InFame è il titolo del primo romanzo di Ambra Angiolini, uscito poche settimane fa per Rizzoli e già ben accolto da tutta la critica. Devo dire, caro iCrewer, che anche io ero molto curioso di scoprire questa versione letterata della ormai più che affermata e talentuosa artista che nel corso degli anni ha dimostrato di essere capace e fenomenale in un ampio raggio di situazioni.
Dopo averla conosciuta infatti come presentatrice televisiva, cantante, speaker radiofonica, attrice di fiction e interprete per il grande schermo, ora abbiamo il piacere di scoprire, sfogliando pagina dopo pagina il suo romanzo d’esordio InFame, anche la versione scrittrice della ex reginetta di Non è la rai nata, artisticamente parlando, nei favolosi anni ’90.
Prima di buttarti alla scoperta dei miei pensieri scaturiti dalla lettura del libro, c’è un punto di partenza imprescindibile che devi tenere ben presente: io adoro Ambra. Sono uno di quelli che ritiene riduttivo associarla sempre ai suoi inizi fatti di piscina, zainetto, cruciverba e Boncompagni, anche se l’ho appena fatto qualche riga fa; anzi, ritengo che la sua carriera si sia evoluta in maniera esponenziale tanto da riuscire a rendere ancor più validi i suoi inizi. In poche parole Ambra è secondo me un’artista credibile. E da quel che traspare e che si può conoscere dai media, anche una persona vera che non si è mai sentita una diva (parere personale).
InFame: il primo romanzo di Ambra
Ho letto InFame in tre sere.
Un buon libro. Una lettura più che piacevole nonostante il tema trattato: il difficile rapporto della protagonista con i disturbi alimentari e in particolare con la bulimia.
Questa è la forza di Ambra. Da sempre.
Ovvero non tradire mai se stessa ed essere sempre riconoscibile nei modi di esprimersi e di fare. Sono convinto che se un lettore leggesse InFame senza conoscerne il nome dell’autrice, andrebbe con la mente a risvegliare quelle corde che lo porterebbero a pensare ad Ambra. Perché davvero scrive come è, esattamente come siamo abituati a conoscerla.
Per questo durante la lettura avevo come la sensazione di sentirla leggere: nella mia testa non erano i miei occhi a scorrere le parole ma era la sua voce a sussurrare alle mie orecchie, con tutte le sue smorfie, le sue risate e la sua capacità di sdrammatizzare e di inserire la frase autoironica ad effetto quando meno te la aspetti. Vorrei tantissimo che ci fosse l’audiolibro di InFame letto direttamente da lei.
Non so se mai avrò la fortuna che questo articolo sia letto dalla diretta interessata, (in caso positivo ciao Ambra, sei unica! Sappi che l’anno scorso al mio matrimonio quando tutti gli invitati erano ben su di giri ed è partito il karaoke selvaggio, io mi sono “sputtanato” interpretando T’appartengo con una passione che la puoi trovare solo in noi quarantenni)… dicevo, prima di divagare, che mi sento in dovere di fare i complimenti all’autrice per la sua capacità di trattare un tema così forte rendendolo un co-protagonista/antagonista del romanzo.
Devo essere sincero: conosco poco di questo disturbo, di questa difficoltà che mi rendo conto essere un vero dramma per chi la vive. Grazie a InFame, ora ho qualche informazione in più, e non perché il testo è un trattato di divulgazione di medicina, ma perché attraverso la sua storia personale Ambra riesce a far capire al lettore le emozioni e le sensazioni contro le quali si combatte. La bulimia è trattata come una compagna di vita, un’altra versione della persona che la combatte sempre pronta ed emergere, a prendere il sopravvento, anche nel momento più impensabile della quotidianità.
Dato che l’autrice è un personaggio pubblico, che in un modo o nell’altro siamo abituati a veder entrare nella nostre case, fa davvero effetto conoscere, oggi, cosa si nascondeva dietro tutta l’allegria che da sempre abbiamo associato al suo nome.
Mi auguro di cuore che questo libro possa essere di aiuto, o anche semplicemente di compagnia, per chi sta lottando qualsiasi tipo di guerra con se stesso, con i suoi demoni e con i suoi problemi difficili da risolvere. Spesso è complicato cavarsela da soli e il fatto che Ambra abbia deciso di condividere nero su bianco questa sua storia personale le fa davvero onore.
In conclusione, quindi, InFame è un libro che consiglio. Sicuramente da non perdere se già ammiri tutta la parabola mirabolante della sua carriera: sarà un tassello che certificherà ancor più il suo valore. E poi, venendo al sodo della scrittura, perché è un libro dal bel piglio. Scritto in modo semplice, diretto, fresco, giovane e moderno. Un testo che sensibilizza su un argomento davvero delicato e lo fa con tanta autocritica e tanta autoironia. Del resto una risata spesso è la miglior medicina.
Come l’amore… ma per questo lascio a te il gusto di leggere il libro.