Caro iCrewer, vorrei proprio parlarti della mia ultima lettura: Una finestra vistalago di Andrea Vitali, edita da Garzanti editore.
Credo si possa definire un romanzo storico, sebbene non sia certo da confondere con le storie che si perdono nella notte dei tempi. Qui siamo, in prospettiva, molto più vicini al nostro contemporaneo: partiamo quando l’Italia sta uscendo dagli anni ’30 del Novecento, e arriviamo fino all’inizio degli anni ’70.
La trama, velocemente e senza spoiler
È la storia di un paesino, Bellano, situato sulle rive del lago di Como. Attraverso le pagine del romanzo di Andrea Vitali, veniamo messi al corrente dei fatti salienti che hanno interessato tre generazioni di anime lì residenti.
Guai, misteri, gravidanze inattese, malintesi, furti: accade un po’ di tutto. I personaggi sono molti, le vicende ancora di più, ma solo uno sembra essere abbastanza costante, da un certo punto un poi. Si tratta del dottor Tornabuoni che, volente o dolente, trasferendosi a Bellano non si assunse solamente l’incarico di medico di paese, ma, negli anni, un po’ alla volta diventò quasi confessore, nonché sbroglia mattasse. E in quante faccende private era finito invischiato! Sicuramente, accettando il posto di lavoro sul lago non avrebbe mai pensato che sarebbe andata così!
Una finestra vistalago, la recensione
Parto col dirti, caro iCrewer, che si tratta di un’opera abbastanza composita. I personaggi che compaiono sono moltissimi: di alcuni seguiamo, a varie riprese, la vita intera; altri li incontriamo a percorso già iniziato; di altri ancora ci viene narrato solo qualche episodio. Ho notato subito una cosa, però. Ogni qualvolta compare un nuovo nome, ci viene offerta la panoramica intera del vissuto della nuova conoscenza, proprio come accade nei piccoli paesi di provincia(e credimi, ne so qualcosa).
È un aspetto che aiuta ad entrare nell’ottica del romanzo di Andrea Vitali ma che, al contempo, inserisce all’interno della narrazione, una quantità notevole di nomi e fatti che, ai fini dell’intreccio, si rivelano poi un po’ in più.
Lo stile scorrevole e svelto permette all’autore di far succedere davvero molte cose nelle – non troppe – pagine del libro, senza però ingarbugliare troppo a fondo il lettore.
Ecco, forse è stato propri questo procedere spedito, saltando apparentemente di palo in frasca, che non mi ha permesso di affezionarmi come si deve ai personaggi. E se a ciò uniamo un conteso storico che non mi è estremamente familiare – con alcuni elementi che, probabilmente per ragioni di vicinanza temporale, Vitali non sempre spiega e puntualizza – ha fatto si che questo libro non rientrasse proprio nelle mie corde.
Nonostante ciò, si è trattato di una lettura abbastanza piacevole e molto scorrevole.
Parlare di personaggi è complesso: ce ne sono talmente tanti, che non saprei bene chi scegliere. Sicuramente il dottor Tornabuoni, che, al di là della propria volontà, sin da poco dopo il suo arrivo, si ritrova incastrato in un considerevole numero di intrighi di paese – politici e non. Un uomo serio, ma che sa scherzare; che si dimostra all’altezza delle sfide che gli si paranoie davanti.
E Arrigoni Giuseppe, che seguiamo per gran parte della vita. Un filo rosso che collega le due metà in cui possiamo dividere il romanzo.
La cover mi è piaciuta, trasmette lo spirito dell’ambientazione sia storica che, in parte, geografica del romanzo.
In conclusione, quella di Andrea Vitali è un’opera corale, dalle molte trame e vicende, che strizza l’occhio alla storia dell’Italia della parte centrale del ‘900.
Andrea Vitali
La sua penna è davvero prolifica, infatti ha pubblicato Il meccanico Landru, A partire dai nomi, L’ombra di Marinetti (1995, premio Piero Chiara), Aria del lago, Gli ultimi passi del sindacone.
Garzanti, invece, ha edito Una finestra vistalago, vincitore nel 2003 del premio Grinzane Cavour e, nel 2004, di quello Bruno Gioffrè, per la sezione narrativa, Un amore di zitella, La signorina Tecla Manzi, La figlia del podestà, Il procuratore, Olive comprese, Il segreto di Ortelia, La modista, Dopo lunga e penosa malattia, Almeno il cappello (2009, finalista premio strega), Pianoforte vendesi e La mamma de sole, Certe fortune, Sotto un cielo sempre azzurro.
Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia.