Natale è passato oramai da un po’ e, personalmente, quando questo sfavillante periodo – fatto di luci e sorrisi – finisce, mi lascia sempre un leggero magone: non so, il Natale ha quella capacità di avvolgerti in quella sua magia come se vivessi, per un periodo di tempo, in una bolla colorata nella quale niente può scalfirti, è come se tutti i pensieri venissero temporaneamente messi in stand-by; e così, giusto per ricreare quella magica atmosfera, mi sono totalmente immersa nella lettura del nuovo romanzo di Sophie Kinsella, I love shopping a Natale, edito da Mondadori.
La Kinsella, lo sappiamo bene, è un’autrice di fama internazionale che ha all’attivo numerosi romanzi, molti pubblicati con il suo reale nome, Madeleine Wickham. Nel 2000 si è affacciata al genere chick lit dando vita così al personaggio di Becky Brandon, nata Bloonwood. E da allora non si è più fermata. Devo dire che sin da quando ho letto la prima volta I love shopping (ti parlo di prima volta semplicemente perché ho riletto questo libro svariate volte) ho da subito sentito una grande simpatia – nonché empatia – un grande affetto per questa vulcanica ragazza inglese così solare, briosa, e con quella innata capacità, che definirei inusuale, di sapersi cacciare nei guai – come solo lei sa fare – ma poi, con altrettanta abilità, riesce a districarsi in maniera esemplare; non puoi non amare Becky: diventa quell’amica che tanto vorresti, anzi, addirittura vorresti persino avere quella dote, insita in lei, di saper regalare il sorriso a chiunque incappi lungo il suo cammino. Becky, è risaputo, soffre di quella sindrome chiamata shopping compulsivo: non può fare a meno di comprare; ad onore del vero, e a sua discolpa, va detto che lei cerca di resistere, di metterci tutta sé stessa ma il richiamo è più forte della sua stessa forza interiore. Per intenderci: lo shopping sta a lei come il bisogno primario di cibarsi sta agli uomini, tutto qui. È così che nasce il suo personaggio, è così che la Kinsella abilmente lo crea, tutta la serie di I Love Shopping si snoda su questa tematica: Becky compratrice compulsiva. Tutto quello che quest’ultima decide di acquistare lo definisce come un bene di prima necessità, tanto da pensare di farne delle scorte da poter usare nel tempo: peccato, però, che tutti questi buoni propositi svaniscano nel nulla e vengano messi da parte da un nuovo acquisto con la conseguenza che gli armadi – e non solo, non immaginereste mai dove Becky è capace di nascondere gli acquisti – inevitabilmente si riempiano di roba che lei stessa, spesso, dimentica persino di possedere.
Tutti i libri della seria dedicata a Becky Brandon, nata Bloonwood iniziano con uno schema che già ti suscita quel sorriso che sai non ti lascerà più per tutta la durata della lettura
Okay. Niente panico. Niente panico. Ho ancora 5 minuti e 52 secondi prima che il mio carrello scada. È un sacco di tempo! Devo soltanto trovare in fretta un ultimo articolo che porti il totale a 75 sterline, così avrò la spedizione gratis. Forza, Becky. Ce la puoi fare.
In I Love Shopping a Natale, l’argomento, ovviamente, è proprio il Natale, quel magico periodo dell’anno che Becky tanto ama: pranzo a casa della mamma, i regali da acquistare, gli addobbi e le decorazioni… insomma sembrerebbe tutto perfetto, ma la nostra Becky, suo malgrado, non ha fatto i conti con gli imprevisti che faranno incrinare il suo perfetto quadro di Natale. E così, tra un evento e l’altro, la nostra eroina si troverà a dover fronteggiare situazioni di ogni genere, molte la riguarderanno in prima persona, altre toccheranno le persone a lei care e, talune, infine, avranno a che fare con nuove – e vecchie – conoscenze che, come un fulmine a ciel sereno, diromperanno nella sua vita creando ancora più scompiglio e caos. Come fronteggerà il tutto Becky? Riuscirà a mantenere quella calma apparente mista al suo insolito savoir faire? E credimi se ti dico che ci saranno situazioni che mai avresti immaginato ma che, in fondo, conoscendo Becky dovresti aspettarti! Ebbene, caro iCrewer, per scoprilo, non ti resta che gettarti a capofitto nella storia.
La lettura dei libri della Kinsella legati alla serie I Love Shopping ti regalano serenità, allegria e spensieratezza: tu che ti accingi a leggere un suo libro sai già che potrai isolarti dalla realtà, regalandoti attimi di puro relax. Io, ad esempio, dinanzi alle (dis)avvenutre di Becky ho riso tantissimo, mi sono emozionata, mi sono commossa: eh sì, anche con i libri della Kinsella riesco a commuovermi – sono un caso da clinico da studiare, lo so -! Non ho potuto fare di meno di desiderare che il libro non avesse mai fine. Ritengo, difatti, che con i romanzi di questa autrice si sia dinanzi a quel fenomeno chiamato experiential crossing, perché in questo caso più che in altri, mi capita di immaginare che Becky fuoriesca dalla carta stampata e viva una vita parallela alla mia che posso osservare: ho immaginato spesso la sua voce, quella di Luke (Brandon) e persino della figlioletta Minnie. La scrittura è fluida, semplice, confidenziale, avvolgente. È quel linguaggio che ti prende e ti porta dentro; questo modo di scrivere dell’autrice non richiede né particolare concentrazione né quella tecnicità tipica di altri romanzi. Il linguaggio, altresì, è molto ironico, e questo, a mio avviso, è una delle carte vincenti, perché in fondo l’ironia di Becky è palpabile ed è anche contagiosa «Nostra figlia si è appena rivolta a Maria e Giuseppe nella loro misera grotta e gli ha detto di non usare il minibar. Voglio morire.».
