Come annunciato lo scorso mese, l’opera su cui si concentra oggi l’attenzione di Parole dall’Oriente è Artiglio, primo romanzo tradotto in italiano – da Lia Iovenitti – dell’autrice sudcoreana Gu Byeong-mo, edito in Italia da Mondadori.
Iniziamo, come sempre, dicendo due parole sull’autrice.Gu Byeong-mo, nata nel 1976 a Seoul, in Corea del Sud, si è laureata in letteratura alla Kyung Hee University, e ha poi lavorato come editor. Nel 2009 è stato pubblicato il suo romanzo d’esordio, Wizard Bakery, che non solo ha avuto ottimi riscontri, ma ha anche vinto diversi premi. Artiglio, invece, è in corso di traduzione in molti altri Paesi.
Devo dire la verità: la trama di Artiglio mi ha da subito colpito, principalmente perchè non sapevo bene cosa aspettarmi. Si è trattato, poi, anche un po’ di una sfida, non essendo del tutto sicura che potesse trattarsi di un romanzo nelle mie corde. Tuttavia, facciamo un passo per volta, iniziando dalla trama.
Qualche scheggia di trama
Perchè Artiglio non è una cittadina come tanti. Da più di quarant’anni, ormai, lavora in un settore molto particolare, in cui sono richieste abilità e precisione fuori dalla norma: è una disinfestatrice. Non di insetti o di ratti – anche se qualcuno potrebbe obiettare che non per forza i suoi bersagli siano esattamente così distanti da queste specie animali – ma di esseri umani.
Prende in consegna i documenti, legge il caso, esegue il lavoro, ritira il compenso e torna a casa dal suo cane, Inutile. Queste sono la sua vita e la sua routine da più di qualche anno. Fino a quando qualcosa non inizia a cambiare (perchè c’è sempre un cambiamento nel cuore di ogni romanzo).
Le percezioni a volte si fanno più sfocate; i dubbi la assalgono all’improvviso; si schiudono sentimenti che pensava di aver soffocato per sempre. Cosa sta succedendo?
Artiglio di Gu Byeong-mo: la mia recensione
Con uno stile molto scorrevole, evocativo, piacevole e pregnante – grazie anche all’ottimo lavoro della traduttrice – la storia mi ha coinvolto fin da subito. Certo, ci vuole qualche pagina perchè gli ingranaggi si mettano in moto, ma nel mentre possiamo farci un’idea più precisa della protagonista.
Servendosi di moltissimi flash-back, l’autrice riesce a raccontare non solo il passato prossimo di Artiglio, ma anche la sua infanzia, la sua giovinezza, i passi che l’hanno portata a essere la donna che è ora. In questo modo è possibile accennare a temi importanti e complessi, come la presenza di soldati statunitensi in Corea del Sud negli anni Cinquanta. Gu Byeong-mo non si limita a sciorinare una serie di eventi ed episodi l’uno di seguito all’altro, ma scava nel profondo dell’animo di una donna che ha ormai raggiunto l’autunno della vita, ma che non sa staccarsi da ciò che le ha dato una ragione per andare avanti: il lavoro.
Eppure, Artiglio stessa pare rendersi conto che, forse, al mondo c’è qualcosa di più della disinfestazione. Molto interessante in questo senso, secondo me, è il finale che mi ha colpito, facendo una giravolta di centottanta gradi rispetto a ciò che mi aspettavo (perchè quando la battaglia finale si avvicina, è inevitabile fare un pronostico).
Ciò che più ho apprezzato di Artiglio è stato il suo essere un personaggio complesso, articolato e un po’ moralmente discutibile. Non è la nonnina dagli ideali ferrei che ci si potrebbe aspettare e nemmeno una killer spietata. È una donna che ha vissuto una vita lunga e complicata, che per proteggersi si è aggrappata a certe convinzioni, lasciandone andare delle altre. Il suo scopo, per tanto tempo, è stato uno solo: sopravvivere. Ora, quando il traguardo è ormai vicino, non può fare a meno di chiedersi la ragione degli avvenimenti che le stanno accadendo e delle emozioni che le si schiudono nel petto.
La cover è perfetta, anche se si può davvero apprezzare, secondo me, soltato una volta letto tutto il romanzo.
Per concludere, Artiglio di Gu Byeong-mo è il libro perfetto per chi ha voglia di azione, suspence, colpi di scena, ma anche introspezione, e che non si lascia spaventare da descrizioni crude (non in ogni pagina, per carità, ma quasi tutti i personaggi sono pur sempre killer professionisti, quindi non è che possano parlare di uncinetto e composizioni floreali, non trovi?).