Entriamo subito nel merito, senza perderci in giri rocamboleschi di parole: Le sette dinastie di Matteo Strukul, un romanzo storico che narra le vicissitudini dei ducati rinascimentali dell’Italia del XV secolo, una lotta di classe per la conquista di nuovi territori e nuovi mercati. Il tutto condito, come ciliegina sulla torta, da intrighi di palazzo, tradimenti e giochi di poteri sanguinari, e lotte intestine.
Protagonisti assoluti sono i “signori” di Milano, Venezia, Roma, Firenze, Ferrara e Napoli che attraverso le proprie famiglie Visconti e Sforza (Milano), Condulmer (Venezia), d’Este (Ferrara), Medici (Firenze), Colonna e Borgia (Roma), d’Aragona (Napoli), hanno dato vita a questa saga terrificante e magnifica al contempo perché narra una lunga guerra sanguinosa durata cent’anni. Cent’anni! Ma ti pare poco? Una vita non è mai abbastanza lunga per vedere la fine di una cronistoria! Per questo è una “roba da non perdere!”
Dal punto di riferimento storico non fa una piega, i personaggi sono dettagliati in maniera a dir poco esaustiva se non minuziosa, tutti ti fanno rivivere in pieno il contesto storico, anche il modo in cui i dialoghi prendono vita, nulla è lasciato al caso; le descrizioni dei palazzi e delle battaglie sono una scena memorabile, te le rivedi come se fossi stato catapultato in un film; le cruente descrizioni delle morti in battaglia e le condanne a morte per tradimento non lasciano nulla all’immaginazione, riesci a sentire persino l’odore e il sapore agrodolce del sangue schizzato dalle teste decapitate oppure quando racconta del Carmagnola al quale per staccargli la testa con la mannaia al boia gli ci vollero tre colpi, dalle lame che trafiggono il costato degli avversari. I tratti somatici dei personaggi dei vari casati sono perfetti: riesci a vedere zoppicare lo storpio di Filippo Maria Visconti duca di Milano. Strukul ne delinea anche i tratti caratteriali, e psicologici, con grande maestria e dovizia di particolari, così come era stato per Inquisizione Michelangelo. Un ruolo di rilievo viene affidato a donne dalla fortissima personalità e carisma capaci di essere protagoniste della vita politica sotto le ali “protettrici” dei mariti. Donne capaci di tessere tele di relazioni e combinare matrimoni di lustro per creare nuove alleanze in un periodo storico segnato dalla decadenza economica e politica, capaci di confabulare per segnare le sorti degli avversari e dei parenti, ebbene nessuno era al sicuro!
Ripercorrendo queste vicende storiche, che altro non sono che un Inno al Rinascimento, fatto di studi accurati, infatti, non li troverai sui libri di storia e neppure nelle vecchie enciclopedie, e se da un lato è sinonimo di grande arte e cultura, dall’altro è un periodo dilaniato da tensioni politiche e religiose. Tiranni, papi, guerre fratricide, capitani di ventura che si vendono al miglior offerente, così facendo dal nord al sud un territorio insanguinato. Questo è un testo che si dovrebbe studiare a scuola, come si studiano ancora i Promessi Sposi; non lo cito a caso perché anche Strukul ha dovuto riprenderlo in mano per poter confrontare alcuni avvenimenti necessari per la ricostruzione, unica nota dolente è quella versata sui dialoghi in cui l’autore, riempie quei vuoti fatti di immenso, sempre storicamente validi, anche per quanto riguarda il linguaggio usato e forbito nell’epoca in cui ci troviamo. Continuando in questa direzione, ed in dirittura d’arrivo ci potrebbe venire fuori una serie tv, perché oltre ad essere un romanzo storico, una ricostruzione del XV secolo che viaggia dalla battaglia di Maclodio del 1427 al Sacco di Roma del 1527, è soprattutto una sceneggiatura, in cui tutti i personaggi come in un giro di giostra trovano attraverso la voce dello scrittore, la loro voce, la loro coralità che a distanza di tempo hanno ancora da raccontare! Fatto di menti geniali capaci di dettare il giorno e la notte!