Caro iCrewer, qual è stata la tua ultima lettura? Io ho appena terminato Il confine dei giorni. Romanzo di una famiglia italoamericana di Alessandro Faino, pubblicato da Il Rio editore e che trovi in libreria da martedì 4 agosto.
Il libro narra di Luigi Fogliano, italoamericano di prima generazione che vive a Philadelphia da sempre e che per il suo ottantesimo compleanno decide di regalarsi un viaggio in Italia, nella terra d’origine della sua famiglia: il salernitano. Ad accompagnarlo in questa fantastica avventura alla ricerca delle proprie radici, ci sarà la nipote diciottenne Benedetta dagli Stati Uniti e il cugino Vito, suo coetaneo e appartenente al ramo dei Fogliano che non è emigrata all’inizio del Novecento, quindi custode delle memorie della famiglia.
Come ti avevo già accennato nella segnalazione che feci del romanzo poche settimane fa, avevo grandi aspettative per Il confine dei giorni: lo immaginavo come un’opera delicata e profonda sull’emigrazione, sulla ricerca di se stessi e sui valori famigliari. Ebbene caro iCrewer, tutti questi elementi li ho trovati nel testo e non sono stata assolutamente delusa dall’idea che mi prefigurata, leggendone la trama!
Ti spiego allora nel dettaglio cosa mi è piaciuto particolarmente dell’ultimo lavoro di Alessandro Faino.
Il confine dei giorni: una storia d’altri tempi ma ancora attuale
L’aspetto che mi ha colpito maggiormente del romanzo è la sua capacità di fondere alla perfezione la storia passata con il presente. L’intreccio si basa infatti su di un fenomeno della nostra storia: nei primi decenni del Novecento un ingente numero di italiani, provenienti soprattutto dalle campagne del Sud, emigrò oltre oceano per cercare fortuna e condizioni di vita migliori, nonostante le differenze linguistiche e culturali.
Immaginando una di quelle famiglie che fecero la traversata verso New York, l’autore illustra attraverso gli occhi del protagonista il risultato di quel periodo storico: una generazione di americani di origine italiana che non sente di avere un’identità culturale ben definita, perchè non ha toccato con mano la terra natale dei propri antenati.
Questo è il motivo che spinge Luigi a compiere il viaggio inverso: il desiderio di conoscere il mondo da cui provengono i suoi genitori, oltre che la volontà di fare chiarezza sui motivi che hanno spinto i parenti a cercare fortuna in un Paese ignoto in giovane età e che questi gli hanno sempre taciuto.
Alternando capitoli ambientati nel presente e altri nel passato, il protagonista ci racconta allora in prima persona la sua storia personale e quella della sua famiglia e lo fa con toni malinconici e nostalgici, che io ho trovato incredibilmente verosimili e perfettamente calzanti per un uomo anziano, che sta percorrendo il viale dei ricordi.
Leggendo Il confine dei giorni, mi sono chiesta quanti italoamericani si rispecchiano nella situazione di Luigi Fogliano: quanti di loro si sono posti le stesse sue domande riguardo la loro famiglia e hanno intrapreso un viaggio simile al suo, quanti hanno trovato delle risposte e quanti ancora le stanno cercando?
Alla fine, la bellissima vicenda narrata in questo romanzo copre una tematica molto attuale e in cui molti lettori possono rispecchiarsi, perchè hanno parenti emigrati all’estero o sono loro stessi figli di immigrati: il desiderio di conoscere la cronaca della propria famiglia.
Credo quindi che con questo romanzo Alessandro Faino abbia cercato di dare voce ad una delle tante storie di migranti che sono alla ricerca della proprie radici e per questo l’ho trovato un lavoro poetico e realistico, che ti consiglio assolutamente di leggere.