Le frasi usate, poi, sono spesso corte, dove i segni di interpunzione vengono utilizzati di sovente, come a voler dare un senso d’impatto a ciò che viene scritto e quindi che viene letto, come ad esempio «Oh… idea! Non li chiamerò alberi di Natale. Chiamerò albero di Natale solo quello vero e gli altri saranno “cespugli di Natale”. Avrò una specie di boschetto di Natale. Geniale. E poi… Oddio, guarda che ora si è fatta. Devo darmi una mossa.».
I libri della Kinsella puntano prevalentemente sui sentimenti e sui valori: per Becky, infatti, questi ultimi sono di vitale importanza, la famiglia, gli amici, gli affetti, che lei cerca di curare con amore e dedizione e che difende a spada tratta; in particolare modo l’amore sconfinato per l’uomo che la ama da sempre e che le ha perdonato qualsiasi leggerezza in fatto di shopping: Luke Brandon
Quando siamo quasi a casa, mi fermo sotto un cespuglio di agrifoglio e di impulso bacio Luke, un lungo bacio. Lo so che dovrebbe essere vischio, ma non saprei dove trovarlo. (Dovrei portarmi in giro la mia ghirlanda di vischio gonfiabile.) Baciarsi per strada è sexy. Mi ricorda i primi tempi. Dovremmo baciarci in strada più spesso.
L’autrice, ad ogni modo, intreccia diverse storie, che non riguarderanno solo Becky e il suo nucleo familiare in senso stretto, ma anche persone estranee alla nostra protagonista; ma queste storie per un verso per un altro, direttamente o indirettamente, avranno a che vedere con Becky stessa.
I Love Shopping a Natale è composto da 22 capitoli, intercalati, nel perfetto stile di Becky, da e-mail o scambio di messaggi che avvengono sul noto social whatsapp: insomma è l’era del commercio on line e delle chat di gruppo e Becky Brandon, nata Bloonwood, non poteva certo restarne illesa «Okay, forse creare il gruppo di Natale è stato un errore. Ho ricevuto centotrentaquattro messaggi e abbiamo iniziato solo ieri sera.».
Quanto ai refusi ne ho contati veramente pochi: l’assenza, una volta, delle classiche virgolette a chiusura di un discorso diretto, bilie anziché biglie, guardino piuttosto che giardino e un al posto di uno. I discorsi sono prevalentemente espressi in forma diretta, e le digressioni qui sono quasi d’obbligo perché c’è sempre qualcosa del passato che Becky ama ricordare.
In un romanzo, usualmente, ci sono personaggi che ti piacciono molto e personaggi che ti piacciono un po’ meno o che, addirittura, non ti piacciono per nulla; ebbene, qui non ci sono personaggi che non possono non piacerti perché anche quelli resi antipatici dalla penna della Kinsella, diventano esilaranti e la loro presenza nel romanzo non diventa pesante. Ciò a conti fatti è dovuto proprio allo stile dell’autrice.
Due personaggi, oltre a Becky, ho amato particolarmente, sto parlando di Suze, la storica amica del cuore della nostra protagonista; ciò a riprova della grande importanza – e valore – che viene dato al sentimento dell’amicizia, sentimento oggi raro quanto una perla nera; non è un rapporto fatto di smancerie e/o ti voglio bene ma l’una per l’altra ci sono sempre state, si sono sempre supportate soprattutto nei momenti di grande sconforto e questo, a mio avviso, non è altro che la conferma di quanto profondo sia il loro legame. E poi c’è Luke Brandon, il titolare della Brandon Communications, che venera e ama Becky nonostante non faccia altro, per la maggior parte, che combinare guai. Quale marito avrebbe tollerato acquisti no limits, molti dei quali assolutamente futili, come roba ingombrante che ti viene recapitata a casa solo perché devi sostenere un’Associazione di giovani emarginati o trenta libbre di salmone che stazionano nel giardino di casa tua coperti da un piumone dell’orso Paddington? Be’ solo Becky è capace di simili e altre cose ma Luke la ama. Profondamente. «Non c’è un’altra come te, Becky» dice con voce roca. «Neanche una, in tutto il mondo.» Questa è una cosa che Luke mi ripete spesso, e certe volte non riesco a capire se lo intende in senso buono o cattivo. Ma adesso, in questo momento, so che lo intende in senso buono.
Ecco, Luke probabilmente accetta più i difetti che i pregi di Becky perché, alla fin fine, anche i difetti si rivelano essere poi pregi: Becky è una ragazza dal cuore d’oro, gentile e altruista, che mette sempre al primo posto non solo la felicità delle persone a lei care, ma anche di quelle che conosce poco o nulla.
Consiglio davvero la lettura di I love shopping a Natale, non solo a tutti coloro che adorano lo stile fresco e brillante di Sophie Kinsella, o a chi di Becky ne è un fan sfegatato, personalmente spero che l’autrice non smetta mai di scrivere di Becky, ma anche tutti coloro che vogliono evadere dalla realtà quotidiana, dai pensieri e dalle problematiche, a tutti coloro che vogliono sorridere e che credono nella solidità e veridicità dei sentimenti.
Ti lascio con una frase che, nel romanzo, viene ripetuta spesso e che mi ha davvero colpito «Tutto quello che il Grinch non può rubare, non è il Natale.»