Caro iCrewer, io sono un’amante del giallo vecchia scuola: quello di Sherlock Holmes e Hercule Poirot, in cui i misteri si risolvono esclusivamente con la materia grigia e non è necessario che la cattura del colpevole avvenga dopo un inseguimento rocambolesco o una sparatoria. La buona vecchia indagine deduttiva, insomma. Puoi immaginare allora come mi sono approcciata alla mia ultima lettura: Il giallo di Ponte Sisto dei fratelli Max e Francesco Morini, pubblicato la scorsa estate da Newton Compton.
Si tratta del terzo caso a cura di Ettore Misericordia, proprietario della Libreria Misericordia di Roma: è un uomo di grande cultura, appassionato di donne… e di gialli. Usa infatti il suo ingegno sopraffino e la sua smisurata conoscenza della capitale per aiutare l’ispettore Ceratti nelle sue indagini. Nelle due indagini precedenti Nero Caravaggio e Rosso Barocco (pubblicati entrambi nel 2018 da Newton Compton), il libraio ha brillantemente risolto due omicidi legati al mondo dell’arte, invece in Il giallo di Ponte Sisto si ritrova catapultato nella Roma del varietà e della comicità nei piccoli teatri di cabaret.
Un po’ a malincuore, devo ammettere che l’indagine di per sé non mi ha entusiasmata particolarmente. Ci sono indizi curiosi, tuttavia ho trovato i fili della matassa troppo prevedibili per i miei gusti. Non ho trovato quel dettaglio che mi facesse esplodere la testa, distruggendo tutte le congetture che avevo fatto e facendomi esclamare: «Quindi è successo tutto questo per quello!». Purtroppo non è stato così e me ne dispiaccio.
Il giallo di Ponte Sisto è stata comunque una lettura che mi ha intrattenuta e mi ha regalato ore piacevoli in sua compagnia, grazie anche allo stile di scrittura dei due autori leggero e scorrevole. Ad allietarmi è stato anche il narratore, Fango: è l’aiutante di Misericordia sia in libreria che come investigatore e ha un forte senso dell’umorismo, che me lo ha reso simpatico fin da subito. In più punti mi ha ricordato il dottor John Watson, il fido compare di Sherlock Holmes… In effetti, Misericordia ricorda il noto investigatore privato creato da Conan Doyle, ma in una versione più moderna e romanesca.
Ciò che mi ha coinvolto di più del testo è stata però l’ambientazione: in ogni pagina ho sentito il profumo di Roma, la vivacità dei suoi abitanti e la musicalità dell’accento romano. Questo è successo perchè i fratelli Morini hanno descritto la città così bene, con passione e precisione, da renderla vera e vivida.
Inoltre il caso è fortemente legato ad una delle figure più celebri della capitale: l’attore comico degli anni Venti Ettore Petrolini. Ammetto di non aver mai sentito nominare questo genio della comicità prima di questo romanzo e mi dispiaccio anche di questo: grazie a Il giallo di Ponte Sisto ho scoperto tante notizie interessanti riguardo alla città e alla sua storia di inizio secolo, per esempio la cultura del varietà. Piccole chicche insomma, che hanno tenuta viva la mia attenzione e che mi hanno insegnato qualcosa di nuovo.
In definitiva, non ne sconsiglio la lettura. Si tratta comunque di un libro leggero e piacevole, che sa intrattenerti con la sua trama intrecciata alla storia di Roma. Sono certa che, se sei un fan di Ettore Misericordia, resterai contento di Il giallo di Ponte Sisto dei fratelli Max e Francesco Morini, pubblicato da Newton Compton.