I segreti del college di Catherine Lowell sono i tre grandi capolavori firmati Brontë racchiusi in un unico romanzo: una storia alla Jane Eyre, un amore alla Cime Tempestose, un personaggio alla Agnes Grey
A onor del vero, devo subito rivelare che nella mia valutazione finale per il libro di Catherine Lowell non sono riuscita a essere del tutto imparziale. I libri delle sorelle Brontë sono in assoluto tra i miei preferiti. Ho letto e riletto Cime tempestose, cogliendo ogni volta una sfumatura diversa, innamorandomi ogni volta di più di Heathcliff e della sua passione animalesca. Non sono riuscita a lasciar andare il personaggio di Jane Eyre e non ho mai dimenticato la sua forza e la sua determinazione e sopratutto il grande amore che provava, prima di tutto, per se stessa. Continuo a cercare un Mr Rochester, scorbutico, per alcuni versi anche spaventoso, ma così affascinante. Insomma, dopo aver letto i libri delle tre sorelle, non sono più stata in grado di dimenticarli e ogni tanto non posso fare a meno di riprenderli in mano e ricominciare a leggerli. Per questo, un romanzo che parla delle Brontë e ricrea una storia molto simile alle loro non poteva certo lasciarmi indifferente.
Leggere I segreti del college mi ha riportato indietro nel tempo, mi ha fatto riprovare le stesse emozioni, la stessa voglia di leggere il romanzo tutto d’un fiato e la stessa malinconia una volta finito. Mentre scorrevo veloce le pagine, avevo la sensazione di aver scoperto, quasi per magia, uno degli scritti perduti delle Brontë, tanto che, anche se ambientato ai giorni nostri, facevo fatica a immaginarmi cellulari, treni ad alta velocità, mense universitarie. Mi immaginavo, invece, un vecchio collegio circondato dalla brughiera, i vestiti scomodi dell’800, le acconciature tipiche dell’epoca. E’ stato quasi impossibile leggerlo e pensare che l’autrice fosse Catherine Lowell e non una Brontë.
Samantha, la nostra protagonista, è un personaggio potente, che cambia pelle per tutto il libro. Fin da subito, si gioca con la sua somiglianza con Anne Brontë, con cui condivide la stessa sensazione di solitudine, il sentirsi inadatta e un po’ spersa, in una vita che sembra sfuggirle di mano. Ci sono momenti, quelli in cui si sente più insignificante, in cui diventa la protagonista del libro di Anne, Agnes. Poi ci sono le conversazioni con il professor Orville in cui si trasforma nella risoluta Jane Eyre, “piccola e oscura”, ma allo stesso tempo così sicura dei suoi valori, della sua minuscola forza, delle sue idee, di sé. Infine, ci sono le follie, follie lucide, follie terribili che la legano alla pazza e animalesca Bertha Mason, rinnegata, rifiutata e rinchiusa dal marito Rochester. Samantha è un rimescolio di personalità, a cui si aggiungono anche quelle delle altre due sorelle, Emily e Charlotte. Personaggi, autori, tutto si fonde insieme per creare un’unica grande protagonista.
Non è solo il personaggio di Samantha a dominare la scena. Sono tante le personalità che si affacciano tra le pieghe del libro. Abbiamo il professor Orville, più grande di lei, affascinante e misterioso, ma spesso brutale, distaccato, provocatorio. Un perfetto Rochester moderno. Abbiamo il padre di lui, John Booker, un bizzarro alter ego del padre di lei, Tristan Whipple, personaggio altrettanto particolare e molto molto letterario. Una sorta di deus ex machina che manovra i fili della storia e ci trascina in una caccia al tesoro nel passato della famiglia e nella vita quotidiana, nei segreti, delle sorelle Brontë.
Proprio le Brontë sono uno dei nuclei centrali di questo romanzo,
le loro vite, i loro scritti, i loro misteri. Le tre sorelle sono raccontare nel modo più vivido possibile. Sono state per molto tempo le amiche immaginarie di Sam e, dopo poco, lo diventano anche per noi. Scopriamo le dinamiche tra di loro, gli attriti, i segreti, talvolta anche oscuri. Tante sono congetture, altre sono ipotesi o ragionamenti e intuizioni, eppure, conoscendo anche poco la vita delle tre donne non si può fare a meno di pensare che forse, sotto sotto, ci sia più verità in questo libro che nelle infinite biografie su di loro. Tutto si gioca su realtà e su finzione letteraria. E questo è anche uno dei focus di discussione tra Sam e il suo professore. Due visioni diverse del mondo, della letteratura, del significato della letteratura. Due visioni che si scontrano per tutto il romanzo e che fanno riflettere su mille questioni: che ruolo ha la letteratura? Qual è il suo scopo? Siamo ciò che si scrive o scriviamo ciò che siamo? Follia è lucidità o completo smarrimento di sé? Si può amare ciò che in realtà si odia dal profondo del cuore? Ci si può identificare in chi sentiamo completamente opposto a noi? Sono infinite le domande che vengono poste, vengono disseminate lungo tutto il libro e racchiudono, probabilmente, tante di quelle domande che le Brontë stesse si facevano nei loro libri così come nella loro vita. Domande che mai potranno avere un’unica risposta, ma moltissime, una per ogni persona, una per ogni lettore.
La storia,
un’avventura con la A maiuscola, è perfettamente equilibrata e pensata, senza alcun elemento fuori posto o stonato. E’ un mistero che cattura fin dal primo istante e che vogliamo risolvere al più presto, raccogliendo e collegando i tanti indizi preziosi che ci vengono lasciati tra le pagine. La scrittura, serrata, veloce, precisa, come un bisturi, non ci lascia mai andare, non ci permette mai di alzare la testa, anche solo per un momento, per distrarci e pensare ad altro. Il libro diventa noi e noi diventiamo il libro.
In conclusione,
I segreti del college è un romanzo inaspettato, che ho amato dal profondo del cuore e che sono immensamente felice di aver trovato. E mi piace pensare che sia stato lui a cercare me. Ti invito, dunque, a leggerlo e vedrai che non ne rimarrai deluso. Io, intanto, corro a rileggermi Cime Tempestose.