La sposa inglese: regency per Anita Sessa
Purtroppo devo sottolineare che questa lettura di Anita Sessa non mi ha soddisfatto, scrivere un regency non significa prendere i temi comuni a questo genere e infilarli nella storia (matrimoni di convenienza, falsi fidanzamenti amanti,…) e nemmeno basta descrivere un vestito e un prezioso per far diventare il nostro personaggio una lady piuttosto che una duchessa.
La scollatura modesta era ornata con un sottile bordo del più fine merletto, stessa decorazione ripresa sul piccolo cinturino sotto al seno e lungo l’orlo delle maniche a sbuffo che si fermava sugli avambracci. Dalla vita in giù l’abito scivolava dritto fino alle caviglie, solo in parte coperte dalla stoffa leggera.
Utilizzare più volte la parolina ton non rende a chi legge il significato che le si vorrebbe dare ed oltretutto risulta ridondante. Insomma, se prendessi questi personaggi e li togliessi dalla Scozia o da Londra all’inizio dell’800 e li posizionassi nella campagna toscana del inizio 900 non cambierebbe nulla. Questo per dire che le ambientazioni spazio temporali non sono per nulla soddisfacenti. Una nota di merito la meritano le descrizioni degli ambienti interni dei vari palazzi, ma non sono sufficienti per rendere verosimile il clima di quel periodo.
Passiamo ora al contenuto. La trama è molto semplice e scritta senza alcun genere di ricercatezza, è un libro che si legge in poche ore. I personaggi, che dobbiamo più che altro immaginare, sono pochi e di semplice intuizione. Lady Edith Courtenay e il Duca di Richmond, Archibald Lennox, sono i nostri protagonisti. Entrambi belli e giovani non hanno nulla di particolare che me li abbia fatti amare, la loro storia è ben narrata ma molto semplice. L’unico colpo di scena l’ho trovato abbastanza banale e anche qui poco descritto. Il finale mi è parso alquanto affrettato.
Mi spiace, speravo in qualcosa in più. Rilevante la scrittura senza errori o refusi di alcun tipo.