La dilogia di Jordan Ifueko è riuscita in un’impresa da cui altri libri, negli ultimi anni, sono usciti sonoramente sconfitti: farmi attendere con ansia la pubblicazione del seguito. Fin dal momento in cui ho concluso Raybearer, a gennaio di quest’anno, periodicamente il pensiero del secondo volume mi affiorava alla mente. E per fortuna, Fazi editore non ci ha fatto attendere nemmeno un anno, visto che oggi esce Redemptor, la degna conclusione della storia di Tarisai di Swana.
Prima di continuare a parlare di questo romanzo, che mi ha tenuta incollata alle pagine fino all’ultima parola, è necessario fare un paio di precisazioni. Prima di tutto, si tratta del secondo capitolo di una dilogia fantasy – quindi è pressocché obbligatorio iniziare da Raybearer, altrimenti non si capirebbe nulla. Per questo stesso motivo, la mia recensione conterrà inevitabilmente spoiler del primo volume, sebbene io prometta di tenermi il più possibile sul vago.
“Tarisai per mattino! Ekundayo per la sera! E la pace per le lune a venire.”
Non c’è un momento in cui il suo pensiero non vada a tutti i bambini Redentori scomparsi nella breccia ogni anno, per secoli. Non c’è un istante in cui la sua mente non rivanghi le parole dei temibili abiku, le creature demoniache che invaderanno il continente, se lei non scenderà nella breccia per saziare la loro fame.
Eppure, con ogni passo avanti, con ogni mattone posato per costruire il mondo che Tarisai vorrebbe lasciare in eredità, pare che il divario tra lei e i suoi fratelli di Concilio non facci altro che aumentare. Il tempo passa, i giorni incalzano, e alla giovane non rimane altro da fare che cercare di seguire la strada che ha scelto per sé, tra nuovi rapporti e sommosse infuocate.
Redemptor di Jordan Ifueko: la mia recensione
Bello. Intenso. Avvolgente. Anche un po’ angosciante, se devo essere sincera.
Non nascondo il fatto di aver sì atteso con trepidazione la traduzione – a opera di Marinella Magrì – del secondo libro di Jordan Ifueko, ma anche con un po’ di ansia. Perchè Raybearer per me è stato così affascinante e coinvolgente, da farmi provare, dopo tanto tempo, l’ebrezza di non stare nella pelle nell’attesa di scoprire cosa avrebbe riservato il seguito. In poche parole, ha posizionato l’asticella ben sopra il livello di “carino”. Non ho potuto fare a meno, quindi, di temere per Redemptor: sarebbe stato in grado di soddisfare le mie aspettative?
Se anche tu ha lo stesso timore, lascia che ti rassicuri: Jordan Ifueko non solo è riuscita a mantenere il ritmo, ma anche a dare nuove tinte e sfumature alla storia, redendola molto più che un’epica epopea fantasy.
Non è incorsa nel rischio di lasciare Tarisai intoccabile, di ammantarla della gloria di essere la Signora del Raggio, forte e invincibile, ma ne ha mostrato i lati più vacillanti e fragili. Non ha presentato una protagonista tutta d’un pezzo e pronta alla lotta, ma una ragazza che, frammento dopo frammento, sta cercando di ricostruire se stessa, mentre il mondo intorno a lei pretende ogni briciolo della sua attenzione e della sua forza.
Per quanto Redemptor sia pieno zeppo di avvenimenti, narrati da una penna incantevole, con la giusta dose di descrizioni (quelle che fanno immaginare il mondo in cui si sta svolgendo la vicenda, senza però annoiare con dettagli pedanti), la trama non risulta né pesante né sbilanciata. L’azione, gli intrighi, i colpi di scena sono ben intervallati a momenti d’introspezione, in cui la protagonista riflette su di sé, sul suo modo di presentarsi al mondo.
Forse è proprio questo l’aspetto che più mi è piaciuto: la debolezza di Tarisai, il suo essere fragile, il suo cercare una strada senza avere la risposta giusta a ogni domanda. L’essere egoista, anche, perchè a volte penso sia giusto poter scegliere di fare ciò che riteniamo meglio per noi. La sua capacità di chiedere aiuto, e la sua testardaggine nel trovare una soluzione da cui tutti possano beneficiare, anche a costo di creare una strada che prima non c’era. Sarebbe stato forse più semplice scrivere di una giovane donna impavida ed eroica, ma, scegliendo di narrarne i momenti bui, Jordan Ifueko ha reso Tarisai vera, una donna in cui ci si può immedesimare. Certo, ammetto che mi sarebbe piaciuto vedere un po’ più di romanticismo qua e là, ma, appunto, di cose da fare Tarisai ne aveva già abbastanza.
Ho apprezzato che anche Dayo abbia avuto il suo spazio, che ci sia stata la possibilità di conoscere meglio anche i suoi sentimenti. Eppure, mi è capitato più volte, durante la lettura, di vederlo come un sovrano leggermente troppo passivo. Cosa stava facendo, lui, mentre Tarisai varava legge su legge? Però lo perdono, perchè non dev’essere stato facile rimanere saldo, in un regno in tempesta.
Credo che, al di là della splendida avventura, del finale sconvolgente e inaspettato, della storia avvincente, Redemptor di Jordan Ifueko sia la narrazione di una scoperta interiore, della forza necessaria per ricostruire se stessi quando tutto è cambiato. Certo, non guasta che tutto ciò sia accompagnato da tessuti sfavillanti, un’eroina pronta a tutto per ciò in cui crede, creature magiche in ogni dove, e una love story che… vedrete, io non vi dico nulla.