Cosa succede quando una donna decide di raccontare, senza freni né filtri, gli uomini che ha amato, subito, lasciato o da cui è fuggita? La forma del cetriolo di Sabrina Ma non è un semplice libro: è un catalogo tragicomico di esperienze amorose, un diario intimo e dissacrante che usa il sesso come chiave di lettura dell’amore e delle relazioni.
Un libro che graffia, diverte e, soprattutto, fa riflettere.
Trama (senza spoiler): tra hashtag, amori e sopravvivenze
Il titolo incuriosisce, e l’autrice lo spiega fin da subito: il “cetriolo” è la metafora del maschio, del suo potere, delle sue mancanze e delle sue promesse disattese.
In un susseguirsi di brevi capitoli — veri e propri ritratti maschili accompagnati da ironici hashtag — Sabrina Ma ci introduce al suo passato sentimentale: uomini sposati, assenti, narcisisti, fragili o semplicemente incapaci.
L’amore è spesso raccontato come il motore del mondo, ma in questo libro viene riportato alla sua radice più viscerale: il desiderio, il corpo, la dipendenza emotiva. Eppure, La forma del cetriolo non è mai cinico. Al contrario: è una dichiarazione di sopravvivenza.
La forma del cetriolo: una lettura breve, leggera e sorprendentemente profonda
La forma del cetriolo di Sabrina Ma è una lettura veloce (l’ho divorato in un paio di giorni), ironica e profondamente femminile. Il titolo incuriosisce, la cover fa sorridere, ma dietro questa prima impressione leggera si nasconde un racconto tagliente, personale, senza filtri.
Già il sottotitolo – “Gli uomini che ho incontrato, vissuto e lasciato andar via” – dice tutto. L’autrice prende per mano il lettore e lo guida attraverso le relazioni della sua vita: storie finite male, incontri sbagliati, attese vane e qualche sorriso amaro. Tutto raccontato con un’ironia disarmante.
Il vero punto di forza del libro è la voce narrativa: personale, graffiante, intelligente. Ogni pagina è intrisa di ironia, ma anche di una vulnerabilità che non cerca compassione, bensì complicità.
Lo stile è fluido, a tratti poetico, e si muove tra introspezione e racconto del quotidiano con naturalezza. Si ride, spesso amaramente, ma si ride. E ci si riconosce.

Struttura e stile: un catalogo ironico dei “cetrioli” incontrati
Il libro è suddiviso in capitoli, ognuno dedicato a un uomo diverso: a volte anonimo, a volte indicato con hashtag divertenti e provocatori (#SposatoSpossato, #Maschio1, #UltimeSperanze, ecc.). Solo in un caso viene fatto un nome, per ragioni affettive.
In ogni capitolo emergono dettagli sensoriali (come l’odore della pelle), comportamentali, emotivi, e l’autrice si interroga: “Quanto ho dato rispetto a ciò che ho ricevuto?”
Sabrina Ma racconta senza mai giudicare, ma sempre osservando con lucidità. Parla di uomini egoisti, assenti, insicuri o emotivamente inaccessibili, ma anche di se stessa: delle sue aspettative, dei suoi errori, della sua crescita. E in questo, molte lettrici (e qualche lettore) potranno riconoscersi, sia dalla parte del narratore… che in quella del possessore del cetriolo.
Il linguaggio è volutamente leggero, a tratti sarcastico, ma mai superficiale. L’autrice non cerca di insegnare nulla, ma semplicemente di raccontare: il suo percorso, i suoi errori, la consapevolezza conquistata a caro prezzo.
“Il dolore irrompe, divampa e, infine, fa compagnia.”
È in frasi come questa che il libro svela la sua anima più profonda: sotto l’ironia, c’è la memoria, la ferita trasformata in esperienza, il tentativo di dare una forma al dolore.
Perché leggerlo?
Perché ci ricorda che dietro ogni relazione finita male c’è una lezione. Perché parla alle donne che si sono sentite trascurate, svuotate, illuse. E perché lo fa senza drammi, con la leggerezza di chi ha imparato a prendersi (e prendere gli altri) un po’ meno sul serio.
“Attendevo che i maschi che amavo si ricordassero che esistevo come fanno i cani fuori dai negozi, ma il padrone per me non tornava.”
È anche un libro che può far bene agli uomini: perché leggendo come vengono percepiti certi comportamenti, forse inizieranno a capirne il peso. O almeno a fare più attenzione.
La forma del cetriolo è un libro necessario perché rompe i tabù senza mai perdere umanità. È una raccolta di relazioni finite male, certo, ma anche una celebrazione del diritto di raccontarle, con la voce che si ha.
Un libro da regalare a un’amica, o da tenere sul comodino come amuleto contro le illusioni sentimentali.