Quale mistero si nasconde dietro al furto del teschio del pittore Francisco Goya? È davvero un reperto maledetto? Che messaggio si cela dietro le famose “Pitture Nere”?
Queste sono le domande che ci si pongono dopo aver letto la trama di “Goya Enigma“, thriller storico nato dalla penna di Alex Connor, edito da Newton Compton. Era da molto che non mi gustavo un thriller, e così ho deciso di concedermi la lettura di questo libro, la cui copertina ha subito attirato la mia attenzione così come il tema affrontato e, a dirla tutta, anche il clamore suscitato dal precedente lavoro dell’autrice, che non ho avuto il piacere di leggere, “Cospirazione Caravaggio“, che pare abbia riscontrato notevole successo – “mi ripropongo di leggere anche quello, se Goya mi regala soddisfazione”, ho pensato fra me e me –
E beh, adesso dovrò pagare pegno. “Goya Enigma” è uno dei pochi libri che mi hanno incollata alla lettura dalla prima all’ultima pagina, e ancora adesso sono qui che penso e ripenso a quanto purtroppo è stata breve l’esperienza. Comprendo che possa sembrare un giudizio forse un tantino esageratamente entusiastico, ma non vi è altro modo per esprimere quanto trasmessomi dalla lettura di questo thriller.
“Il momento si prolungò all’infinito. All’improvviso, Ben si ritrovò a Madrid, nella casa colonica. Riuscì a sentire Leon che lo chiamava dal suo studio e vide l’ombra di Detita allungarsi sulle piastrelle nere. Gli tornarono alla mente quelle giornate torride, più lunghe di una settimana, che avevano l’odore del limone e dell’ibisco ad accompagnare quello del fiume, la luna gialla come un cero votivo, e il cigolio solenne e cantilenante della banderuola arrugginita. Riuscì a captare l’odore della polvere estiva, a sentire il gocciolare dell’acqua di un rubinetto che picchiettava sul suolo arido all’esterno, a vedere una manciata di fiori avvizziti che si chiudevano per l’ultima volta.
Era tornato ragazzo – prima di Leon, prima di Francis, prima di Abigail, prima dei lutti e della confusione. Era giovane e gli uccellini volavano sopra la sua testa, i pesci argentati risalivano la corrente del fiume. Prima che le campane della chiesa suonassero in occasione di funerali e veglie; prima che i morti fossero più vicini che i vivi; prima che la notte avesse la meglio sul giorno e che gli uomini con le mani sporche di sangue gli sussurrassero all’orecchio come se fossero angeli.“
Dalla ricostruzione storica degli ultimi anni di vita e di attività di Francisco Goya si passa ad una piovosa Londra, passando per una bollente Madrid e ad un’avida New York, e ai protagonisti principali, i fratelli Golding: fragile e instabile uno, forte e almeno all’apparenza incorruttibile l’altro. Quando si ritrovano a gestire il ritrovamento più importante della storia, torneranno a galla vecchie incomprensioni, antichi conflitti, ma soprattutto reali e concreti pericoli per la loro vita e per quella di chi amano. Insieme alle personalità dei due attori principali, la Connor riesce a disegnare perfettamente anche la psicologia di ogni partecipante alla storia, e con abili flashback dirige l’attenzione del lettore ora al passato dell’artista, ora agli intrighi di famiglie potenti e arriviste, ora a crimini efferati e, in tutto l’insieme, nelle fragilità emotive dei personaggi sia del passato che del presente.
Senza scritture roboanti o confusionarie ma invece particolareggiate e intriganti, l’autrice è riuscita a coinvolgermi sempre più, con abili colpi di scena e stuzzicanti semi del dubbio insinuati tra le righe. Fino all’ultimo, ogni tassello del puzzle non troverà la sua collocazione, lasciando il lettore in suspance quel tanto che basta per arrivare con ingordigia a spulciare le ultime immagini, gli ultimi accadimenti, le ultime rivelazioni.
Da oggi Alex Connor ha una nuova fan.
L’AUTRICE