«Senza cibo l’amore non può nulla. Se va via il corpo va via la mente»: Di cibo e di amore di Marta Ajò edito da Graphofeel edizioni, è un libro da leggere tutto d’un fiato, una narrazione diretta, cruda, essenziale e disarmante che riflette sulla complessità e le peculiarità di un disturbo alimentare.
Di cibo e di amore: il punching ball tra colpi e colpe
Un ricovero d’urgenza, una clinica piena di gente che va e che viene, che entra con buste e pacchi pieni di oggetti, «madri sfinite, sorelle premurose, famiglie smarrite». Corridoi pieni di speranze o di illusioni? Un libro che non ha certezze, perché è questa la condizione delle due protagoniste, madre e figlia, che più volte si sono «distrutte e ritrovate, allontanate e riavvicinate».
La storia di Marta Ajò è il percorso di una madre che combatte con la malattia della figlia cercando di non ammalarsi lei stessa, di mantenere equilibrio e lucidità per entrambe; una madre che cammina con un registratore in mano registrando il dolore, ragionandolo, perché il flusso dei pensieri non può essere racchiuso in una sintesi.
Un punching ball su cui scatenare la forza del suo male interiore. Colpi, i suoi, contro colpe, le mie.
Di cibo e di amore
Una madre che cerca di tornare indietro, di ricordare i momenti in cui tutto sembrava funzionare e in realtà non funzionava un bel niente. Quando è cominciato il declino? La ricerca di un piano per non rassegnarsi mai alla sconfitta, che purtroppo sembra sempre quello sbagliato. Due mesi in cui una madre riflette su se stessa e sul rapporto con la figlia, si rende conto di aver corso e di aver avuto troppa fretta, nell’equilibrio difficile tra esserci troppo o troppo poco, perché madri non si nasce, lo si diventa.
La malattia: familiarizzarci o combattere
Che fine fa l’anima mentre il corpo si deteriora? Una malattia che è mortale, che parte dalla mente e distrugge anima e corpo insieme, ma che spesso non viene compresa dai medici, talvolta inadeguati o indifferenti perché sembrano non capire che «non è mai semplice delineare l’andamento di una vita». Persona, donna e madre: tre identità che si intersecano. La protagonista non vuole familiarizzare con la malattia: vuole combatterla.
Ero vigile. Ero testimone. Ero consigliera. Ero terapeuta. Ero disperata.
Di cibo e di amore
E Marta Ajò scrive – usando le sue parole – “come un pittore con l’acquarello, a colori molto tenui, in modo velato, leggero, soffuso, senza mai affondare troppo nelle cose”. Racconta un mondo a cui si finisce per appartenere, fatto di rese, solitudine, auto-analisi per comprendere i proprio limiti e le proprie capacità di resistenza. La difficoltà di confrontarsi con i protocolli di cura, il senso di impotenza e di paura.
Un libro che termina con un’incognita ed è prova di grande forza interiore, invito a non cedere, sopravvivere con una speranza ferrea nella possibilità di un riscatto. Perché una madre vorrebbe poter trasferire su se stessa le sofferenze della propria figlia, ma a volte non occorrono troppe domande: «basta essere madri per esserci».
Basta abituarsi a convivere con le contraddizioni del vivere. Ci si aggiusta, ci si adatta, ci si prende confidenza, ci si fa spazio, come dentro un bus accalcato. Ogni giorno che ci contiene sembra uguale o inevitabile. Invece non è così. Perché io vivo distante da quel cancello e non è vero che il dolore uccide. Mi tiene in vita per ricordarmi il suo.
Di cibo e di amore
Chi è Marta Ajò?
Marta Ajò, giornalista dal 1981, ha pubblicato e curato numerosi testi di narrativa e saggistica. Ha creato e dirige dal 2005 il sito Donne ieri oggi e domani.
Ha progettato e diretto il primo sito d’informazione della Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio (1996/2004).
Credo che, su una questione del genere, non sia sufficiente una visione parziale. La mamma vede alcune cose. E vive alcune cose. La figlia ne vive altre. Sarebbe stato bello se l’autrice, o chi parla in prima persona, avesse coinolto la figlia sul progetto. Non è stato così. Ora, la figlia sta scrivendo. E pubblicherà la sua, di storia.