Una storia vera
Negli ultimi anni ho letto e recensito alcuni libri che parlavano di malattia, di tumore e di chemioterapia, in questi giorni ho letto “La vita in più” di Fabio Rizzoli.
All’autore rivolgo il mio più sincero e caloroso augurio di una remissione totale e che questo libro diventi un successo!!! A me non è piaciuto e voglio commentarlo per te.
L’ho trovato angosciante, come se fosse una manifestazione del cervello, quasi uno sfogo, senza alcuna riflessione.
L’ho trovato pesante per il tipo di stile di scrittura utilizzato, in quanto secondo me mancavano quelli che ritengo “capisaldi” dello scrivere un libro: il virgolettato nel discorso diretto, l’assenza di capitoli per spezzare la narrazione.
La storia è confusionaria, con alternanze nel racconto di passato e presente.
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Inizialmente mi è piaciuto molto il personaggio di Anna, per l’amore che sembrava dimostrare a Fabio, l’autore, poi… ho provato dispiacere per lui, ancor più perché è il racconto di una storia vera.
Do una stella, quello che è il mio parere completamente soggettivo, per il messaggio che, secondo me ha voluto trasmettere l’autore: non è necessario arrivare a rischiare la vita, sopravvivendo senza né gioie né emozioni, per poi capire troppo tardi che era necessario e si poteva fare di più per noi stessi e per chi ci è accanto… È più bello ed interessante vivere la vita, comunicando a coloro che ci sono vicini quelle che sono le nostre emozioni nei loro confronti!
Fabio Rizzoli
Fabio è nato a Bologna nel 1974; è tutt’ora residente nella città natia. Con Fernandel ha pubblicato Almanacco dei giorni migliori – Primavera (2011) e Inverno (2012). La vita in più è il suo primo romanzo o, come lui stesso preferisce definirlo, è a metà strada fra il romanzo e il memoir perché, pur essendo basato su una triste verità, c’è pur sempre una parte di “storia”.