con il primo, L’estate interrotta, edito da PubMe, ed appartenente alla collana Policromia. Il suo stile ha delle origini classiche ed inclinazioni puramente classiche, avvalendosi di un linguaggio ricercato, riflessivo e mai banale, sino a giungere agli autori più moderni.