Recensione del primo capitolo della trilogia della fenice ideata da Jane Fade Merrick: Le ceneri della fenice – The fade. Youcanprint
Caro iCrewer eccomi oggi a raccontarti la mia esperienza di lettura di questo racconto davvero inedito, dai contenuti stravaganti e decisamente fuori dai canoni, ma appassionante e assolutamente ben scritto, Le ceneri della fenice – The fade; come ti accennavo nell’articolo di segnalazione, avevo letto questo libro qualche tempo fa ma ne conservo ancora uno speciale ricordo: l’autrice è riuscita a regalarmi grandi emozioni e con piacere sono a consigliare senza ombra di dubbio la lettura non soltanto di questo primo libro ma anche di tutti i lavori dell’autrice, molto brava, eclettica e creativa. Ma entriamo meglio nei dettagli.
La grafica della cover la ritengo estremamente ben realizzata e descrive alla perfezione la protagonista principale, Fade, la strana “personaggia” che l’autrice ci presenta all’inizio della storia e della quale dipinge la personalità in modo impeccabile; lo stesso vale per tutti gli altri attori protagonisti, descritti e raccontati così abilmente che (com’è successo a me) a distanza di tempo li ricordi e li pensi come fossero persone che hai conosciuto davvero, che hanno fatto parte della tua vita. Solo chi ha un vero talento riesce in questo. Non deve ingannare l’aspetto “fumettoso” però, perché la trama non è rivolta a giovanissimi (il libro è sconsigliato ad un pubblico di età inferiore ai 14 anni anche per la presenza di scene di sesso e/o di alcuni contenuti forti); il passato e il presente di Fade vengono raccontati in modo diretto, esplicito, crudo, pur sapientemente mescolando ironia e sentimentalismo. Ho particolarmente apprezzato anche la presenza di altri disegni, realizzati sempre dall’autrice, all’interno dei vari capitoli, che contribuiscono da una parte a rafforzare l’insieme degli eventi e dall’altra a spezzare la tensione che si avverte durante la lettura. Non nego che ho anche versato un paio di lacrime… e qui mi fermo per non spoilerare troppo.
“La rovinosa caduta la portò a trovarsi faccia a faccia con la causa del suo schianto, un bambino di circa dodici anni la fissava sbigottito con i suoi occhietti scuri e rotondi. In un primo momento le venne l’istinto di aggredirlo, ma osservandolo bene, ritornò sui suoi passi: quel bambino aveva un qualche cosa di inquietante e affascinante al contempo. Innanzitutto aveva i capelli color rosa – “Cosa piuttosto strana per un bambino” pensò – tagliati in una dritta acconciatura a caschetto, inoltre, era vestito in modo alquanto bizzarro. Aveva una sorta di camice da dottore in miniatura che gli cadeva scampanato su dei pantaloni mimetici troppo larghi per lui, infine portava sulla testa degli occhialoni rotondi dalle lenti rosse.”
La protagonista, inizialmente esclusa dalla società (quella operosa e regolare, quella che non permette imperfezioni o sbagli, quella che ti può accompagnare nel percorso o ingurgitare e poi sputare senza nessuna pietà) farà un incontro che le cambierà la vita, una conoscenza che ne plasmerà – e non solo metaforicamente parlando – per sempre l’esistenza e quella degli altri protagonisti: dapprima Jag, poi Nef e in seguito tutti i componenti di una rockband, i Momuth.
“Da parecchi giorni Nef era distratto, assente. Inutili i tentativi degli altri componenti del gruppo di chiedergli cosa gli frullasse in testa, nella più fortunata delle ipotesi ricevevano un dito medio come risposta, negli altri casi nemmeno la sua attenzione. Solo Jag conosceva il motivo di tanto nervosismo; nonostante ciò si comportava nella maniera più spensierata, come se non lo toccasse minimamente custodire un segreto così scottante. “Un sacrificio umano, cazzo!” continuava a tormentarsi il bassista “Prima sembrava solo uno scherzo, ma adesso non posso proprio tirarmi indietro!“
Entrando nel vivo del racconto, l’autrice ci sorprende e con ritmo di scrittura incalzante ci trasporta in avvenimenti sempre più complicati, misteriosi e contraddittori. Non mancano i colpi di scena, le confessioni e i flasback rivelatori. Le pagine scorrono e viviamo emozioni, sentimenti di amicizia, lealtà e amore e ci ritroviamo a elaborare non poche riflessioni sul senso della vita e sui meccanismi della società di cui facciamo parte.
Il finale vi sorprenderà! E, come già accennato in precedenza, anche se il libro è autoconclusivo è seguito da altri due capitoli in cui i nostri amici si incontreranno di nuovo e… vi emozioneranno ancora di più.
Le ceneri della fenice è quindi senza ombra di dubbio una lettura da non perdere, che si merita 4 stelle brillanti, e che vi farà conoscere una scrittrice davvero talentuosa. Caro iCrewer facci sapere nei commenti se hai già letto questo libro e se non l’hai ancora fatto, ti auguro buona lettura!
L’AUTRICE
Jane Fade Merrick è lo pseudonimo che usa l’autrice nel tentativo di rimanere anonima. Scrittrice per diletto, crede nel self-publishing come reale mezzo di pubblicazione, non come mero ripiego alle case editrici tradizionali.