Oggi recensisco il volume autoconclusivo, ultima opera della scrittrice romance Flora A. Gallert intitolata Diretto al cuore. Analizzando titolo e copertina, mi sento di dire che il titolo avanza già i presupposti di una storia d’amore, diretta, senza troppi fronzoli e fin qui mi alletta l’idea di leggerlo; la copertina d’altra parte emana sensualità, passione per cui si presuppone ci sia dell’erotismo che segue la trama del racconto. Questi sono tutti elementi che rendono un libro affascinante ed è per questo che ho deciso di leggerlo.
Di cosa parla questo sport erotic romance?
Il protagonista maschile di Diretto al cuore rispecchia i canoni del genere sport romance: si chiama Nick, ha un corpo da urlo con addominali scolpiti, è un ex pugile soprannominato La Bestia per i suoi modi rudi e animaleschi, non ha avuto una vita facile. Nick cerca storie fugaci, che durano una notte e via, e si rifugia nell’alcool dove trova pace e sollievo dal suo animo tormentato e ribelle. C’è da dire che Nick è anche un papà di un bambino di sei anni: infatti emergerà nella storia anche il suo lato paterno, protettivo, dolce e romantico. La sua esistenza a un certo punto si intreccia con quella di Margaret, una dottoressa di oncologia, fidanzata con un dottore, che ha una vita normale e un modo di vivere salutare.
Due mondi opposti che si incontrano per una ragione ben precisa: i due forse si innamoreranno? Uno dei due nasconde un segreto che presto verrà fuori e le paure di entrambi dovranno fare i conti con la realtà. Niente spoiler, hai visto?
Diretto al cuore di Flora A. Gallert: la mia recensione
Mentre Nick ha una scrittura istintiva, grezza, con l’utilizzo di imprecazioni e arrabbiata con il mondo, Margaret invece ha una scrittura dolce, suadente, piena di indecisioni e paure, come se fosse sempre sul punto di scappare. Questa idea della Gallert e la sua volontà di far raccontare ai due personaggi la storia dal loro punto di vista è certamente interessante con tutti i presupposti di una storia intensa, con una marcia in più.
Quando inizio a leggere tuttavia, già dalle prime pagine mi accorgo che non è una lettura che mi rapisce, perché più vado avanti più la noia serpeggia e comincio a perdermi tra le pagine: il racconto non ha quella sostanza che cerco in un romanzo passionale. La trama sembra avere dei punti morti, i colpi di scena e di suspence non sono abbastanza, la storia si sviluppa male e in alcuni tratti ha dei salti temporali poco convincenti.
Altro fattore che incide sul libro è la tematica seria affrontata della malattia, lasciata andare un po’ a sé stessa, senza la giusta e dovuta attenzione. Sicuramente la nota positiva è la descrizione perfetta dei due personaggi (Nick e Margaret) e la parte erotica del romanzo non è forzata ed è scritta molto bene.
So che la caratteristica dei romanzi di Flora A. Gallert è la brevità dei racconti: questo ha fortemente limitato e penalizzato la storia, partita bene all’inizio con buone probabilità di avanzamento ma frettolosa verso la fine. Un vero peccato, il libro poteva essere sviluppato meglio.
Dai romanzi, belli o brutti che siano, si può sempre imparare qualcosa. Da questo racconto sicuramente ho imparato che la vita ti riserva sempre delle sorprese, che durante il tragitto puoi incontrare delle persone destinate a cambiarti per sempre la vita e che i problemi irrisolti vengono sempre a galla.