Un romanzo breve e godibile dal gusto metaforico, satirico e divertente: Il sole è seppia a Borgopigro, dalla penna di Claudio Caruana.
Non ricordo chi disse: –Con un filo d’ironia non si è mai impiccato nessuno-, una cosa è certa però, chiunque lo abbia detto, ha detto una grande verità. Se solo sapessimo ironizzare, ridere e sorridere di tante cose, nel corso delle nostre giornate, la vita di certo migliorerebbe e si potrebbe anche evitare di ricorrere al medico per tutti quei problemi di salute che derivano direttamente dalla somatizzazione di stress o arrabbiature, di cui nessuno è esente. E, va bene, dopo questo piccolo inciso di saggezza spicciola passo a parlarti del breve romanzo che ho appena finito di leggere: Il sole è seppia a Borgopigro di Claudio Caruana, edizioni Bertoni. Già il solo titolo mette davanti il lettore a qualcosa di insolito, un sole seppia è quantomeno originale, converrai con me, caro iCrewer. Borgopigro, del resto, è anch’esso un nome improbabile per un paese e di conseguenza chi si appressa a leggere capisce fin da subito che ha a che fare con qualcosa, se non altro, di surreale.
La stessa prefazione di Nino Formicola, noto attore comico, dà un incipit che incuriosisce il lettore: Dopo avere letto Il sole è seppia a Borgopigro, ho pensato… “Che peccato non avere avuto un figlio!”. Già, perché io ho sempre odiato le favole, ma questi racconti leggeri e surreali, incentrati sugli abitanti stravaganti di Borgopigro, sono nutrimento per la fantasia, sono l’ingresso verso un mondo che non c’è, ma che ci piacerebbe esistesse, insomma sono fiabe del terzo millennio.
La peculiarità del breve romanzo sta proprio nel fatto che l’autore, prendendo spunto dalla tipologia umana che vive ed opera nei piccoli centri, ne elabora una metaforicamente i vizi (tanti) e le virtù (poche) in chiave ironica, satirica e surreale. Il risultato è una storia sicuramente piacevole e divertente da leggere ma che, allo stesso tempo, offre molti spunti di riflessione come soltanto la buona satira di costume può fare. I personaggi, divertenti e ben caratterizzati, diventano come nella Commedia dell’arte, maschere stilizzate e caricaturali che fanno, si, sorridere il lettore ma fanno anche riflettere al di là dell’ilarità che provocano. La fantasia di Claudio Caruana va, a mio avviso, oltre i semplici fatti raccontati: diventa metafora di quei sentimenti che si agitano nell’animo umano, della pigrizia o della rassegnazione che blocca qualsiasi iniziativa, nei piccoli centri come nei grandi.
Il sole è seppia a Borgopigro, è un libretto articolato in tre sezioni, una conseguenziale all’altra, con una scrittura densa di particolari, scorrevole, a tratti trascinante, a tratti un po’ troppo descrittiva: le prime due sezioni sono molto simili per argomenti e situazioni paradossali. La terza sezione si discosta dalle prime due, in quanto l’autore racconta la ricerca del grande e unico amore del protagonista che diventa anche sofferta nel finale, rivoluzionando quasi l’impronta satirica e caricaturale delle prime due sezioni. Trovo che questa sia l’unica “debolezza” del romanzo: aver voluto amalgamare in un unico libro argomenti tra loro, forse, poco mischiabili.
Per il resto la scrittura di Claudio Caruana ricorda, con le dovute differenze, quella di un grande padre del surrealismo: Italo Calvino… e scusate se è poco.
E, a proposito, per darti un’idea della personalità dell’autore, lascio a lui la presentazione di se stesso (godibilissima ed indicativa):
Claudio Caruana, scrittore in erba dall’età di 5 anni (ma non la fumava). Fino ai 18 anni alterna scrittura e disegno e segue questa seconda strada con discreto riscontro. Pubblica vignette su La Sicilia con continuità, dal 1991 al 2004. Poi ritorna alla scrittura, stavolta comica, grazie a un crescente amore verso il cabaret. Con testardaggine, comincia a viaggiare tra la Sicilia e la Lombardia, terra dello Zelig dei migliori anni. Comincia a collaborare con Gabriele Cirilli e poi con Giancarlo Barbara, il comico noto per i “trailer” cinematografici. Partecipa come autore a tre laboratori creativi di Zelig, due anni a Catania e uno a Roma. A Palermo, partecipa come autore al laboratorio comico Le spine nel fianco. Dal laboratorio stesso nascono una serie di spettacoli proposti al pubblico palermitano che risponde con entusiasmo. Inizia poi a scrivere per il gruppo di satira on line Kotiomkin, con costanti e puntuali pubblicazioni. Nel 2015 gli viene in testa l’idea per il libro che vi apprestate a leggere, tenuto a lungo nel cassetto e poi proposto con successo per la pubblicazione. Attualmente è alle prese con la scrittura del secondo romanzo, che rischia ‘seriamente’ di divertirvi come farà già il primo. Il resto, è tutto da scrivere! Ad maiora!
Ad majora Claudio!